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Louis agita nervosamente una gamba mentre osserva i minuti farsi sempre di più, segnalando la fine delle sue due ore di viaggio su quel treno. Stringe il telefono dentro la tasca della giacca e ringrazia il cielo che Harry venga a prenderlo alla stazione, camminare per Londra in cerca del suo lussuoso appartamento in uno degli edifici più costosi di sempre non è proprio il massimo. Non c’è mai stato molte volte, solitamente si accordavano con Liam per vedersi in giro se proprio dovevano andarci anzi, effettivamente Louis ricorda solo dell’imbarazzo di Liam nel chiedere di poter salire da Harry che non aveva nemmeno avvisato la dirigenza della privacy- è una struttura per gente con i soldi che paga profumatamente per non essere disturbata- lo staff al centralino, il quale li aveva gentilmente cacciati, temendo fossero giornalisti o altro. 
Si sfrega gli occhi, non ha proprio voglia di fare un bel niente né di parlarne né di pensarci, sono stati giorni difficili, con Liam che non capiva nemmeno perché fosse giù di corda e lui che guardava invidioso i genitori dei suoi alunni. Si sente un imbecille…
<<Allontanarsi dalle porte, prego. Fermata Manchester-Londra>> annuncia la voce metallica che Louis ha sentito per tutto il viaggio e sospirando si alza portandosi dietro  la tracolla con i compiti che si è rigorosamente preso dietro. Sono le undici e mezza, spera che Harry non voglia uscire per pranzare, non sopporterebbe un suo sclero in pubblico. Immagina già la notizia “Harry Styles, l’ultimo diamante modello di Gucci urla contro uno sconosciuto mentre consumava una costosissima aragosta da Aqua Shard”. Sorride fra sé e sé scendendo dal treno con l’orda di gente che si reca probabilmente a casa e cammina fin fuori dove Harry gli ha scritto di starlo aspettando. Non si sono mai scritti quindi è per questo che Louis ha telefonato, però il riccio si è preso più confidenza. 
Quando termina gli scalini e la luce lo colpisce nuovamente si guarda intorno cercando il suo sguardo o un ragazzo che spicchi più fra gli altri. E ovviamente lo trova dato che è l’unico con quegli stivaletti dorati davvero imbarazzanti. Tiene i ricci legati e gli occhiali da sole sul naso, lo sta cercando anche lui e lo vede solo quando sono a pochi metri, Louis con la solita espressione stanca e Harry con i soliti occhi curiosi <<Ciao>> saluta il maggiore e Harry nemmeno sorride <<Ciao>> 
Camminano fuori e stranamente non piove questa volta. 
<<Uhm, immagino tu debba parlarmi?>> domanda e Louis annuisce fermandosi davanti alla macchina <<E quindi immagino anche che sia qualcosa di serio e per cui potrei->>
<<Casa tua andrà benissimo>> lo interrompe salendo sul posto del passeggero e Harry annuisce fra sé e sé salendo a sua volta. Durante il viaggio gli unici aspetti di nervosismo che l’uno nota nell’altro sono la gamba di Louis che si muove e le dita di Harry che tamburellano sul volante seguendo il ritmo distratto della musica alla radio. Louis non la conosce ma immagina che a lui piaccia, non sa proprio niente di Harry in realtà. Forse è per quello che gli sembra ancora uno sconosciuto… 
Quando arrivano sotto all’altissimo palazzo Harry scende dalla macchina lasciandola accesa e col freno tirato, non appena Louis lo vede dare le chiavi al portinaio scende a sua volta raggiungendolo fin dentro, muovendosi impacciato fra le porte girevoli in vetro massiccio e una volta dentro guarda a disagio il personale dall’aria perfetta e quasi robotica muoversi per la gigantesca hall. Harry sta camminando davanti a lui sorridendo educatamente allo staff e nel momento in cui le porte dell’ascensore dipinte in bronzo si chiudono cala nuovamente il silenzio.  E’ tutto molto imbarazzante per Harry ma Louis non ci fa caso e resta ad aspettare mentre i numeri sembrano non finire mai. Solo quando riconosce il campanello che lo avvisa siano arrivati Louis alza gli occhi sui tasti e vede che siano al quarantunesimo piano. Rabbrividisce all’idea dell’altezza e segue il riccio che <<Di qua>> mormora svoltando a destra sul lungo pianerottolo con solo tre porte dall’aspetto prezioso. Nel momento in cui Louis varca la soglia di casa sua gli sembra di stare in un fottuto attico. E’ tutto così spazioso e luminoso, le vetrate sono enormi e sembra che le nuvole gli stiano per cadere addosso. La sua perquisizione dell’appartamento viene interrotta quando qualcosa di enorme posa le zampe sul suo braccio e quasi lo tira per terra. Louis volta il capo sobbalzando e si ritrova davanti alla faccia il musone enorme di un Akita Inu dal pelo rossiccio che gli sta un po’ sbavando addosso. Però ha un aspetto docile e morbido a giudicare dal pelo curato e quindi quando Harry sbotta un <<Amos giù!>> afferrandolo per il collare nero in cuoio abbassandolo, Louis sorride al cane chinandosi ad accarezzargli il muso <<Ma può starci qui?>> domanda abbassandosi sulle ginocchia e Harry annuisce sfilandosi gli occhiali da sole <<Certo che sì, con la fortuna che pago per viverci>> brontola e Louis arriccia il naso divertito a vedere il pelo che svolazza ovunque quando il cane si scuote seguendo il suo padrone nel salone principale <<No, intendo,>> Louis si alza raggiungendolo dopo aver sfilato la giacca ed essersi aggiustato il maglione grigio leggermente scollato <<Non ha bisogno di aria e giardini?>>
Harry annuisce allungandosi per afferrare da un mobile una bottiglietta di birra, <<Infatti andiamo a correre ogni mattina e a camminare ogni pomeriggio, poi dopo cena>> elenca e Louis corruga la fronte sedendosi sul divano delicatamente, pauroso di macchiare qualcosa di tanto bianco- si chiede anche come il cane faccia a non sporcarlo-, accettando la birra. 
<<Ma tu non sei sempre occupato?>>
Harry sorride sedendoglisi a due cuscini di distanza <<No>> nega accarezzando il muso del suo fedele cagnone che si siede educatamente. Prende un sorso e lo guarda tornando serio <<Quindi, l’urgenza è per cosa?>>
Louis sospira abbassando lo sguardo <<Ho parlato col dottor Dallas>> mormora raccontandogli di qualche giorno prima <<Gli ho telefonato per chiedergli cosa dovessi fare se dopo tre settimane il test di gravidanza risultasse ancor sempre negativo e mi ha detto che ormai è quasi passato un mese teoricamente, quindi se non c’è segno di positività l’inseminazione non ha funzionato>>
Harry si morde il labbro guardandolo rattristato <<Oh. Mi dispiace…ci ho messo troppo?>> chiede poi e Louis nega <<No, ha detto che probabilmente gli spermatozoi sono morti prima del previsto o che non sempre anche durante il sesso protetto la fecondazione avviene. Quindi…quindi non ha funzionato>> scrolla le spalle bevendo un sorso di birra e  cercando di calmarsi. Sente il cuore in gola e le orecchie fischiare, i palmi delle mani gli sudano e il respiro del cane è l’unico suono che si sente.
<<E Liam lo sa?>>
Louis nega <<No>> tiene lo sguardo fisso sul tappeto <<Certo che no. Dallas ha detto che l’unica opzione è…>> deglutisce non riuscendo a dirlo e Harry trattiene il respiro capendo improvvisamente cosa voglia dire. 
<<Tu->> sbatte gli occhi confuso <<Sei qui per questo?>>
Louis si sfrega la fronte annuendo piano <<A quanto pare>>
Harry inizia ad agitarsi <<E Liam non lo sa?>>
<<No Harry, Liam non lo sa>>
<<Di cosa stiamo parlando esattamente?>> si piega in avanti <<Perché io ho capito che sei qua per chiedermi di fare sesso con te senza dirlo a Liam poi dopo>>
Louis si morde un labbro scansando il suo sguardo, le guance rosse e la vergogna dipinta in viso <<Allora non c’è bisogno che io te lo ripeta>>
Harry non capisce proprio. Perché Louis, quello che gli ha ripetuto per giorni che non sarebbe servito nessun rapporto, ora è lì che lo pretende? 
<<No, no, aspetta. Come pensi di spiegare la cosa poi?>>
Louis sospira appoggiandosi allo schienale morbido <<Tornerò a casa, farò il test e se sarà positivo bene, gli dirò che l’inseminazione ha funzionato, altrimenti penserò che o siete sterili in due o io ho qualche problema>> sorride amaramente e Harry riesce solo a mormorare un <<Non sono sterile…le mie analisi sono perfette>> per cui Louis corruga la fronte <<E quando le hai fatte?>>
<<Prima di tutta questa storia, non volevo darvi false speranze ma è successo lo stesso…>> dice prendendo un sorso, gli occhi rabbuiati. 
Louis sospira <<Non è stata colpa tua. Anche se Dallas continua a dirmi che il mio organismo non abbia niente che non va inizio a pensare che probabilmente non sia vero quindi è l’unica soluzione>>
<<Vuoi davvero farlo? Mentire a Liam così? Che poi, perché mentire quando lo voleva lui?>> lo guarda esasperato e Louis si morde il labbro negando <<Lo credevo anche io ma dopo l’inseminazione mi ha detto che era meglio così, che non avrebbe sopportato di saperci uniti in un altro modo perché questo avrebbe probabilmente rovinato il nostro rapporto e non...>> si blocca prendendo fiato <<Non posso deluderlo così. Lui lo vuole tanto e io pure, ma non voglio che tutto finisca come anni fa, lui che quasi andava in depressione e io che mi sentivo quello inutile nella cosa->>
<<Tu non sei quello inutile Louis, tu sei quello che ragiona. E’ Liam che è sempre stato un fissato, se ora è la gravidanza prima era il suo lavora e prima ancora i bei voti e la laurea e al liceo essere il primo della classe. E’ fatto così non sei tu quello che ha dei problemi>> lo interrompe bruscamente guardandolo fisso negli occhi. 
Louis si umetta le labbra <<Lo so. Cioè immagino, però tu hai passato giorni a ripetermi che magari non avrebbe funzionato quindi non pensavo che sarebbe stato un grande problema, menzogne a parte>> ammette giocando nervosamente con la carta incollata al vetro bagnato. 
Harry si sfrega i capelli sciogliendoli dall’elastico e lasciandoli ricadere sulle spalle, li scosta dal viso e guarda a terra col solito cruccio pensieroso sulla fronte. 
<<E quanta probabilità c’è che funzioni la prima volta?>> chiede e Louis scrolla le spalle <<Dallas dice che probabilmente se non ha funzionato una volta non funzionerà due, e che…sì insomma, hai capito>> balbetta a disagio sentendosi sempre più caldo sulle guance.
E’ terribilmente imbarazzante per lui! Il modo in cui Harry lo sta guardando, e cioè come se stesse scherzano, lo fa sentire male con il proprio corpo, cosa che gli è successa bene o male qualche volta da adolescente, mai più da grande. E’ davvero così brutto per Harry? Insomma, sa di non essere tutta questa bellezza però cavolo potrebbe anche smetterla di guardarlo come se fosse un alieno con tre braccia e quattro occhi! 
E’ per quello che Louis guarda ovunque tranne che lui deglutendo il nodo in gola e parlando ancora <<Non sei obbligato a farlo Harry, sul serio. Hai già fatto tanto, anzi, probabilmente non avrei nemmeno dovuto chiedertelo>> Louis si muove posando la birra e alzandosi in piedi per andarsene <<Hai già aiutato abbastanza Liam, sicuramente se ne farà una ragione. Sapevamo che poteva andare così, prenderemo un cane!>> prova a buttarla sul ridere anche se si sente davvero ferito, ma d’altronde sapeva che Harry fosse il fratello un po’ più sulle sue, quello infantile e forse persino tirch-
<<Lo farò!>> Harry si alza di botto fermandolo sulla porta e Louis si volta sospirando stanco <<Harry, davvero fa niente>> non vuole nessuna pietà. 
<<No, posso farlo>> annuisce avvicinandoglisi <<Voi ve lo meritate quindi non sarà nessuno sforzo per me. Forse per te di più, essendo fidanzato, ma per me no>> 
Louis corruga la fronte guardandolo confuso e Harry scosta lo sguardo <<Cioè- non che io sia un pervertito Louis, è solo un favore…>> borbotta cercando di riparare ma il maggiore continua a restare sulle sue <<Quindi ti fermi per il weekend?>> domanda poi sorridendogli forzatamente e Louis annuisce titubante <<Immagino di sì…>> infila le mani nelle tasche posteriori dei jeans e abbassa lo sguardo su Amos che gli sta scodinzolando per terra. 
<<Sì, giusto>> annuisce il riccio <<Seguimi>> 
Louis recupera la tracolla e lo segue fino ad una porta che si rivela essere la stanza degli ospiti ma che a lui sembra quasi una camera d’hotel per la vetrata grande e il letto gigantesco che sembra davvero morbido. C’è una scrivania ad angolo della stanza, lontano dagli armadi di fronte al letto, e sopra questa un IMac della Apple. In ogni caso Louis, dopo aver posato la tracolla si sofferma sulla visuale del vetro mentre Harry farfuglia cose dietro di lui.
<<Ti va bene se ordino qualcosa per pranzo? Dovevo mandare qualcuno a fare la spesa ma poi sei arrivato…>>
Louis sorride voltandosi <<Qualcuno? Non vai tu?>>
<<Sì, ma alla fine ho dormito troppo>> sospira <<Cosa vuoi mangiare?>>
Il liscio scuote il capo <<Sei tu quello specializzato della zona. Stupiscimi>> propone e Harry lo osserva per un po’ prima di sorridere e uscire annuendo fra sé e sé mentre Amos resta nella stanza cercando forse di capire qualcosa in più su quello sconosciuto. 
Louis gli sorride chinandosi <<Puoi fidarti di me, non sono sempre così critico>> lo accarezza dolcemente e il cane scodinzola guardandolo con quella tipica faccia d’Akita, quella un po’ da goduto col sorriso che lo fa ridacchiare. 
Louis si sistema con la tracolla sulla scrivania, non ha portato niente dietro se non dell’intimo stretto in un sacchetto, la borsa più che altro contiene i compiti dei suoi alunni che deve assolutamente finire di correggere. Quindi è esattamente quello che si mette a fare mentre Amos lo osserva seduto al fondo del letto per ben un ora e passa, quando poi Harry bussa affacciandosi alla porta- Louis non ha sentito il campanello- alza lo sguardo <<C’è il pranzo se vuoi>>
Si alza scostandosi dalla sedia lanciando un'occhiata al cane <<Come hai fatto ad addomesticarlo?>> 
Harry sorride facendosi seguire fino in cucina dove il tutto è già apparecchiato <<Ho chiesto una mano a uno specialista. Era un cucciolo solo nel canile, quindi l’ho preso, all’epoca aveva una malattia agli occhi dovuta alle poche proteine ma col cibo giusto è andato tutto bene>> accarezza il cagnolone che lascia scivolare fuori la lingua <<C’è mancato poco che mi mettesse a soqquadro tutto l’appartamento>> si siede di fronte a lui e Louis abbassa lo sguardo sul semplice hamburger ancora nella carta. 

I'm Having Your Baby, It's None Of Your Business Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora