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Non ero mai stata a Firenze e anche se conoscessi quel posto le lacrime, che non sembravano voler smettere di bagnarmi le guancie non mi avrebbero comunque permesso di vedere dove io stessi andando, non avevo idea di dove sarei finita ma non potevo smettere di camminare, volevo solo allontanarmi da lui. Dopo vari minuti di camminata arrivo in un parco, e mentre lo attraverso parte una canzone dei ragazzi. Al primo colpo di batteria il mio corpo si ferma di colpo, è come se lo avessi sentito sussurrarmi nelle orecchie. Mi siedo sulla panchina alla mia sinistra, tolgo le cuffie e mi sporgo in avanti poggiando i gomiti sulle ginocchia e mettendomi le mani nei capelli. I mattoni che compongono la stradina che taglia a metà il parco cambiano colore a ogni lacrima che cade su di essi. Ethan ha appena distrutto tutte le mie certezze, e non posso scappare da lui nemmeno con la musica. Sento una mano posarsi timidamente sulla mia spalla, asciugo velocemente le lecrime in modo da riuscire a vedere chi fosse anche se per me era già chiaro, Ormai lo conosco a memoria

"ti prego, lasciami spiegare"

"mi hai seguita?"

"certo, cosa dovevo fare? Non potevo lasciarti camminare sola in lacrime e in una città che non conosci"

"ethan non c'è molto da spiegare, ho visto chiaramente"

Si siede al mio fianco e io mi sposto leggermente per fargli spazio e perché in quel momento non volevo che i nostri corpi si toccassero.

"ascolta, lei era una fan"

"mh fai così con tutte le fan? Wow"

"no. Lei mi ha offerto un caffè quindi l'ho seguita per fare 2 chiacchiere"

"è difficile chiacchierare quando le labbra delle 2 persone si toccano sai?"

"eh io, io ti stavo cercando con lo sguardo e quando mi sono voltato lei mi si è buttata addosso"

"mh mh"

"ero pietrificato, non mi era mai successa una cosa del genere, essere conosciuti ha i suoi pro, ma anche i suoi contro... Mi dispiace tanto, non hai idea di quanto male mi faccia vederti piangere per colpa mia"

Sposto lo sguardo su di lui, vederlo con gli occhi lucidi mi distrugge. Non faccio in tempo a dire una parola che si alza dalla panchina e prendendomi per mano fa alzare anche me. I nostri corpi sono di nuovo vicini, metto le mani intorno al suo collo quando lui appoggia le mani sui miei fianchi

"puoi giurarmi che è così?"

"te lo giuro"

Una lacrima gli riga il volto mentre dice questa frase, gli salto in braccio e riesco a sentire le sue mani e le sue braccia stringermi forte, come se mi avesse quasi persa. Dopo attimi di infinito passati ad abbracciarci torniamo a piedi all'Hotel, questa volta pero ci tenevamo per mano e ridevamo insieme. Appena entrati in camera faccio un respiro profondo, erano circa le 4 di pomeriggio quindi decidiamo di riposare un po' prima di prepararci per la cena. Ci mettiamo sul divano e guardiamo un film insieme vicini e abbracciandoci come se da un momento all'altro tutto questo potesse sparire.

sognare non costa nulla -Ethan Torchio-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora