mela

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Yoongi rimase a fissarlo, tra un misto di curiosità e preoccupazione.

«Ehi. Sei sicuro di stare bene?» chiese.

Il ragazzo si teneva allo stipite della porta con un braccio. Le occhiaie erano delle brutte ombre su quel viso grazioso, privato momentaneamente del suo colore. Quello che colpì Yoongi furono i suoi occhi, affilati e taglienti, decisamente in contrasto con le labbra piene e carnose. I suoi capelli erano chiari, arruffati come un nido di uccelli.

«Certo.» rispose sospirando, come se avesse risposto a quella domanda centinaia di volte. La sua voce era morbida e soffice, priva di qualsiasi fastidio o arroganza.

Jimin gli allungò subito i soldi e Yoongi rimase stupito quando ricevette in mano la somma esatta. In cambio, gli consegnò la busta con il cibo e fece un inchino. Non lo aveva mai visto in giro e questo era insolito. Gli sarebbe piaciuto imparare di più su quel tipo.

«Ah oggi niente caffè.» sussurrò il ragazzo, sbirciando nella busta. Subito dopo si chiuse la porta alle spalle. Yoongi era già lontano, ma riuscì a sentirlo.

Si rimise sul motorino e guidò per andare a casa sua. Intanto, sembrava rivivere i momenti passati poco prima. Quella voce sarebbe stata capace di rendere innocuo anche il peggiore degli insulti. Nel frattempo che percorreva le strade buie, si rimproverò di starci pensando troppo.

Quando arrivò di fronte al Kobi's, fermò violentemente il motorino. Questo emise un suono fastidioso, come per lamentarsi. Yoongi notò che le porte erano chiuse e lui non aveva ancora le chiavi.

«Vaffanculo.» sussurrò e prese la strada per casa sua.

Dopo un quarto d'ora, si trovava di nuovo di fronte alla casa di quel "Park". Era davvero tardi e si chiese se non stesse già dormendo. Fu sul punto di tornare indietro, dandosi dello sconclusionato, ma poi proseguì per gli scalini. In mano, una piccola busta.

Suonò il campanello. Dalle finestre si vedeva che le luci erano accese. Mentre aspettava, Yoongi strofinò un piede a terra.

Il ragazzo aprì la porta e Yoongi sollevo il capo per guardarlo. I loro sguardi sembrarono incrociarsi per la prima volta. Il tempo rimase immobile, fermo in quel secondo, permettendo a due anime di incontrarsi.

Yoongi non seppe bene che parole usare per giustificare la sua presenza, e così allungò la piccola busta.

«Avevi chiesto il caffè, mi spiace di non avertelo portato prima.» disse Yoongi. Il ragazzo allungò incredulo la mano per raggiungere il sacchetto e ci guardò dentro.

Una mela rossa e un caffè macchiato in una tazza di ceramica, con una pellicola sopra. In quel momento molte domande gli ronzarono in testa e le mise in fila per fare più ordine.

«Questa tazza non è del Kobi's.» commentò l'altro. Yoongi pensò che frequentasse talmente tanto quel locale da essere in grado di riconoscerne l'argenteria senza problemi.

«No, infatti è mia. Il locale era chiuso e l'ho preparato a casa.» Le guance del ragazzo imitarono il colore della mela, non tanto per il gesto decisamente cordiale. Yoongi capiva come si sentiva: un caffè dovrebbe essere semplice da fare, mentre lui aveva bisogno di ordinarlo al ristorante.

Lo sconosciuto si inchinò di scatto, piegando la schiena notevolmente. Yoongi rimase sconcertato dal movimento improvviso. Se ci avesse provato lui si sarebbe spezzato la schiena.

Restarono in silenzio per qualche secondo. L'occhio di Yoongi ricadde all'interno della casa e la prima cosa che notò fu la quantità impressionante di libri. Poi decise di andarsene, per evitare di disturbare ulteriormente quel povero cliente.

Fece qualche passo verso l'uscita.
«Scusami...»
Yoongi fermò i suoi passi e si girò nella sua direzione.

«Qui c'è una mela.» disse.

«La caffeina a quest'ora fa davvero male, ma ho dovuto portarti il caffè perché lo avevi pagato. La mela è in caso decidessi di fare la scelta giusta.» rispose.
A differenza dell'altro ragazzo, il tono gentile di Yoongi si nascondeva nella sua voce ruvida ed era molto difficile scovarlo.

Ma ci riuscì.

Quando rientrò in casa, il suo gatto bianco si strusciò sul suo pigiama azzurro. Poggiò sia il caffè che la mela sul tavolo della cucina. Li guardò per un momento e poi sorrise.

«Credo che ordinerò da Kobi's più spesso.»
Poi diede un morso alla mela.
Prima di andare a dormire, ripensò a quei capelli scuri come la notte e a quegli occhi luminosi come le stelle.

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