Capitolo 6

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La Stark Tower.

Era decisamente più grande di quanto avessi immaginato. Mi ci ero trasferita da tre giorni e già volevo fuggire... non perché non mi trovassi bene ma era tutto così claustrofobico; nonostante la luce naturale facesse capolino tutto il giorno.
Era un altro palazzo dove avrei vissuto temporaneamente. Non ero brava a restare in un unico posto, mi piaceva spostarmi da quando ero libera.

Il mio appartamento era enorme.
Stark si era premonito che ne avessi uno tutto mio.
Era dotato di tutta la tecnologia esistente, innanzitutto.

Avevo la meravigliosa vista di New York dalla grande vetrata della stanza.

Ogni cosa, dal minuscolo mobile al più grande era così costoso. Essere la sorella di miliardario aveva i suoi vantaggi. Non che mi servisse tutto questo ma come beni materiali, non mi sarebbe più mancato nulla.

Che lusso.

Sospirai chiudendo le ante dell'armadio.
Cavolo, avevo bisogno di rifare il guardaroba.
In pratica, il vestiario, apparteneva allo Shield salvo alcune cosette.

Il bussare alla porta mi sorprese.
Si solito Jarvis mi avvisava e dovevo ancora abituarmi a lui.
Mio fratello non mi raggiungeva mai.
Semmai c'incontravamo nella sala comune.

-Scusami, Tony mi ha detto che eri qui-.

Mi volsi incrociando lo sguardo di una donna bellissima. Alta, snella e bionda. Lineamenti dolcissimi e con qualche lentiggine. Indossava un gonna nera stretta sino alle ginocchia ed una camicetta bianca.

Le sorrisi.
Si, sapevo chi era.
Jarvis mi aveva aggiornata sulle conoscenze di Tony, sia amiche che nemiche.

-Virginia Potts-, dissi avanzando di un passo, -meglio conosciuta come Pepper-.

Lei sorrise.

-Finalmente ci conosciamo!-, esclamai.

Si avvicinò.
-Felice anch'io di conoscerti, Alexandra-.

-Chiamami pure Alex-.

-Va bene. Ti ho portato un cambio. Tony provvederà a rivoluzionare il tuo guardaroba al più presto-.

Presi il cambio e lo riposi sul letto, attenta a non sgualcirlo.

-Grazie ma riferisci pure a Stark che farò io. Visto come mi guarda, secondo il suo punto di vista, mi dovrei vestire come una suora-, feci spallucce.

Rise.
-Riferirò-.

Feci scorrere la lampo e sorrisi.
Un cambio semplice, come piaceva a me: un paio di leggings ed una t-shirt nera a maniche corte.

-Ti va di uscire? Sempre se non sei occupata-.

Annuì.
-Penso che possa cavarsela da solo per un po'. L'avviso e ti aspetto giù-.

Sospirai.
-Ci penso io, così ne approfitto per salutarlo-.

Annuì lasciandomi sola.



***



Digitai il codice ed entrai.

Tony era indaffarato a costruire cose, come sempre comunque. Non si fermava mai.
Si teneva occupato per non pensare agli avvenimenti di New York.

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