Capitolo 4

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"Che cosa stai facendo?"
"Non si capisce?"
"Onestamente, Ry? Io qui vedo solo un gran macello."

Ryan sbuffò. "Ma è una Rainbow cake, idiota!"

Joel inarcò un sopracciglio e fece viaggiare lo sguardo dalla bomba atomica, esplosa sul bancone della cucina, a Ryan. "Sei sicuro di star eseguendo bene tutti i passaggi? Non potevi scegliere un dolce meno complicato da preparare visto che tu sai a stento mettere a bollire l'acqua?"

Ryan ritornò al suo impasto per la Rainbow cake e si domandò se effettivamente non avesse sbagliato a scegliere quella tipologia di dolce così complessa.

Forse, avrebbe dovuto optare per una semplice cheesecake.

Ma Ryan voleva portare un po' di allegria a casa di Logan e quando aveva visto il video della ricetta su YouTube aveva subito deciso di provare a cucinarla.

"Invece di mettermi i bastoni tra le ruote, perché non mi spieghi un po' come si usa il forno?"

Joel alzò gli occhi al cielo. "Potevi chiamare Simon. Lo sai che è bravo a cucinare i dolci."

Ryan scosse il capo negativamente. "Anche al costo di avvelenare qualcuno, ma devo vedermela da solo."

•••

"Logan, guarda qui, un frocetto. Perché non gli facciamo capire quanto sono schifosi?"

"No... per favore, no... Non fatemi niente,"

Il ragazzino con i pantaloni fucsia piangeva e indietreggiava fino a sbattere con le spalle contro il muro dietro di sé.

Più tremava e piangeva, e più Marcus - il tipo che gli passava le pasticche da spacciare - rideva sadicamente.

"Cosa ci fa un folletto come te in giro a quest'ora?" domandò Marcus al ragazzo.

"Ero... ero... andato a casa di un... amico," balbettò.

"Voi froci siete proprio delle puttane malate!"

Quando Murcus si avvicinò al ragazzo e gli sferrò il primo calcio, fu talmente rapido che Logan non se ne accorse per tempo.

Il ragazzino urlò di dolore, Marcus si girò verso Logan per incitarlo a picchiare anche lui il ragazzo con i pantaloni fucsia perché essere froci era sbagliato.

A Logan non piacevano i ragazzi. A Logan piacevano solo le ragazze.

Essere froci era sbagliato. Essere froci era sbagliato.

Logan se lo ripeteva in continuo nella testa mentre iniziava anche lui a picchiare il ragazzo con i pantaloni fucsia.

"Aiuto!" urlò il ragazzo, fu un urlò così straziante, che perforò i timpani di Logan.

Logan si svegliò di scatto, si guardò attorno spaesato e buttò fuori un lungo sospiro di sollievo. Era a casa sua, non era in quel maledetto vicolo con quel bastardo di Marcus a picchiare quel ragazzo.

Tornato a casa verso le cinque del pomeriggio, dopo aver concluso il turno al pronto soccorso, aveva ceduto alla stanchezza e si era addormentato.

Aveva sbagliato.

Si strofinò il volto sudato con una mano e sobbalzò quando sentì il campanello del suo appartamento suonare un paio di volte.

"Cazzo, datti una calmata, Logan," borbottò contro sé stesso.

Si alzò e, con gambe un po' tremanti a causa dell'ennesimo incubo appena avuto, andò ad aprire alla porta.

Davanti si ritrovò Ryan, tutto sorridente e solare come al solito, con una scatola per dolci in una mano e due cartoni di pizza nell'altra.

Logan (Red Moon Saga 3) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora