Capitolo 36

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Per la tutta la mia vita ero stato di tutto: un assassina, un'inumana, una schiava, un soldato, un amante, una sorella... ma essere madre non rientrava in tutto ciò.

Forse non era destino.
Dopotutto, ero cresciuta senza e in ambiente inadatto e che aveva poco di educativo.
Non potevo certo spettarmi diversamente.

Dopo lo schioccò di Bruce nel riportarci indietro, avevo perso mio figlio.

Non incolpavo lui, alla fine era stato Thanos ad ucciderlo; a cancellarlo dall'esistenza nonostante ci avessi sperato con tutta me stessa.

Rimasi in disparte, lontana dagli altri, sotto la veranda. Per poco non uccidevo tutti in battaglia, avevo perso per la prima volta il totale controllo di me stessa.

Mi ero lasciata andare.

Non potevo gestire questo potere da sola.
Shuri aveva sistemato la mia mente ma per il resto, se non avessi preso le dovute precauzioni, avrei ferito qualcun altro.

Solo una persona poteva aiutarmi.

Piansi il mio lutto in silenzio ed internamente.

Ricacciai indietro le mie emozioni, tentando di controllarle... di sopprimerle.

Quest'ultime erano dannose più per chi mi stava attorno che per me stessa.

Per me erano solo un ostacolo.

Nonostante l'amore di D, mi sentivo ugualmente spezzata.

Come se lui avesse nuovamente giocato con me, come se avessi rivissuto quel momento sotto i ferri.
Ero tornata indietro dopo la fatica per ritornare a vivere.

Odiavo sentirmi così ma ero come sopraffatta da tutto quel maledetto dolore. Forse lui aveva ragione... la vita non è così bella come viene descritta. Non è vivere ma sopravvivere e lo facevo da sempre. Mi ero solamente presa una dannata pausa per poter sperare in qualcosa di meglio ma ogni volta che provavo a rialzarmi, ecco che arrivava un altro peso con cui dover fare i conti ed affrontare.

Perché era così tutto difficile?

Presi un lungo respiro quando il suo omaggio, quel vecchio reattore che era bastato a tenerlo in vita dopo l'attentato, venne lasciato andare lungo il fiume intorno ad una ghirlanda di fiori.

"La prova che Tony Stark ha un cuore"

-La prova che Tony Stark ha un cuore-, pronunciai sottovoce ma non abbastanza perché mi sentisse.

-Lo vuoi? Prendilo, è tuo-.

Sospirai.

-È tuo Tony, non si regalano i regali-, dissi sogghignando.

Annuì.
-Certo, hai ragione-.

Mi affiancò mantenendo comunque una leggera distanza.

Non sapevo che cosa lo spaventasse nel starmi vicino o forse sì. Era più un leggero brivido che ti attraversava il corpo, una scossa.
Stare da soli era complicato.
Sembravamo così impacciati.

Mi dondolai leggermente sulle gambe e schiarii la voce.

-Sono felice che tu sia rimasta. Cento sarebbe stato meglio poter...-.

Deglutii.

-Crescere insieme, ecco-.

Chiusi gli occhi per un attimo.
-Si beh abbiamo avuto strade e vite diverse per quanto la mia si possa ritenere tale...-, mi sfuggì una risata nervosa.

Dio che stupita.
Perché?

-Ma ora siamo qui, possiamo recuperare una parte di quel tempo che c'è stato negato, ok?-.

Annuì.
-Certo, si-.

Carezzò la superficie del vetro lentamente come un tesoro prezioso ed intriso di ricordi. In un certo senso era così, il reattore ne aveva. L'aveva tenuto in vita, salvato. E Pepper? Pepper non l'aveva gettato via ma conservato, come promemoria, che anche Tony Stark, il genio miliardario, playboy, filantropo, possedeva un cuore. Un cuore grande colmo di amore seppur non capace di mostrare.
Ma ci stava provando... con me. Nonostante gli avessi urlato contro il mio odio, disprezzo e gelosia nei suoi confronti. Era questo il compito della famiglia? Volersi bene nonostante tutto?
Me l'avrebbe insegnato Tony?
Forse dopotutto, avevo ancora tanto da imparare... entusiasta di iniziare un nuovo capitolo.
Di poter scoprire, esplorare un nuovo territorio. Dovevo ciò a me stessa ma anche molto di più. 

-Ti va di vedere dove nostro padre progettava armi? Ora si occupata di altro lo stabilimento ma potremmo iniziare da lì-.

Feci spallucce.
-Fammi strada-.


Lasciai andare una lacrima solitaria sul mio viso e abbracciai oramai vuoto il mio grembo.

Mi sentivo come Wanda.
Vuota e sola nonostante avessi ancora qualcuno su cui poggiarmi... ma non abbastanza per sentirmi meglio.

Raggiunsi la piccola Morgan, ovvero la mia nipotina e mi inginocchiai difronte a lei.

Era bellissima, tutta mio fratello.
Stesso sguardo furbo e curioso ed intelligente.
Sarebbe diventata una grande donna un giorno, come suo padre e la madre ovviamente.
Ed ero così orgogliosa di averla nella mia vita, mi sarei presa cura di lei non appena ne sarei stata in grado.

-Ti verrò a trovare spesso sai?-.

Lei mi guardò.
-Tu sei mia zia?-.

Annuii.

-Allora va bene-.

Le sorrisi per poi darle un bacio sulla fronte.

Poi mi alzai ed abbracciai Pepper. Forte e per un lasso di tempo infinito. Ci sarei stata per entrambe ma prima dovevo sistemare me stessa.

Raggiunsi in silenzio D e gli presi le mani fra le mie.

Presi un lungo respiro, cercando le parole più adatte per spiegargli che avevo bisogno di tempo, per poter capire se ero un peso o meno per chiunque.
Se fossi stata in grado di gestirmi, di controllarmi.
Lui mi amava. E ricambiavo il suo amore in un modo per cui non c'era modo esprimerlo ma era proprio per questo che mi stavo allontanando.
Per il suo bene.
Per il nostro...

Strange era l'unica fonte da cui potevo apprendere. Anche se i miei poteri erano più simili a quelli di Wanda, lei era più a pezzi di me in un certo senso. Mi serviva stabilità.

-Devi andare-.

Alzai lo sguardo incrociando i suoi occhi, sorpresa dalle sue parole.

-Promettimi che farai altrettanto. Vivi la vita che non hai potuto vivere. Viaggia, gira il mondo e sopratutto-, presi un lungo respiro, -Trova te stesso e il perdono-.

Dovevo questo ad entrambi, tutti i nostri ricordi o almeno buona parte, erano legati da un passato burrascoso.

Doveva liberarsi di tale fardello.

Sorrise e mi baciò.
Mi assaporai questo momento come se fosse l'ultimo. Il suo calore, il profumo... tutto ciò che potevo memorizzare.

-Tony ti ha perdonato-, gli sussurrai con la speranza che il percorso di ammenda potesse iniziare da questo.

Mi strinse un attimo, comprendo le mie parole.
Poi mi lasciò andare.
-Promesso-.

Sorrisi seppur amareggiata.

Arretrai raggiungendo Strange, sperando nel suo aiuto.

Vivi D allontanarsi con Steve e Sam.
Dissi addio con lo sguardo a Rogers, non ci saremo più rivisti. Sarebbe tornato a quella vita che in tanto a lungo aveva sperato.

-Arrivederci e buon viaggio-, gli dissi senza emettere suoni.

Mi sorrise.

Mi volsi non appena percepii Steven alle mie spalle.

-Posso provarci, ho fatto il possibile per tuo fratello. Mi sdebiterò con te-.

Presi un lungo respiro ed annuii.

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