Capitolo 29

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Ryan gemette di dolore e si passò una mano sotto al naso, se la ritrovò macchiata di rosso cremisi. Sgranò gli occhi e gli venne un capogiro.

"Ryan!"

La voce allarmata di Logan gli giunse ovattata alle orecchie, come se lo stesse chiamando da lontano.

Lo stava toccando, ma Ryan non percepiva nulla, vedeva solo sangue, quel maledetto sangue che tanto gli faceva impressione.

Gli venne l'ennesimo capogiro. "Merda..." mormorò e un attimo dopo tutto divenne scuro.

•••

"Non volevo colpirlo, cazzo. Perché è svenuto?" domandò Thomas.

Logan aveva tutti i nervi in tensione, le spalle talmente rigide da sembrare pietrificate. Lavorò velocemente per medicare il naso del suo ragazzo che si era messo in mezzo per evitare che Thomas colpisse lui.

Sciocco, pensò Logan tra sé e sé. Logan si meritava il pugno, non lui.

"È emofobico," rispose a Thomas mentre infilava del cotone idrofilo nelle narici di Ryan, svenuto sul divano. "Ha visto il sangue sulle sue mani ed è svenuto."

"Cristo!" esclamò Thomas, ritornando a grattarsi la testa rasata nervosamente. "È colpa sua, non doveva mettersi in mezzo!"

Logan balzò in piedi e si mise davanti al veterinario. "Eh, no, bastardo. Ryan si è messo in mezzo per proteggermi perché mi ama, non ti azzardare a dire che è colpa sua. Io me lo meritavo il pugno in faccia perché nella mia vita ho fatto un errore più grosso dell'altro, ma non ero tenuto a farti venire a casa mia per raccontarti la verità se non fosse stato a causa dei miei sensi di colpa. Lo sai quanti anni sono che vado dallo psicologo? Cinque Thomas. Cinque anni che mi sono serviti per mettere un po' di ordine nella mia testa. Potevo farmi i fatti miei, non rintracciare Toby, non avvicinarmi a lui; eppure, l'ho fatto perché se non lo avessi trovato avrei continuato a sentirmi la coscienza sporca e vivere di incubi."

Logan aveva il respiro affannato, le mani strette in due pugni e fissava, torvo, Thomas, rischiando di trovarsi da un momento all'altro con tutti i denti rotti.

Nonostante il caos che si era creato e nonostante Thomas lo stesse ancora guardando con occhi furenti, lui si sentiva in parte più leggero. Poteva anche colpirlo, non gliene fregava nulla.

"Tu hai picchiato Toby in un vicolo insieme ad un altro bastardo. Ti meriteresti lo stesso trattamento," ringhiò il veterinario.

Logan gli puntò l'indice contro. "Tu non sai come ho vissuto in tutti questi anni, Thomas. Mi sono sentito un verme, un codardo, pensavo di non meritarmi nulla. Sono scappato ad Oxford a studiare altrimenti mio padre per farmi ritornare a ragionare stava per spedirmi a calci nel culo nell'Esercito. Ho creduto, inoltre, che per colpa della droga che avevo passato ad una mia compagna di scuola, lei fosse quasi morta di overdose. Ho chiesto scusa anche a lei e lei mi ha risposto che la colpa non era la mia perché non l'avevo obbligata a drogarsi, ma non è che dopo aver sentito la sua risposta io mi sia sentito meno sbagliato. Quell'uomo mi aveva plagiato, Thomas, io non ragionavo più con la mia testa. Questa non è una giustificazione, voglio solo farti capire che all'Animal's Planet non ho voluto prendere in giro nessuno, stavo solo aspettando il momento giusto per dire la verità e per chiedere scusa anche se con le mie scuse Toby ci si potrebbe pulire solo il culo."

Thomas sbatté le palpebre un paio di volte, Logan vide un lampo di sorpresa oltrepassare velocemente i suoi occhi azzurri. Era ancora incazzato nero, lo si capiva dai muscoli del collo in tensione, eppure, sembrava meno sul piede di guerra dopo aver ascoltato il fiume in piena di parole di Logan.

Logan (Red Moon Saga 3) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora