capitolo 19

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Lo ignoro come ignoro le sensazioni che è riuscito a provocare con un solo sguardo e inizio a camminare verso l'unico motivo per cui sono qui: Karen.

'Augurii' gli urlo con un sorriso stampato in faccia mentre allargo le braccia per invitarla ad abbracciarmi, cosa che lei fa senza esitare.

'Grazie mille' mi dice mentre mi stritola un po' a sè -'Ma come siamo belle oggi' continua una volta che si è allontanata e mi ha guardata per me facendo gli stessi identici movimenti del figlio poco fa.

'Mai quanto la festeggiata' dico nascondendo il leggero rossore dovuto all'imbarazzo del suo complimento. Dopodiché passo a salutare Bob, Liam e poi i loro nonni, ovvero i genitori di Karen, solo ad Ethan non dico nulla ma mi limito a dargli un'altra occhiata. Finiti i saluti entriamo dentro il ristorante e una cameriere ci porta al nostro tavolo.

'Lasciamo che i ragazzi si mettano vicini alla fine del tavolo, così da farli stare insieme, e noi occupiamo il resto' consiglia mio padre e tutti acconsentono a questa sua proposta. Controvoglia mi dirigo verso uni dei due capotavoli e subito i due fratelli si dividono sui miei fianchi: Ethan si siede alla mia sinistra e Liam alla mia destra.

Che l'imbarazzo inizi!

Iniziamo a scegliere cosa mangiare e il cameriere che ci ha portati al tavolo torna per prendere le ordinazioni. Tutti iniziano a parlare tra di loro tranne noi, stiamo zitti per i fatti nostri con Liam che messaggia al telefono, Ethan che gioca con le posate e io che fisso il vuoto di fronte a me. Non sto pensando a qualcosa in realtà, semplicemente rimango a guardare la tavola che mi si estende davanti, probabilmente per la situazione troppo imbarazzante che si è creata. Una mano mi passa davanti agli occhi ripetutamente, viene dalla mia destra e giro la testa in quella direzione.

'Tutto bene?' mi domanda Liam con un sorriso divertito.

'Emh s-si' dico sorridendo imbarazzata e vengo salvata da un cameriere che inizia a portare gli antipasti.

'Questo è per lei signorina' dice porgendomi l'ultimo piatto vuoto della pila di quelli che stava distribuendo agli altri. Lo fisso negli occhi azzurri, quasi ghiaccio, e sorrido per ringraziarlo, gesto che lo ricambia subito molto volentieri. Alla mia sinistra sento Ethan agitarsi sulla sedia e schiarirsi la gola, come se volesse interrompere il momento che si era andato a creare tra me e il cameriere. Quest'ultimo distoglie lo sguardo da me per passarlo al ragazzo che mi sta dietro e, neanche dopo due secondi dopo, se ne va dandomi una sola occhiata di sfuggita. Mi giro verso di lui e lo guardo con sguardo interrogativo, ma fa semplicemente finta di niente. Lascio perdere e mi riempio il piatto con gli affettati che sono sul tagliere che abbiamo ordinato per poi iniziare a mangiare.

'Come stai?' sento dire in un sussurro da lui, da quella voce che non sentivo da giorni ma che riuscirei comunque a riconoscere tra mille. Non rispondo e continuo a pranzare; si schiarisce la gola e mi pone di nuovo la domanda mettendomi una mano sul polso del mio braccio poggiato sul tavolo. Di scatto rabbrividisco a quel contatto e porto lo sguardo sulla sua mano, lo sposto sui suoi occhi e, come se lo avessi fulminato, si stacca e ritrae indietro tutto il braccio poggiandoselo sulla gamba.

'Scusate vado un secondo in bagno' dico mentre mi alzo e inizio a camminare verso la toilette. Entro dentro e appoggio entrambe le mani ai bordi del lavandino che c'è, abbasso la testa e chiudo gli occhi.

Non volevo venire qui, anzi, non dovevo. Lui mi fa stare solo male, manda a puttane ogni mio sforzo di star bene senza di lui, di vivere la mia vita. Ogni singola cellula del mio corpo vuole dimenticarlo e andare avanti, ma non appena mi è vicino cambia tutto quanto: un suo sguardo è sufficiente a farmi rabbrividire, la suo voce è come una melodia che non riesci a smettere di ascoltare, e il suo tocco, quello è il peggiore, riesce a farmi sentire al sicuro, protetta da qualsiasi male ci possa essere al di fuori.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 16, 2022 ⏰

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