Dieci giorni prima della missione all'HUB
Le sua mano intorno al mio collo.
Le sue labbra voraci sulle mie.
Le mie mani fra i suoi capelli.
Le mie gambe che gli intrappolavano il busto, perfettamente allineato al mio corpo.
Il suono dei nostri gemiti silenziosi.
Il freddo della stanza e il mio tremare per esso.
Le sensazioni inebrianti che provavo ogni singola volta erano indescrivibili.
Non c'erano emozioni da parte nostra ma solo puro piacere fisico.
Un gioco.
Un passatempo per sfuggire alla realtà che ci circondava.Passò il suo braccio di metallo sotto la mia schiena, sollevandomi per ritrovarmi seduta.
Poi la passò fra i miei capelli e accelerò.
Mentre io giocai con i suoi che diventavano sempre più lunghi.
Inarcai la schiena prossima al limite.
Ogni spinta sembrava quasi un tormento.
Come se avesse fretta.
In un certo senso, era così.Buttai all'indietro la testa e...
Mi svegliai di soprassalto.
Sudata.
Confusa.
Il battito cardiaco alle stelle.
E... ero eccitata.Santo cielo.
Mi passai una mano fra i capelli e mi alzai.I ricordi con D, erano tornati più intensi che mai.
All'inizio riguardavano le fasi dell'addestramento. Normali, violenti e oppressivi.Ora invece... avevo perso il conto di quante volte avessi sognato quel momento.
Alcuni erano diversi ma sempre più intensi.Feci una doccia fredda.
Lasciai che l'acqua cancellasse quel ricordo.
Il sogno.
Ma chiudendo gli occhi, tornava.
Percepivo ancora quelle mani sul mio corpo. Il calore e il profumo misto al sudore dei nostri corpi. La voracità con cui mi baciava.
La leggera presa sul collo... la mano fredda di metallo sulla mia schiena...
Ogni dettaglio l'avevo stampato nella mia mente.
Ma non il suo viso.
Perché non vedevo il suo viso?Indossai l'accappatoio e scesi le scale.
Raggiunsi la cucina, ringraziando mentalmente Jarvis (l'intelligenza artificiale che gestiva l'intero edificio), di restare in silenzio.Mi fiondai al frigo, presi la caraffa d'acqua e ne riempii il bicchiere che scolai in un sol sorso.
Troppo fredda ma utile in quel momento.Mi sedetti sulla prima sedia nei pressi del davanzale, dove mi lasciai scivolare la testa, poggiata e nascosta dalle braccia conserte.
C'era pace e silenzio.
Il mio cuore riprese a battere normalmente così come il mio respiro.-Sono le quattro del mattino, problemi d'insonnia?-.
Alzai di scatto la testa, maledicendo Jarvis ma mettendo a fuoco la vista, notai mio fratello.
Merda.
-Qualcosa del genere. Tu che mi dici?-.
Fece spallucce.
-Sono sempre al lavoro-.Mentiva.
Lo sentivo gridare di tanto in tanto.
Incubi.
Dopo New York era sempre allerta e non si fermava mai. Ero rimasta da lui perché mi voleva nei paraggi. Conoscermi e recuperare una parte di quel tempo che ci era stato sottratto. Ma come io non riuscivo a confidarmi, era uguale anche per lui.
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Faith
Fanfiction~CONCLUSA~. FanFiction Marvel. Parte da Avengers sino a The Falcon and The Winter Soldier.