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La sua gamba si agita nel vuoto mentre la dondola seduto sulla scrivania come sempre, un libro fra le mani e la voce rilassata e pacata che narra la storia ai diciannove bambini davanti a lui. A ogni colpo di scena questi sembrano riprendersi dall’inziale sonno e forse è proprio l’imitazione dei personaggi che Louis fa a evitare di farli dormire. 
<<E poi bom!>> sbotta a un tratto ridacchiando silenziosamente al notare tutti destarsi di nuovo <<Il coccodrillo afferrò tra i suoi denti affilati l’uncino del Capitano e lo strattonò con sé sul fondale del mare mentre Spugna gridava e piangeva cercando di scorgerlo in acqua>> la sua voce assume un tono piagnucolante <<”Oh povero me! Povero me! Come farò senza il mio Capitano? Chi gli laverà più i denti? Chi gli sistemerà i riccioli e luciderà il suo uncino”?>> alza la mano sventolandola come se fosse il ferro del Capitano e qualche bambino ride <<E mentre il povero pirata si disperava Peter Pan e i bambini sperduti facevano festa, lasciandosi trasportare in cielo dalla polvere fatata di Trilli. Volarono lungo tutto il prato, fra gli alberi e i grandi fiori enormi, risvegliando tutti gli animali dell’Isola che non c’è e persino gli Indiani che come promesso, avevano tenuto al sicuro Wendy e i suoi fratelli. Il piccolo Michael dormiva sereno abbracciando il suo peluche morbido e John giocava a imitare il Capo della tribù, “Il Capitano sarà fuori gioco per un po’!” disse Peter sedendosi a fianco della sua dolce Wendy>> un coro di versi schifati si leva dai maschietti e Louis sorride <<”Sei stato molto bravo Peter, ma è stato pericoloso! Ero preoccupata” disse Wendy e così Peter si alzò in volo raccontando a tutti cosa ne avesse fatto di quel furfante del Capitano! Poi, quando la sera calò le stelle si fecero più intense e Michael si risvegliò, “Torniamo a casa?” domandò e Wendy gli sorrise “sì, dobbiamo proprio tornare”. John protestò “Io voglio restare con i bambini sperduti e gl’indiani! Senza di noi chi combatterà contro Uncino?”. Peter, che voleva farli restare, guardò Wendy intendendo che John avesse ragione ma lei negò “i nostri genitori ci stanno aspettando a casa Jhon, te lo sei scordato?”. John parve ricordarsi della sua mamma e del suo papà e allora insieme i fratelli salutarono i bambini sperduti e gli indiani, la principessa Giglio Tigrato e Trilli, poi, con Peter, volarono fino alla seconda stella oltrepassandola per giungere di nuovo a casa>> si lecca le labbra schiarendosi la voce <<Una volta che i fratelli furono a letto già addormentati Wendy corse alla finestra, scostò le tende e urlò “Non ti dimenticherò mai Peter!” sventolando la mano al cielo dove la seconda stella a destra brillava. Fine>> chiude il libro e le bambine protestano <<E la risposta di Peter?>> i maschi non vogliono saperne <<Meglio così! Wendy è noiosa!>> 
Louis ridacchia facendo il giro sulla cattedra e lasciandoli discutere, è sana politica fantasy d’altronde, no? Quando la campanella suona si ricorda di dare a ognuno di loro l’augurio di buone vacanze per quel weekend insieme agli origami sui fantasmini e tutte le altre cose di Halloween fatte. Non appena la classe si svuota Louis si stira andando alla finestra pronto a togliere le decorazioni appese, sicuramente i bidelli non lo faranno, e proprio mentre è alle prese con uno scotch particolarmente antipatico qualcuno bussa alla porta. Nel voltarsi sorride vedendo Niall, il suo vestirsi è un po’ più classico, meno sciolto come Louis, e lo sprona ad entrare <<Vieni, vieni, stavo solo finendo qui>> con tutti i fogli di carta pesta in mano torna alla cattedra infilandoli nel cestino della spazzatura, l’anno prossimo ne avrebbero rifatti altri come sempre. 
<<E’ un po’ che non ci vediamo, come va?>> chiede Niall e Louis sospira scrollando le spalle <<Bene come sempre, certo che tu hai degli orari proprio orribili>>
Il biondo sorride <<Che vuoi che ti dica, alcuni insegnanti non ci sono ancora e mi tocca fare sostituzione>> Louis raccoglie le sue cose ed escono insieme passeggiando per il cortile coperto di foglie autunnali. 
Si sono conosciuti in un’imbarazzante occasione, Louis credeva di dover salire al piano di sopra e si è fermato quando giunto lì aveva visto “bimbi” un po’ troppo cresciutelli…quindi aveva chiesto al primo di passaggio che altro non si era rivelato che Niall il quale era stato gentilissimo a portarlo di sotto. Da allora, forse perché tra i più giovani, i due vanno molto d’accordo. 
<<Ti vedo agitato Lou>> mormora mentre si accende la sigaretta e Louis sospira. Lo è, Liam gli ha scritto quel pomeriggio verso le due che il fratello fosse già arrivato e al liscio ci è voluto tutto il pomeriggio per calmarsi. 
<<No…è solo una storia complicata>> scrolla le spalle e Niall gli chiede di più con gli occhi <<Sai che Liam è sterile,>> inizia infilando le mani nelle tasche della giacca osservando il cielo nuvoloso <<Lui crede che…vogliamo provare ad avere figli con il seme di suo fratello>> ammette e ad usare quel plurale si sente quasi contro sé stesso. Come se in realtà lui non lo volesse come credeva di aver chiarito. 
Niall è abbastanza immobile da sembrare incredulo <<Ah>> dice poi sbuffando via il fumo <<E…insomma- artificiale?>> 
Louis annuisce a stento <<Sì, ma se non funziona deduco che proveremo il metodo- uhm, naturale>> le sue guance diventano rosse e sbuffando muove le gambe verso il pacco di sigarette che Niall tiene in mano per accendersene una. E’ un anno o due che non fuma, ha persino smesso per questa cosa delle gravidanze o comunque gli piaceva calmarsi in modo naturale ma ora ne ha proprio bisogno. 
<<Lou, sei sicuro? Teoricamente la logica sarebbe mollare Liam e cercarsi qualcuno che non sia sterile o voglia adottare->>
<<Io amo Liam e vogliamo un bambino, mi sembra ragionevole chiedere a suo fratello>> lo interrompe. 
Niall lo guarda incerto <<E allora perché stai fumando? Quando lo fai è perché sei nervoso e se sei nervoso è perché temi qualcosa. Tu non vuoi farlo Louis te lo leggo in faccia>> 
Louis nega <<Non è che non mi va, solo non mi fa impazzire. A chi farebbe impazzire? Se tuo fratello avesse una moglie sterile non ti andrebbe Nì, però lo faresti perché gli vuoi bene>>
<<Sì, finchè è artificiale, poi però se le cose vanno più a fondo gli ricorderei che ho una morale anche io e andare troppo in profondità in queste cose le rovina sempre Louis>> gli ricorda buttando la cicca a terra <<Ora sono in ritardo>> sbuffa <<Ci vediamo lunedì?>>
<<Sì, ciao>> 
Louis, non intenzionato a restare fuori, butta la sigaretta a sua volta e sale in macchina, diretto a casa. Cambia stazione radio per tutto il tragitto e quando arriva parcheggiando un po’ distante dove c’è posto sospira spegnendo il motore. Se guarda due macchine più avanti riconosce il Range Rover di Harry e davvero, non ne ha voglia di entrare e affrontare la situazione, si rompe le palle di farlo e improvvisamente il volante sembra interessante. Ma sono già le cinque e vuole farsi un bagno e rilassarsi prima della notizia bomba che sconvolgerà la vita di Harry. 
Sospira scivolando via dal sedile, afferrando lo zaino da dietro e frugando nelle tasche mentre un tuono rimbomba nel cielo. Apre il cancello osservando distrattamente la macchina di Liam nel cortile e cammina fino alla porta aprendola giusto in tempo per le prime gocce di pioggia. Quello che gl’invade le narici è un odore delizioso di arrosto e sorride posando la giacca e infilando le pantofole, lasciando lo zaino nel primo posto che trova vuoto, dirigendosi in cucina <<Il tuo arrosto è sicuramente il mio preferito>> mugola entrando ma si blocca su due piedi quando non è lo sguardo nocciola di Liam a ricambiare il suo bensì quello verde del fratello. 
Harry solleva lo sguardo dal telefono sorridendogli con le solite fossette, aprendosi nel suo classico ghigno divertito lasciando spazio alla sua voce roca e bassa <<Be’, grazie>> dice e Louis è sicuro di essere un pomodoro. 
<<Uhm, scusa, credevo che…>> gesticola puntando il forno e Harry ridacchia spostando i ricci, che sono cresciuti in modo a dir poco elegante su di lui,  dall’altro capo del viso lasciandoli ricadere sul collo, le spalle coperte da un maglione lilla mentre le sue lunghe gambe nascoste dal tavolo si mostrano avvolte in jeans neri strappati sul ginocchio, ai piedi dei semplici calzini. 
<<Liam è andato a fare la spesa un attimo, o così ha detto un'ora fa>> si alza sovrastandolo con la sua statura com’è sempre stato e per un attimo lo guarda così intensamente che sembra quasi che sappia tutto e non veda l’ora. Ma Louis sa che è solo il suo classico “fascino da modello” qual è. 
<<Come va?>> domanda Harry, più piccolo di lui di due anni, un metro e ottanta centimetri di autostima e bellezza, due grandi smeraldi al posto degli occhi e due buchi neri tra le guance. I palmo grandi attorno a quel minuscolo IPhone e quel suo solito atteggiamento da normale ragazzo che ignora la propria immagine sulle copertine delle riviste della domenica mattina. Certo, nessuno si è mai lamentato, ma più volte Louis, nel raccogliere la posta, si è chiesto perché mai a qualcuno dovrebbe piacere vedere Harry Styles in mutande con quello sguardo appositamente sexy di domenica mattina. 
Lui e Harry non sono amici, è tutto un rapporto di educazione che ha Liam a vertice, non si stanno antipatici o altro però non parlano spesso. Louis non lo vedeva da un anno se andava bene, vivendo sia a Londra che in California a Los Angeles, e lavorando con Gucci, probabilmente Harry ha una vita molto intensa, Louis non lo sa e a meno che non sia Liam a parlargli di lui il liscio nemmeno se ne ricorda. I due sono fratelli ma non hanno lo stesso cognome, a quanto pare il padre li ha abbandonati e dopo che Anne si è risposata Liam ha cambiato cognome, Harry no. 
<<Bene>> annuisce chiedendosi se sappia davvero o meno. Probabilmente Liam sta aspettando lui…lo sorpassa andando a prendersi una tazza di tea dal termos grande sperando gli sciolga il nodo allo stomaco <<Tu?>> chiede poi e Harry scrolla le spalle <<Tutto bene>>
Non appena arriva a metà tazza e tutto si fa un po’ imbarazzante Louis sorride educatamente <<Hai bisogno di me per qualcosa? Pensavo di andare a fare una doccia…>> 
Harry nega giocherellando col telefono <<No, no. Vai pure>> 
<<Uhm, Harry?>> domanda poi mentre sta uscendo e il riccio rialza lo sguardo <<Quanto ti fermi?>>
Lui scrolla le spalle <<Non lo so. Pensavo anche di andare un po’ a casa, qualche giorno…Liam non m’invita spesso qua, sai che gli piace la sua privacy, però sembrava davvero preoccupato per qualcosa>> accenna e Louis scosta lo sguardo quasi subito annuendo fra sé e sé e sparendo in bagno. 
Con irrequietezza si fa il bagno giocherellando con le bolle come sempre e si chiede come potrebbe mai fare sesso con qualcuno con cui non riesce nemmeno a parlare. Spera che l’inseminazione artificiale funzioni, lo spera davvero perché avere un rapporto con Harry sarebbe….Louis non riesce nemmeno a pensarci. 
Sospira uscendo dall’acqua quando sente la porta di casa sbattere, non è che si stia nascondendo da Harry, è solo che cerca di farsi forza per il modo in cui li guarderà tra circa un ora. Non appena esce vestito con abiti comodi da casa Liam lo prende fra le braccia cogliendolo di sorpresa <<Sei emozionato?>> gli sussurra sulla bocca e Louis non può fare a meno di sorridere. Lo ama così tanto che la sua eccitazione passa sino alle viscere dell’altro che annuisce baciandolo intensamente. 
<<Uhm, è il vostro anniversario e non lo so?>> si sentono chiedere e Liam ride <<No, si chiama amore Haz, non so se lo conosci…>>
Harry arriccia il naso <<Sono troppo giovane per farlo>> farfuglia buttandosi sul divano osservando un vecchio thriller e Louis sorride alla sua risposta. Anche lui un tempo si credeva così, poi fortunatamente era arrivato Liam!
<<Quando glielo chiederemo?>> domanda e Liam scrolla le spalle <<Non so se sia meglio farlo strozzare durante la cena o dopo con il vino>> sorride e Louis ride rumorosamente aiutandolo ad apparecchiare. L’atmosfera è già più sciolta e per tutta la cena Louis sente poco la pressione di quello che andranno a fare, quando poi però Liam torna con i caffè il riccio accavalla le gambe posando le mani sui braccioli, lo sguardo intenso come sempre e le labbra scure <<Allora? Di che hai bisogno Lee? Non mi fai mai venire qua troppe volte>>
Liam gli sorride <<Scusa fratello ma mi piace il mio spazio con il mio uomo>> scrolla le spalle e Louis sorride appena abbassando lo sguardo, giocherellando con il lobo dell’orecchio nervosamente <<Però,>> continua <<Questa volta io e Louis abbiamo deciso che ci serva il tuo aiuto>> e Louis davvero non si spiega perché quel cavolo di pluralismo lo pizzichi come nessun’altro. E’ ancora metà convinto che Liam abbia deciso tutto, e sa che è una stupidaggine però non può farne a meno. 
Harry gli lancia un occhiata dubbiosa, quando prima gli ha chiesto se sapesse qualcosa del perché fosse lì con tanta urgenza Louis non gli ha risposto.
<<Uhm, cos’è un appuntamento a quattro?>> la butta sul ridere ma il silenzio nella stanza gli fa sparire il sorriso <<Mi state preoccupando>>
Liam sospira sfregandosi i capelli <<Tu sai che io e Louis vorremo dei bambini da un po’ ma io non posso>> il fratello annuisce <<E non è che non ci siano altre soluzioni solo che non mi piacciono. Voglio un bambino che sia mio, non adottato né altro, col mio stesso sangue e…il mio stesso patrimonio genetico>> inizia e Louis abbassa gli occhi a terra sentendosi quasi in imbarazzo per questa sua fissazione. 
<<E quindi cosa devo fare? Andare alla ricerca di qualcuno zero positivo?>> Harry non capisce e Louis quasi si rivede in lui. 
Liam si lecca le labbra guardandolo fisso negli occhi mentre lo dice <<Vorremmo che tu facessi da donatore di sperma, Harry>> dice e Louis non riesce a non rabbrividire. Sembra una cosa così inquietante, così scientifica e orribile da suonargli quasi illegale! Il modo in cui Liam è così serio gli mette ansia. 
Harry è paralizzato. La sua postura è rigida, le sue guance meno rosse e la bocca è aperta in parole silenziose. Il suo cervello è in probabile stand-by e i suoi occhi sono fermi su Liam ma nel momento in cui questi scivolano verso Louis il liscio distoglie lo sguardo tornando a fissare il fondo del caffè. Non lo guarderà, non lo guarderà perché sa che la sua espressione è da “Liam ha il cervello fottuto e tu gli lasci continuare questa cosa” ma in amore tutto è lecito e Louis vuole amare Liam, e avere un bambino. Quindi se è così che dovrà averlo, lo farà. 
<<Io- Liam…>> questo è tutto ciò che Harry riesce a dire in quei minuti successivi. 
Liam sospira sfregandosi il viso <<Lo so che sembra una cosa disgustosa e tutto, ma ci farebbe felice Harry. Devi solo farti una bella sega, vuotare tutto nel bicchierino ed è fatta>>
Harry si agita <<No cazzo, non è fatto niente! Vuoto nel bicchierino e divento padre Liam!>> sbotta e Louis si sente quasi in colpa del suo corpo a causa del suo tono di voce. 
<<No. Il bambino è mio, mi serve solo il tuo->>
<<Sì il mio patrimonio genetico per le tue fissazioni! Adottate un bambino!>> 
<<Voglio qualcosa di mio Harry! Sono tuo fratello, credi che mi piaccia l’idea? Credi che non abbia paura che magari crescendo si sentirebbe stranamente più attaccato a “zio Harry”? Sono tutti rischi che io voglio correre perché voglio un bambino che sia mio! Sei troppo giovane per capire, e so che è una grande richiesta ma cerca di comprendere>> lo prega e Harry si strofina la fronte. 
Louis è ancor sempre silenzioso, una mano fra le gambe accavallate e l’altra a reggere la tazzina, poi Harry sbotta <<Voglio parlare con Louis. Da soli>> cosa che lo fa sobbalzare. 
Liam li guarda confuso, ma se è ciò che dovrà fare per avere un sì, lo farà. Quindi annuisce e si alza, chiudendosi la porta della cucina alle spalle, lasciandoli soli e in silenzio. Louis non sa cosa dire, capisce la batosta e tutto il resto, l’ha passata anche lui, spera solo che Harry non si monti la testa perché col cavolo che Louis è felice di tutto questo. 





Cosa dirà Harry?
Forse finché è inseminazione artificiale è una buona idea?

I'm Having Your Baby, It's None Of Your Business Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora