Capitolo 11

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"Tu sei la me del futuro?" mi chiese la piccola Kelly, tirandomi gentilmente la maglietta sporca prima che io aprissi la porta. Non mi ricordavo di avere la voce così dolce.

"Sì, e tu sei la me del passato" le sorrisi caldamente, e lei fece lo stesso.

"Dobbiamo proprio andare lì fuori? Io ho tanta paura" mi disse. Era spaventata, e lo ero anche io.

"Che ne dici se prima giochiamo un pó? Ti va?" le chiesi.

Le si illuminarono gli occhi, ma poi si intristirono ancora.

"E dopo?" chiese, indicando la porta.

"E dopo, usciamo da questa stanza e affrontiamo tutto quello che ci capiterà, insieme" dissi sorridendole.

"Giurin giurello?" disse porgendomi il mignolino.

"Giurin giurello!" esclamai stringendolo con il mio.

Era strano parlare la tua me del passato, ma non ci feci tanto caso. Era molto simpatica, il fatto di essere stata violentata varie volte non l'aveva minimamente toccata. Infatti le conseguenze si sarebbero verificate molto dopo, quando era nella fase dei primi amori.

Giocammo per un pó con i miei vecchi giochi, ma la stanchezza si faceva sentire per tutte e due.

Ci sdraiammo nel lettino, incredibilmente ci stavamo.

"Cantami una ninna nanna" disse sorridendo e chiudendo gli occhi.

"Oh baby, can I get you? You are my sun, you are my moon. The stars are shining, it's time to go to bed, but please stay with me, everyday and everywhere..."

Mi fermai quando sentii il suo respiro farsi più lento, gli occhi chiusi e il petto che si alzava regolare.

"Sogni d'oro, piccola Kelly" sussurrai accarezzandole la testa.

Poi caddi in un sonno profondo

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Fui svegliata dalla piccola Kelly, era terrorizzata.

"Ho avuto un brutto sogno" disse, le lacrime agli occhi e la fronte sudata.

Le asciugai il sudore con la mia maglietta e sospirai.

"Un giorno ci farai l'abitudine" sussurrai guardandola apprensiva. Era ancora troppo piccola.

"Che ne dici se usciamo?" le chiesi indicando la porta.

Lei si tiró la coperta fin sopra la testa.

"No ti prego" ripeteva.

Mi venne da sorridere. Era così carina.

"Sai che non puoi rimandare per sempre vero? E poi l'hai promesso" dissi indicandomi il mignolo sinistro.

"Cos'hai fatto al dito?" chiese, c'era tristezza nei suoi occhi.

Solo allora mi ricordai del dito che mi era stato tagliato.

"Oh niente, stai tranquilla" le dissi nascondendo la mano.

Passarono minuti di silenzio.

"Moriremo vero?" chiese puó a se stessa che a me.

"No, non moriremo, non pensarlo neanche" gridai quasi, e l'abbracciai forte.

"Kelly, la mamma è morta?" chiese con voce indifferente.

Sentii un nodo in gola e mi si strinse il cuore. Cosa dovevo fare, mentirle o dirle la verità?

Quando mi stava per spuntare una lacrima, lei mi incalzó.

"Allora?" insistette.

"No, la mamma sta bene" affermai.

Non potevo dirle la verità. Non in quel monento almeno.

"È ora di andare" le dissi, indicando di nuovo la porta.

Rimase immobile per alcuni secondi, poi si decise.

"Okay, andiamo" e mi prese la mano.

L'avrei protetta per sempre.

S/A
Sto facendo capitoli più lunghi, cioè amatemi AHAHAHA ok no, cami calmati.

Comunque please, votate e commentate se la storia vi piace :)

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