SENSI DI COLPA (CAPITOLO UNDICI)

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SANJI'S POV:
Sono qui: da solo, praticamente nudo e da coglione. Avrei dovuto rincorrere quello stupido spadaccino? O mi sarei mostrato più patetico di quanto già non lo sia in questo momento? Un senso di vuoto mi colpisce a tal punto da farmi gelare il sangue, cos'è successo in questi pochi minuti?
Ho provato piacere per una persona che ritenevo fino a qualche ora fa, una mia rivale; non voglio smentire la verità perché ci siamo un po' voluti bene, ma questo sta andando ben oltre all'amicizia.
Ancora scioccato, percepisco un rumore nelle vicinanze della stanza; cerco di rivestirmi in fretta e furia, sperando con tutte le mie forze che non sia Zoro. "Fortunatamente" non è lui ma Robin, la sua ragazza: insomma, di male in peggio. Istintivamente la saluto in maniera cordiale, anche se mi sento a disagio e cerco di nasconderlo in qualche parte remota di me stesso.
"Ciao Sanji-kun, spero che ti sia ripreso, va meglio dico bene?".
Mi viene spontaneo ripensare ai fatti accaduti precedentemente in questa medesima stanza e cercando di mascherare i miei sensi di colpa dico: "Robin, grazie dell'interesse: sto meglio. Per curiosità, come mai sei qui?". Le parole mi sono uscite così velocemente che solo dopo ho il tempo di realizzare di aver avuto un tono diverso dal solito, che mi avrebbe potuto far scoprire.
"No, per la verità sto cercando Zoro: non si fa vedere da un po' e l'ultima volta che l'ho visto era con te stanotte in infermeria. Volevo solo parlargli ma-".
Arrossisco dall'imbarazzo, non riesco più a parlarle e senza proferire parola, scappo dalla porta sotto gli occhi esterrefatti della ragazza.
Sto scappando, proprio come Zoro, non mi ero mai accordo di essere come lui alla fine: uno stronzo egoista.
Sto scappando da me stesso, da quello che mi è successo, da una mia compagna di ciurma, dalla situazione, da tutto ...
ZORO'S POV:
Qualche volta anch'io ho paura, alla fine è una cosa normale. Ma molti non sanno che quando provo sgomento nei confronti di una situazione, tento sempre di scappare e rifugiarmi nell'angolo più nascosto della nave, nel quale nessuno ci dà molta attenzione.
Qui mi sento libero di pensare, di stare da solo e agire: mi aiuta a stare più concentrato su me stesso, un po' come la palestra.
Sto parlando della dispensa.
È anche vero che posso trovarmici solo in certe ore perché potrei essere visto da Sanji, ma non so perché, questo posto mi fa stare bene pur essendo un luogo molto squallido.
SKIP:
Tra mille pensieri amalgamati alle lacrime amare del rimorso, riesco ad avvertire dei passi familiari.
È naturale che qualcuno mi abbia trovato, saranno passate svariate ore! Così decido di spalancare la porta in maniera flemmatica e vedo dinanzi a me Sanji.

Mi sento una merda: essere consapevole che il responsabile del suo malessere è il sottoscritto non mi rende una persona in pace con se stessa. Non sapendo che dire, aspetto un qualche cenno o una parola da parte del cuoco, ma egli si sofferma a guardarmi.
Chissà per quanto tempo avremmo continuato così.
Stufo della situazione decido di parlargli, anche se così facendo, sono consapevole di peggiorare il mio stato attuale: "Sanji ... ti chiedo scusa per quello che è successo poco fa: il fatto è che non ero in me, è successo tutto all'improvviso e quando ho realizzato è stato troppo tardi.
Non voglio che tu soffra o che tu viva nel dubbio perché noi non ci piacciamo e mai ci piaceremo.
Guardaci, non facciamo altro che litigare; perciò penso che converrai con me che non è possibile avere una relazione sessuale o sentimentale. La verità è che io sto con Robin e non posso cambiare ciò: ti prego di non parlarne con nessuno e mettiti l'anima in pace".
Concludo il mio discorso, incrociando mentalmente le dita in segno di speranza di una risposta o di una reazione da parte sua: tutto invano.
Allora cerco di allontarmi ma lui mi piglia per un braccio e aggiunge:"Zoro, gli impulsi di un gay represso li so ancora riconoscere grazie a Dio. Ho passato due anni in un'isola "strana" e sai, ti ho visto come mi guardavi e sappiamo entrambi che stai mentendo a te stesso.
Quello che più mi dà noia è il fatto che tu non voglia ammettere e accettare quello che sei, beh io lo faccio.
Io mi accetto per quello che sono e non per quello che voglio o vorrei diventare.
Potrei essere rimasto scioccato dalla realtà ma sì Zoro mi piace anche il cazzo.
Ti chiedo solo di essere sincero, e se non vuoi esserlo con me, almeno tenta di chiarirti le idee con te stesso".

Detto questo si allontana sotto il mio sguardo confuso e serio, intento a fissare la sua sagoma allontanarsi fino a sparire da qualche parte nella nave.
È incredibile il fatto che per la prima volta sono stato zittito da quel biondino senza replicare: ha ragione e anche se non lo voglio ammettere, lo sappiamo entrambi. Ma ormai è tardi, forse dovrei veramente andarmene e seguire il mio sogno senza far soffrire gli altri.
Non voglio che Robin scopra un tradimento da parte mia, non se lo meriterebbe; non voglio veder soffrire il cuoco, non voglio più pensare di essere stato un peso e di aver tradito precedentemente la mia ciurma ... basta, è tempo di rimediare a questi errori. Questa ciurma mi colpisce sempre di più ma penso che riuscirà a proseguire anche senza di me.
TO BE CONTINUED

NDS (nota dello scrittore): questo capitolo è un dramma che "il segreto" levatè proprio, si vede che in questi giorni sto proprio male lmao. Anyway volevo solo ricordarvi che è una ff (wow lo so che non lo sapevate AHAHAH), nell'anime o manga reale, Zoro molto probabilmente non abbandonerebbe mai la sua ciurna per una cosa come questa però dai fate finta :)

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