Capitolo 7

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Quando Logan uscì dal suo palazzo trovò Ryan poggiato con i fianchi alla portiera della sua Ford rossa, caviglie incrociate con disinvoltura, occhiali da sole sul naso e sorrisetto scaltro sulle labbra.

Era sexy. Fin troppo sexy.

"Allora, occhi belli, pronto per la caccia all'uomo?" gli domandò appena Logan gli fu di fronte.

"Sono pronto," rispose Logan, stando al gioco.

Più o meno era pronto.

Però, i modi di fare estroversi di Ryan lo aiutavano a tenere sotto controllo l'ansia che gli stava per bucare lo stomaco.

"Bene, allora si parte. Prima fermata: Jefferson Street," affermò Ryan, sfregando tra loro le mani, sembrando eccitato come un bambino in procinto di fare una caccia al tesoro.

Logan si mise seduto sul sedile del passeggero, agganciandosi la cintura di sicurezza.

"Hai abbandonato la bicicletta?" gli chiese, ironico.

Ryan mise in moto. "Mi è bastata una caduta. Però, almeno, ho avuto una scusa per farmi curare la bua da un paramedico super sexy."

"Sei sempre così sfrontato, Carter?"

Ryan girò il capo verso di lui, si abbassò gli occhiali sulla punta del naso e gli fece un occhiolino, prima di riportare l'attenzione sulla strada. "Mi dispiace per te, ma non ho filtri. Sia io che mia sorella ne siamo sprovvisti."

Logan fissò il profilo perfetto del ragazzo. "A proposito... Sei sicuro che Angel non rischi di finire nei casini per essersi infiltrata nel sistema dell'anagrafe dello Stato dell'Illinois?"

"Non preoccuparti. Mia sorella è troppo scaltra."

Logan, preso da un impulso improvviso, posò una mano sul ginocchio del ragazzo. Ryan lo guardò e a Logan venne quasi voglia di sfilargli gli occhiali per rivedere il colore ambrato dei suoi occhi.

"Grazie, Ry. Ringrazia anche Angel."

Ryan gli sorrise e intrecciò le dita di Logan alle sue, mantenendo le mani unite sulla sua coscia.

"Riusciremo a sbrogliare un po' di casini nella tua testa, Spears. Parola di lupetto."

Logan rise e mantennero le mani intrecciate fino alla fine del tragitto in macchina. Le separarono solo quando Ryan accostò per prendere poi il telefono e controllare l'indirizzo preciso del primo Tobias Clark presente sulla lista che era riuscita a recuperare Angel.

"Allora, qui c'è scritto che Tobias abita al numero 59 di Jefferson Street."

Logan si affacciò dal finestrino e controllò i numeri civici accanto alle cassette delle lettere che riusciva a vedere.

"Scendiamo. Deve essere qui vicino."

Camminarono per circa mezzo isolato per poi fermarsi davanti ad una casa con la vernice gialla un po' scrostata e un paio di galline che razzolavano libere per il giardino antistante.

"Quelle sono galline," affermò Logan, guardando uno dei due volatili infilzare brutalmente un verme con il becco.

Ryan lo guardò con la coda dell'occhio. "Non avrai mica paura di due galline?"

"Ecco, diciamo, che non vado molto d'accordo con gli animali. Mi mettono un po' di ansia," rispose Logan, continuando a mantenere gli occhi sulle galline, le quali potevano trasformarsi in eventuali serial killer.

Logan non aveva mai avuto animali in vita sua, nemmeno un pesciolino e non era proprio abituato a relazionarsi con loro.

Ryan sbuffò e si avvicinò al citofono dell'abitazione. "Tu sei composto al 90% di ansia, Logan. Forza, suoniamo."

Logan (Red Moon Saga 3) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora