Capitolo 13

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Ryan percorse il corridoio che da camera sua portava alla cucina sbattendo i piedi e fumando dalla orecchie, sembrava un pazzo fuggito da un manicomio.

Era nervoso come un istrice che veniva stuzzicato e aveva una voglia matta di strozzare prima Angel che lo aveva svegliato con la sua solita delicatezza e poi Logan che si era alzato dal letto senza il suo permesso.

Quando arrivò in cucina vide il paramedico sorseggiare un caffè, Logan lo guardò e inarcò un sopracciglio.

"Buongiorno, Ry," gli disse.

Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso.

"Buongiorno un paio di palle! Perché non mi hai svegliato tu, invece, di farmi svegliare da questa bestia di satana!?" sbraitò, indicando la sorella.

"Grazie per il complimento, fratellone," replicò sua sorella, ma non era per nulla offesa. Per lei era davvero un complimento essere chiamata bestia di satana.

Logan posò la tazza sul tavolo con calma. "Volevo lasciarti dormire, perché avrei dovuto svegliarti?"

"Ehm... ci sei o ci fai, Logan? Potevamo scopare ancora. Devo dirti proprio tutto," rispose Ryan, sbuffando e gesticolando animatamente con le mani.

Logan occhieggiò nervosamente Angel che stava sistemando la sua borsa di lavoro, ignorando bellamente la loro discussione.

"Zitto, Ry," sibilò.

"Non sto zitto!" continuò ad urlare. Sarebbe stato nervoso tutto il giorno, cazzo.

"Oh, ma io non mi scandalizzo. Lo so che mio fratello pensa sempre al cazzo," disse Angel, continuando a sistemare maniacalmente la sua borsa che più che una borsa sembrava un buco nero per la quantità di roba che conteneva. Ci avrebbe potuto nascondere anche un cadavere lì dentro.

"Angel!" la richiamò Ryan.

Sua sorella lo guardò condiscendenza. "Ryan, sembri una donna con il ciclo. Calmati e fai colazione."

"Non sei la mamma, cazzo!" sclerò.

Quella mattinata era iniziata davvero di merda.

Ryan si avviò verso la macchinetta per il caffè continuando a sbattere i piedi come un bambino adirato, poi si sentì afferrare delicatamente per una mano.

Guardò Logan con stizza ed era davvero tentato di mandarlo a fanculo, però, aveva quel musetto carino come i cuccioli di Labrador e per Ryan fu difficile non sciogliersi.

"Non essere arrabbiato," gli disse.

Ryan roteò gli occhi e sbuffò. "Se mi avessi svegliato tu con un bel bacio pieno di lingua non starei nervoso adesso. Invece, mi ha svegliato quella bastarda di mia sorella tirandomi i piedi."

Logan rise mentre sua sorella sogghignò.

Non c'era proprio un cazzo da ridere!

"Mi farò perdonare."
Ryan lo guardò improvvisamente con interesse.

"E come?" chiese.

"Non credo che voglia saperlo anche io, me ne vado in camera. Muoviti, Ry, che tra mezz'ora dobbiamo andare a lavoro," parlò Angel.
Ryan sventolò le mani nella sua direzione. "Sì, sì, certo. Ora sparisci."

Angel se ne andò via scuotendo il capo, contrariata, poi Ryan concentrò l'attenzione sul paramedico, si mise a cavalcioni su di lui ed intrecciò la mani dietro il suo collo.

"Come hai intenzione di farti perdonare?" mormorò, strusciando la punta del naso contro quella di Logan.

Il ragazzo sorrise. "Ti è già ritornato il buon umore?"
Ryan fece spallucce, baciandogli l'angolo destro della bocca. "Basta davvero poco per farmi ritornare ad essere felice come una Pasqua."

Logan (Red Moon Saga 3) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora