onda

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ALLERTA
⚠️ SMUT ⚠️

Potete saltare, non c'è nessuna parte fondamentale per la storia

Baci impacciati tenevano occupate le loro bocche, rendendo i movimenti per entrare in casa ancora più complicati. La gatta Monroe osservò i due corpi avvinghiati entrare come due furie all'interno dell'appartamento e balzò via dal divano quando vide Jimin gettarsi con poca grazia su di esso, senza preoccuparsi di nulla. La sua mano, intrappolata nei capelli di Yoongi, costrinse il ragazzo a raggiungerlo, mosso anche dal desiderio irresistibile di quelle labbra. Ogni secondo di divisione portava ad un assalto ancora più violento, come un riflesso all'astinenza. I loro corpi sembravano muoversi all'unisono e ormai le loro bocche avevano preso lo stesso ritmo.

Jimin strinse le ginocchia attorno alla vita di Yoongi e questo si sollevò da lui per sbottonarsi la camicia nera. Si perse negli occhi pieni di lussuria sotto di lui, che sembravano fotografare ogni suo movimento. Yoongi rallentò, per godersi la visuale, poi si abbassò di nuovo verso di lui per toglierli la maglietta bagnata. Le loro pelli si scontrarono e Yoongi tolse premurosamente le ultime gocce d'acqua che erano rimaste sul corpo di Jimin con baci umidi. Il ragazzo immergeva le mani nei suoi capelli, l'unica cosa che poteva fare mentre si abbandonava a lui.

Le labbra del moro risalirono sul petto, fino ad arrivare al collo.

«Mhm, Dio.» si lasciò sfuggire Jimin, quando Yoongi andò a succhiare la pelle che copriva la vena principale. L'altro sorrise e aumentò la velocità, alternando i baci ai morsi. Jimin cacciò la testa all'indietro, ormai si muoveva freneticamente. Gli sembrò che la cosa che desiderasse più al mondo fosse proprio il corpo di Yoongi. Gli cinse una gamba attorno al fianco, provocando un attrito. Anzi, lui desiderava Yoongi, ogni parte di lui.

«Merda, Jimin...»  sussurrò. Tra i sospiri, portò la sua lingua a tracciare un sentiero tra la clavicola e la mandibola. Si fermò arrivando all'orecchio.
«Fermami adesso, altrimenti dopo non ne avrai più l'occasione.»

Jimin scostò il viso per guardarlo negli occhi.
«Se mai dovessi chiederti di fermarti, ti prego, mettimi a tacere.»

E a quel punto anche l'ultima ombra di buon senso che avevano conservato in quel momento, s'infranse come un pezzo di vetro sotto alla forza del desiderio. Yoongi sollevò Jimin, senza mai smettere di assaggiarlo e lo guidò, con non molta fatica, verso la sua camera da letto. Le coperte diventarono umide a contatto con i pantaloni bagnati ed entrambi li tolsero, più velocemente di quanto avessero mai fatto in vita loro.

Jimin gattonò verso lo schienale del letto e Yoongi lo raggiunse. Afferrò i suoi fianchi mentre si stava ancora muovendo, costringendolo a fermarsi ed attaccarsi di nuovo al suo corpo. Stavolta, senza alcun indumento a dividerli. Jimin pensò di svenire quando sentì le proprie intimità scontrarsi. Guardò per un attimo Yoongi e rimase estasiato dall'espressione che avevano i suoi occhi mentre osservavano le loro gambe incrociate.

Con le sue mani, fece ritornare la sua attenzione su di lui. «Vieni.»

Yoongi non se lo fece ripetere. Il fatto che non fosse un verginello pauroso e pieno di pudore lo fece eccitare ancora di più. Mentre si spingeva in lui, pensò che la notte era ancora lunga e desiderò che quel corpo fosse stato suo per tutte le notti della sua vita.

Jimin inspirò profondamente, lasciandosi sfuggire un gemito quando realizzò la profondità in cui si era spinto. Si coprì con un braccio le labbra consumate e le guance arrossate. Non sarebbe durato più di un minuto sotto il suo controllo. Yoongi cominciò a spingere il bacino, producendo dei suoni secchi e sconci dal contatto con le sue cosce. I sospiri diventarono gemiti, che il braccio di Jimin cercava di ovattare.

Tra una spinta e l'altra all'interno del suo corpo, Yoongi gli prese il polso, scoprendo il suo volto. Fissò la bocca schiusa in cerca di aria e il volto sconvolto dal piacere. Fece salire le sue dita fino a che non si intrecciarono perfettamente con quelle di Jimin e poi le sbatté prepotentemente sulla spalliera del letto. L'altra mano di Yoongi gli teneva il fianco.

Jimin si staccò da un'altro bacio a corto di aria, mentre il suo corpo si muoveva così freneticamente da sembrare che stesse saltando da sdraiato. Il letto ormai cigolava e le coperte ben tirate avevano cominciato a disfarsi.

«Yoongi, cristo Yoongi!» esclamò, poi si aggrappò ancora di più a lui. Il suo corpo cominciò a tremare e i suoi gemiti aumentarono di numero. Yoongi strinse i denti e si abbandonò ad un gemito, mentre aumentava la velocità. L'estasi che gli procurava quel corpo sotto di lui era quasi indescrivibile. Era sicuro che non ne avrebbe mai avuto abbastanza. «Cazzo, ti amo.»

Un'onda sembrò travolgere i loro stomaci, lo sforzo li costrinse a respirare ancora più affannosamente. Yoongi inarcò la schiena e Jimin emise un ultimo ed esausto gemito. Si ritrovarono l'uno affianco all'altro, ad osservare l'intonaco bianco con gli occhi dilatati.

Nei minuti successivi ci fu solo il sottofondo dei festeggiamenti del paese.

Jimin ripensò alle ultime parole dette da Yoongi e si girò nella sua direzione. Lui lo stava già guardando. Sembrava aver capito.

E non ci fu bisogno di altro.

Rosso MelaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora