Capitolo 12

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Ci guardammo un ultima volta prima di aprire la porta.

Era tutto buio, e la piccola Kelly mi strinse la mano.

"Tranquilla" le dissi sorridendole.

Uscimmo dalla stanza e entrammo in quella di fronte, era l'ultima.

La porta era di legno vecchio e marcio, e il pomello tutto graffiato.

Entrammo.

Il vuoto, non c'era niente. Solo un'enorme stanza bianca, nessun mobile o arredamento.

"Ma dove siamo?" chiese la piccola Kelly.

Sembrava confusa... Forse anche... Delusa? Mah.

"Non ne ho idea, ma non lasciarmi la mano per nessun motivo chiaro?" la guardai.

Annuì. Ci incamminammo per la stanza, non finiva mai.

Ad un tratto incominciarono ad apparire degli alberi e dei cespugli, e il pavimento venne rimpiazzato da un tappeto di foglie. Sapevo già di cosa si trattava. E lo sapeva anche la piccola Kelly.

Era un bosco. Il bosco.

"Oh no" esclamammo all'unisono.

Ci guardammo, e guardando in quegli occhioni marroni terrorizzati ricordai tutto.

Di quando Kevin mi aveva abbandonato in mezzo al bosco di notte, quando mia madre era di turno all'ospedale, solo perchè gli avevo versato per sbaglio dell'acqua sulla maglia.

"Vivrai la stessa avventura di Hansel e Gretel, vedila così" disse lui mentre mi scaricava su un mucchio di foglie, allontanandosi con la macchina e citando la mia fiaba preferita.

Avevo solo 7 anni, per fortuna avevo un grandioso senso dell'orientamento, ma fu una delle notti più lunghe e spaventose della mia vita.

Io avevo superato quella storia, ma per la piccola Kelly la ferita era ancora fresca, e si vedeva.

"Torniamo indietro, andiamo via" imploró.

"Kelly, devi superare le tue paure, è per questo che sei qui, che siamo qui. Ci sono io con te ok? Andrá tutto alla grande" le dissi guardandola negli occhi.

La abbracciai e continuammo in silenzio.
Era tutto buio, si vedevano solo gli occhi rossi di alcuni animali.

"Pensi che sia qui vicino?" mi chiese la bimba sussurrando. Sapevo a cosa si riferiva.

Durante quella notte nel bosco, mentre cercavo di tornare a casa, avevo incrociato lo sguardo di una creatura. Era davvero mostruosa e dopo avermi ringhiato contro se ne andó velocissimo, facendo un verso agghiacciante. Non sapevo se era stato frutto della mia fantasia o meno.

"Non lo so Kelly, ma credo che lo incontreremo" le risposi. Non volevo spaventarla ma si doveva preparare alla verità.

Passarono minuti di silenzio mentre camminavamo.

"Tu hai avuto paura?" mi chiese incerta.

"Quando?"

"In questi giorni, dopo tutto quello che è successo" disse.

Lo dovevo ammettere, a 8 anni ero giá molto sveglia.

"Sono stati dei giorni lunghi e davvero spaventosi. Insomma, tutte quelle stanze, le mie paure. È stato molto intenso e anche doloroso" dissi indicando le mie ferite "ma sono felice di averti incontrata, di avere un pó di compagnia in tutto questo casino. E tu?"

"Sì, ho avuto paura" si limitó a dire. Aveva lo sguarda assente, forse stava pensando a quello che sarebbe successo quando avremmo incontrato la creatura.

"Piccola, ascoltami" dissi chinandomi e guardandola negli occhi "quando incontreremo quel mostro, ci penseró io. Ma tu dovrai nasconderti, chiaro? Non voglio che ti capiti nulla, e non solo perchè tu sei me" mi scappó una risatina, e anche lei rise.

"Va bene, staró buona nascosta da qualche parte" disse.

E fu in quel momento che sentimmo quel verso raccapricciante. Era vicino, troppo vicino.

"Nasconditi" dissi secca, mentre cercavo qualcosa con cui combattere. Trovai un bastone abbastanza adatto.

Intanto la piccola Kelly si era nascosta dietro ad un albero.

Ed eccolo lì davanti a me.

"Fammi vedere di che pasta sei fatto" urlai incitandolo.

Era iniziata l'ultima lotta per la vita.

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