Capitolo 19

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Ryan spalancò di colpo la porta della stanza di Joel.

"Joooeeel."

Joel si voltò verso di lui sulla sua sedia girevole, stava facendo qualcosa al pc.

"Dimmi, Ryan caro."

Ryan si tuffò sul letto del suo migliore amico.

"Stavo pensando..."

Joel ridacchiò. "E questo è già di per sé un gran problema."

Ryan gli fece la linguaccia poi continuò il suo discorso. "Domani sono stato inviato a pranzo a casa dei genitori di Logan. Ecco, come ci si comporta a casa dei genitori del tuo ragazzo?"

Joel lo guardò strano. "Scusa, come dovresti comportarti?"

"E che ne so? Non voglio fare una cattiva impressione."

"Ry, sii te stesso e basta. Se poi non piacerai loro, significherà che non ci capiscono nulla. Ovviamente, evita le battute sul sesso. Quelle sono vietate."

Ryan si imbronciò. "Oh, ma insomma... quelle sono il mio punto forte."

"Spera che i genitori di Logan siano persone aperte sull'argomento."

Ryan ripensò a quel breve incontro con la mamma di Logan. "Non credo. La mamma di Logan sembra un generale dell'esercito. L'ho incontrata qualche mattina fa a casa sua."

Joel si alzò dalla sedia e andò a stendersi con lui sul letto. "Allora, fingi di essere casto e puro."

Ryan scoppiò a ridere. "Joel, io non ero puro nemmeno a dieci anni. Fissavo già i culi dei miei compagni del corso di nuoto."

Joel gli tirò una gomitata nel fianco. "Scemo. Farai mai conoscere Logan ai tuoi, invece?"

Ryan iniziò a fissare il soffitto. "Non lo so, non credo, per il momento. A mamma e papà non frega niente se io e Angel siamo fidanzati o meno, sono troppo impegnati con il loro lavoro. Ho sentito mamma un paio di giorni fa, non mi ha chiesto nemmeno una volta di Angel. Che io sia gay non gliene è mai fregato nulla, ma che Angel non sia la classica ragazza americana con la gonna plissettata e le trecce proprio non scende giù. Che male farà loro mia sorella ancora non l'ho capito."

Ryan si sentiva sempre più amareggiato e triste quando parlava quelle rare volte con sua madre e suo padre.

Angel era la sua vita. Era innamorato perso di Logan, ma sua sorella veniva prima di tutti.

E a lei, anche se non lo esternava con nessuno, feriva l'indifferenza dei loro genitori.

Sentì Joel stringergli delicatamente una mano così voltò il capo per guardarlo. "Angel è perfetta così com'è, Ry, con le sue stranezze perché quelle le hanno tutti. Avrà sempre noi al suo fianco. Poi chissà... Un giorno dovrà pur trovare un santo uomo che perda la testa per lei."

Ryan rise. "Oddio, dovrà essere davvero un santo. O un mezzo demone come lei."

"Che insieme formeranno un demone completo," aggiunse Joel.

•••

Il giorno seguente, all'ora di pranzo, Ryan si ritrovò insieme a Logan a varcare la porta di ingresso di Villa Spears, perché i genitori del paramedico se la la passavano decisamente bene economicamente e casa loro era grandissima.

In base ai racconti di Logan, suo padre possedeva uno studio legale a Rockford, mentre la madre era un'insegnante di cucina.

"Mamma, papà! Siamo arrivati!" esclamò Logan appena misero piede dentro casa.
"Ehi, levati le scarpe e posale in questo mobile. Ci sono delle ciabatte del tuo numero," gli disse poi. Ryan fece come gli aveva detto e si mise delle bruttissime ciabatte grigio topo al posto delle sue converse.

Logan (Red Moon Saga 3) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora