Capitolo 12

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Un mese prima dalla missione all'HUB.

Che succede?!-, esclamai raggiungendo con passo svelto Thor.

Avevo preso il primo volto per Londra, non badando a spese. Non che Tony avesse fatto storie. Avevamo scoperto che nostro padre aveva aperto un conto a nome mio. Di cui usufruivo poco, seppur sembrasse senza fondo. Non ero abituata a tanto lusso.

Avevo il mal di testa ma non potevo preoccuparmene, non se un amico ti chiedeva di aiutarlo in piena notte ed in sogno oltretutto.

-Eccoti-.

Mi arrestai.
-Che...-.

Mi ritrovai stretta a lui mentre gridava un nome.
Una luce ci esplose intorno.
Avevo le vertigini.
Un vortice di colori.
Bellissimo, accecante e...

Oh.
Cazzo.
Realizzai nel momento successivo, quando atterrammo nella sala del bifrost.

Mi allontanai da Thor riprendendo fiato.

Porca puttana.
Così? Senza preavviso.

Mi girava tutto.
Il mal di testa era accentuato ed ero nauseata.
La stanza intorno a me compensava quasi tutto.
Gli dei non badavano a spese.
Le pareti sembrava fatte d'oro. E l'uomo che avevo difronte e che mi aiutò a sedermi, era di una bellezza innaturale. La sua pelle scura metteva in risalto gli occhi color arancio-dorato. Mai visto una cosa del genere e detta da me era esilarante.

-Benvenuta ad...-.

Mi alzai ignorando il capogiro.

-Asgard?! Sul serio Thor?!-.

Avanzò verso di me con passi felpati.
-Mi dispiace, Odino sta per chiudere il passaggio, ho dovuto far in fretta. Stai bene?-.

Presi un lungo respiro.
-Sono un po' frastornata ma mi riprenderò. Di che hai bisogno?-.

-Io prendo Jane. Occupati di Loki-.

Arretrò per poi darmi le spalle.

-Che devo fare di lui?-, gli urlai.

-Farlo evadere. Vi raggiungeremo-.

Evadere? Dopo tutto il macello per catturarlo?

Alzai gli occhi al cielo.

***

Dopo almeno tre tentativi nulli, arrivai alle prigioni.
Erano vuote.
Sembrava essere scoppiata una bomba per quanto ne potevo sapere.
Poi vidi Loki, nell'unica cella occupata.

La raggiunsi velocemente, guardandomi di tanto in tanto alle spalle.
Era lì. In piedi con un libro.

-Loki-.

Alzò lo sguardo per poi buttare a terra ciò che stava leggendo.

-Interessante. Thor, immagino-.

Buttai un occhiata ancora una volta alle mie spalle per poi tornare a guardarlo.

-Non ho tempo per questo-.

Poggiai le mani sul vetro o meglio sulla barriera e richiamai i miei poteri.

L'illusione di Loki cedette, lasciando spazio al suo dolore. La cella era sottosopra, lui era contro il muro, sdraiato con i capelli scompigliati e ferito. La sua mente si aprì di nuovo alla mia: disperazione e sensi di colpa.
Un grido e tanta rabbia. Non era bravo a chiudere la propria mente o ero io quella potente.

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