IL BIGLIETTO (CAPITOLO DODICI)

343 31 6
                                    

ZORO'S POV:
Sono solamente questioni di poche ore prima di approdare su una nuova isola: per quanto il mio piano sia avventato, voglio andarmene prima di pensarci troppo o cambiare idea. Impaziente, decido di chiedere direttamente a Nami riguardo a quando avremmo avvistato un'isola, ma mentre sto per entrare nel suo studio, riesco a sentire dei rumori strani: solo dopo realizzo che Nami e Luffy si stanno dando da fare. Pazienza, glielo chiederò a tavola: non ho intenzione di interromperli.
Per il momento sono intenzionato a chiarire una volta per tutte con Robin; così, mi dirigo nella biblioteca, nella quale abitualmente ci sta fissa a leggere.
Prontamente scorgo una chioma nera tra tutti quei libri, sospiro augurandomi buona fortuna e mi avvicino.
"Ciao Zoro, che onore ti sei fatto finalmente vedere, sai pensavo che mi volessi evitare per sempre" dice con una punta di sarcasmo e senza distogliere la testa dal libro.
"Robin devo parlarti" ma per tutta risposta sento un tonfo. Ha appena chiuso il libro con fare arrabbiato: "E perché mai io dovrei ascoltarti?".
A essere sincero è la prima volta che la vedo arrabbiata ma non mi faccio spaventare e continuo nel portare a termine il mio discorso: "Sono successe delle cose in questi giorni che non ho saputo controllare e affrontare, mi sono ... spaventato: sì, per una volta anche Roronoa Zoro ha paura. Il fatto sta che-", vengo interrotto dalla sua voce che sembra essere ritornata calma e tranquilla: "Sì lo so, non ho bisogno di sentire la verità dalla tua bocca: i miei poteri li so usare bene a quanto pare. Non mi ostinerò mai a mettermi tra voi due e per quanto sia arrabbiata io non posso vietare un bel niente".
Aggiungo imbarazzato: "Credimi Robin, non è come pensi: io e Sanji non stiamo insieme. Che schifo, neanche mi piace ed è stato strano quello che ho fatto: lo so anche io che non posso dare una spiegazione ma credimi che è tutto tranne quello che stai pensando". Dopo secondi di silenzio interminabili, Robin sorride debolmente: "Zoro ti prego, riconosco quando racconti una bugia o no: non devi giustificarti per quello che hai fatto, ti perdono".
Cerco di ribattere ma mi sento strano, come se qualsiasi parola dica in questo momento risulterebbe sbagliata: mi ammutolisco aspettando intensamente un responso da parte sua, senza nessun risultato.

Seccato esco furioso dalla stanza con un senso di vuoto che mi invade internamente: non riesco a fare niente, sono un debole che si è solo rammollito giorno dopo giorno. Non ho più voglia di vedere nessuno, di parlare, di urlare, di scherzare o di festeggiare: al diavolo tutti quanti.
Perché devo essere sempre Zoro, Roronoa Zoro, vicecapitano e spadaccino senza sentimenti.
Decido di rifugiarmi nell'unico posto che mi risulta spontaneo associare a una mia personale libertà: è il momento di escogitare un piano per andarmene.
Ci ho già riflettuto abbastanza, ma ora è tempo di agire. Ancora non riesco a crederci, più mi ripeto queste parole e più mi sento una ragazzina che scappa per una crisi adolescenziale: com'è strano il mondo. In cosa mi sto trasformando?
Decido solamente di appuntare su un foglietto degli step principali e di sfogarmi in qualche modo, a modo mio. Opto per fare un allenamento stancante così da stremarmi al limite, in questi giorni ho solo subito emozioni incomprensibili che hanno mandato in tilt il mio cervello. Ora non devo far altro che liberare la mente e non pensare più a nulla ...
SANJI'S POV:
È da un po' che sto cercando di evitare tutti ma mi risulta troppo complicato: per quanto sia grande questa nave mi sembra di stare appiccicati come delle sardine e che tra un momento all'altro ciascuno debba estirpare i segreti degli altri.
Questi ultimi giorni sono stati interminabili, noiosi e incomprensibili: tutto non ha avuto un cazzo di senso.
Addirittura non sento neanche più di tanto Luffy urlare dalla fame 24/7 perché sta sempre attaccato a Nami, Zoro che fa quelle cose con me: MA COSA STA SUCCEDENDO?

Non sapendo che fare, decido di passare nella dispensa per prendere degli ingredienti per preparare una torta; prendo della farina, delle uova e del cacao quando improvvisamente lo sguardo mi cade accidentalmente su un foglietto striminzito, come se qualcuno l'avesse abbandonato incautamente.
Lo raccolgo da terra e comincio a leggere quei caratteri leggermente sbiaditi, mezzi cancellati: "1)decidere l'isola adeguata 2)prendere il necessario 3)scrivere un biglietto d'addio ai compagni 4)inventarsi una scusa per andare sull'isola 5)fuggire". MA CHI SAREBBE LA PERSONA CHE SCRIVEREBBE QUESTE CAZZATE? NEANCHE UN BAMBINO DI 5 ANNI SAREBBE IN GRADO DI PENSARE A DEGLI "STEP" COSÌ DEMENZIALI.
Alla fine non sto neanche tanto a pensare a chi potrebbe appartenere questo foglietto: l'unico che usa la dispensa da anni come luogo di rifugio è solo quel deficiente di Zoro. Ma perché vuole scappare da noi, dalla sua ciurma?
Decido di sbarazzarmi di questo biglietto prima che possa essere visto da qualcun altro; lo getto nelle acque limpide del mare, chiedendomi se fosse consono andare a parlargli.

Alla fine prendo una decisione: faccio finta di nulla, perciò riprendo in mano gli ingredienti ed esco dalla dispensa diretto in cucina. Solo una persona che fosse stata lì si sarebbe accorto della mia lacrima silenziosa che rigava il mio viso: tutta colpa di quel Marimo ...
ZORO'S POV:
Dopo molte ore di allenamento, mi sento finalmente meglio e decido di recarmi in bagno a farmi una doccia. Nel tragitto però vado a sbattere per sbaglio contro qualcuno e spero con tutte le mie forze che non sia quel biondino pervertito.
Scatto velocemente in piedi e vedo proprio davanti a me un Sanji totalmente rosso dall'imbarazzo che si ostina solamente a guardare per terra: non so che fare, mi sono imbambolato.
Quell'espressione che ha sulla faccia mi fa venire la voglia di stuprarlo, ma mi devo contenere con i pensieri e cerco di allontanarmi da lui.
Colto alla sprovvista, mi prende da dietro e mi abbraccia facendo versare le sue lacrime addosso a me: non resisto, mi giro, lo prendo per un braccio e lo porto in bagno. Ci rinchiudiamo dentro e lo spingo verso il muro della doccia, cercando la manovella dell'acqua calda che ci cade violentemente addosso. Mi mancherà quando me ne andrò.

Mi rendo conto che Sanji sta ancora cercando di distogliere il contatto visivo fino a quando all'improvviso mi guarda in faccia urlandomi contro: "PERCHÉ TE NE VUOI ANDARE?!".
Il fragore dell'acqua ha attutito la voce del biondino così da avere la possibilità di sentirlo solamente io. Con le ciocche bionde appiccicate sul suo viso e i vestiti completamenti zuppi, le lacrime si stanno confondendo ormai con l'acqua: mi chiedo come abbia fatto a scoprirlo. Successivamente metto una mano all'interno della tasca del pantalone, e non trovando quel dannato biglietto, realizzo di averlo dimenticato nella dispensa. Che coglione che sono ...
Non sapendo che fare, decido di chiudere l'acqua e successivamente il silenzio prende il sopravvento su tutta la stanza: ad interromperlo è la voce Nami che urla per avvisarci di aver avvistato un'isola.
È giunto il momento e ormai non c'è più tempo neanche per rispondere a Sanji; infatti, entrambi capiamo che è il momento di separarci e usciamo dal bagno per raggiungere gli altri.
TO BE CONTINUED

N.D.S (nota dello scrittore): ci sono stati dei cambi di programma in questo capitolo e nell'intera storia perciò solo ora ho deciso la stesura finale. Il prossimo capitolo sarà un capitolo importante, invece questo è abbastanza palloso. Alla prossima <3

꧁𝖑𝖆 𝖒𝖎𝖆 𝖆𝖑𝖌𝖆 𝖉𝖎𝖘𝖔𝖗𝖎𝖊𝖓𝖙𝖆𝖙𝖆꧂Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora