capitolo 9

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*leggete lo spazio autrice finale*

Mi sveglio verso le otto senza il peso di Ethan addosso, come quando ci siamo addormentati, così mi alzo a mezzo busto appoggiandomi sui gomiti e lo trovo seduto al bordo del letto che fissa il pavimento.

'Buongiorno' dico richiamando la sua attenzione tanto da farlo girare verso di me.
Ha le occhiaie e gli occhi rossi, rossi dal pianto. Ha pianto?
'Buongiorno, come ti senti?' domanda preoccupato
'Dovrei chiederlo io a te dopo la sbronza di ieri'
'Non dopo la gomitata che ti ho dato' aggiunge dispiaciuto
Mi alzo dal letto e mi metto davanti a lui, faccio un giravolta con un sorriso sulle labbra.
'Sto benissimo, tu invece?'
'Mal di testa ma nulla che un'aspirina non possa alleviare'
'E quella invece?' chiedo indicano la mano piena di ferite con qui ha picchiato il ragazzo di ieri sera
'Sta bene'
'Non è vero, aspetta qui' esco dalla stanza e vado in bagno, prendo del disinfettante e dei dischetti e torno in camera
'Non c'è bisogno'
'Io dico di si' non controbatte e mi metto in piedi davanti a lui, tra le sue gambe.
Mentre disinfetto lui continua a guardarmi.
'Perché mi fissi?' domando senza distogliere gli occhi dal lavoro che sto facendo
'Non capisco'
'Cosa?'
'Perché sei qui dopo quello che è successo ieri?'
'Perché dovrei lasciarti?' - domando a mia volta interrompendomi e alzando lo sguardo su di lui che non fiata - 'Ho finito' dico alzandogli la mano in modo che possa vedere la fascia che gli ho messo
'Grazie'
'Figurati' faccio per uscire per andare a mettere le cose a posto ma si alza, mi prende per il braccio e mi fa girare verso di lui.
Siamo attaccati, i nostri corpo vicini, il mio petto attaccato al suo, i nasi che si scontrano e pochi centimetri separano le nostre bocche. Il mio respiro si fa più pesante e così il suo, ci fissiamo dritto nel occhi senza dire nulla, non una parola, non un fiato. Interrompe tutto incollando le sue labbra alla mie, un bacio bisognoso che però io non interrompo,anzi, allaccio le mie braccia intorno al suo collo e lui fa scendere le sue mani sui miei fianchi fino ad arrivare al mio culo, lo stringe dandomi la spinta giusta per farmi salire in braccio. Non ci stacchiamo un secondo, le nostre lingue si muovono da sole, perfettamente coordinate danzano insieme.

'Fer-fermo' dico sulle sue labbra staccandomi leggermente
'Che succede?' domanda lui affannato, proprio come me
'Non possiamo' continuo ancora in braccio a lui
'Perché no?' non rispondo, mi limito a scendere, a prendere la mia roba e ad uscire di lì lasciandolo solo.

Ma che mi è preso? Perché non mi sono staccata prima? Dio però quelle labbra!
No.
Cazzo no.

'Hope aspetta!' mi insegue fuori
'Hope fermati' continua ad urlarmi dietro vedendo che non smetto di camminare
'HOPE' urla infine prendendomi il braccio e facendomi girare, proprio come qualche instante prima di baciarci
'Guardami, cosa c'è di sbagliato?'
'Non possiamo farlo, siamo migliori amici e io sto con Jacob' quando quel nome esce dalla mia bocca lui molla la presa su di me
'Ah giusto, Jacob, ora capisco perfettamente' si passa una mano in faccia e poi la porta tra i capelli.
Restiamo lì per vari minuti a guardarci in faccia senza parlare.

'D'accordo' - spezza il silenzio - 'Non dovevo baciarti, perciò facciamo così: io e te restiamo migliori amici, tu sei fidanzata con quello e ci dimentichiamo di ciò che è successo. Va bene?'
'Va bene...' mi giro e me ne vado

Dimenticare ciò che è successo... come posso dimenticare quel bacio se è stato il migliore che io abbia mai ricevuto? Come lo posso dimenticare se non vorrei fare altro che baciarlo di nuovo? È sbagliato, lo so, non dovrei volerlo perché io sto con Jacob, a me piace Jacob...
Si, Jacob...

Arrivo a casa e noto che mamma è ancora a letto a dormire e che papà è andato a lavoro, perciò vado in camera e mi butto sul letto. Prendo il telefono e compaiono un mucchio di chiamate e messaggi senza risposta da parte di Jacob. Ieri sera me ne sono andata lasciandolo lì da solo, senza una spiegazione, forse è meglio chiamarlo. Dopo un paio di squilli risponde.

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