casco

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Seokjin non fu per niente contento di vedere Yoongi di fronte alla camera dove riposava di Jimin. Gli buttò addosso tutte le colpe (sia quelle che aveva che quelle che non aveva), ricoprendolo di insulti; dovette intervenire Namjoon per farlo uscire dalla stanza. Ma Yoongi non aveva sentito una parola. Il tempo per lui si era fermato al volto scavato dalla magrezza di Jimin, reso ancora più pallido dal riflesso della luna. Assunse un'espressione di orrore quando insieme all'odore di medicinali, si unì la vista della flebo che era collegata al braccio Jimin.

Dopo che le urla di Seokjin furono diventate solo un eco lontano in corridoio, Yoongi poté lasciarsi andare. Cadde in ginocchio sul pavimento e si reggeva a malapena.
   - Yoongi? - lo chiamò Jimin, scostando un lembo di coperta per andargli incontro.
   - Fermo, non ti alzare. - lo fermò, senza però guardarlo in faccia. - Faccio da solo. Sto bene, solo un cedimento. - Passò qualche attimo di silenzio. Le stelle aspettavano l'alba come Jimin aspettava di sentirsi dire qualcosa.

- Mi odi? - chiese Yoongi. Quando lo guardò finalmente in faccia, gli occhi gli si allagarono di lacrime: Jimin gli stava sorridendo. Quante ne aveva passate, senza di lui? Quanto aveva sofferto? Come faceva a sorridere ancora a quel mostro?
   - Mai quanto ti odia Seokjin in questo momento. - ridacchiò, poi indicò la direzione del corridoio per fargli sentire ancora gli schiamazzi del suo amico. Yoongi non ebbe la forza di sorridere, ma riuscì ad avvicinarsi a lui. Fu in quel momento che si accorse di una mela, sul comodino. La prese e finalmente lasciò cadere le lacrime, mentre Jimin gli ricordava:
- "In caso decidessi di fare la scelta giusta". -

E per i giorni seguenti, Yoongi fece la scelta giusta. Gli chiese perdono inchinandosi per terra e giurò che non aveva passato un giorno senza pensarlo. Si erano dati degli idioti a vicenda per non essersi sentiti, o scritti tutte le volte che i ricordi che avevano condiviso insieme facevano visita alle loro menti, per puro capriccio o orgoglio che fosse.

Si erano amati, si erano odiati, si erano mancati. Passarono tutta la notte a ricordare, a ipotizzare e con grande sorpresa di Yoongi, e con un po' di timore, Jimin chiese della sua famiglia.
   - Alla fine avevo torto, hai fatto bene a dare loro una seconda possibilità. Era il tuo sogno, hai fatto bene a rincorrerlo, finché non l'hai raggiunto. -

- Tu non devi darla a me, però. Non me la merito. -
- Yoongi. Io devo... -
- No invece. Non devi sentirti in debito con me e non fare nulla che non ti senti, so come sei fatto. Per non far soffrire gli altri, tu... -

- Però fammi finire, testone. - rise Jimin e Yoongi si cucì le labbra.

- Io devo darti una seconda possibilità, perché solo così raggiungerò il mio sogno. - La sua mano si sollevò fino a raggiungere la sua guancia. Yoongi la prese, era terribilmente fredda.

- Yoongi, io ho sempre voluto te. - Pianse anche lui. Avevano aspettato, sofferto e perdonato, è questo il percorso per raggiungere ciò che si vuole, la strada non è mai dritta. Yoongi accarezzò le sue lacrime, ma nel farlo non si rese conto di aumentare le sue. Con il suo permesso, Yoongi si chinò verso di lui.

La porta si spalancò con violenza, provocando un tremendo rumore che fece sobbalzare i due.

- Scusate! Abbiamo avuto un contrattempo. - si scusò Taehyung con il fiatone e con la camicia abbottonata male. Jungkook apparse subito dopo dietro di lui, nelle stesse condizioni ma con le gote rosse e qualche macchia sospetta sul collo.

- Ma insomma! - brontolò Yoongi, facendo ridere Jimin.

- Tu non lamentarti che senza di me non saresti neanche qui! - gli rispose Jungkook, per poi correre da Jimin. Taehyung si accorse che era più triste del solito, poi si ricordò di quello che gli aveva riferito Jungkook.

- Cosa vuol dire che volevi vedere Yoongi un'ultima volta? - chiese infatti poco dopo. Jungkook inspirò profondamente e fece per dire qualcosa, ma Jimin lo interruppe.

- Non sapevo per quanto tempo sarei dovuto rimanere qui. - cominciò. - E in un momento di panico ho pensato di morire. -

- Non dirlo neanche per scherzo! - esclamò Yoongi. - Non lo voglio sentire. -

Dalla porta sbucarono anche Seokjin e Namjoon. In corridoio c'era anche Hoseok, con il viso coperto da un cappuccio e un'espressione mite.

- Ma l'infermiera mi ha rassicurato che starò bene. Certo, sarei dovuto venire in ospedale agli inizi, quando era appena cominciata la bulimia, ma non è troppo tardi. -

Jungkook e Taehyung lo circondarono in un delicato abbraccio, a cui poi si unirono anche Seokjin e Namjoon. Yoongi si voltò e riconobbe Hoseok, che appena lo vide si alzò per andarsene, ma l'altro gli fece cenno di entrare. Hoseok gli regalò un sorriso riconoscente e una pacca sulla spalla.

Jimin, circondato dall'abbraccio dei suoi amici, si abbandonò a quel torpore e chiuse gli occhi.

[...]

Quando Jimin venne dimesso, fu estremamente contento di vedere il motorino rosso mela di Yoongi ad attenderlo. Il proprietario ci stava comodamente appoggiato e teneva un casco sottobraccio e un altro lo puntava nella sua direzione.

Jimin si avvicinò ridendo. - Se ti vedesse la mia infermiera ti farebbe ricoverare. -

- Chissene importa di quella vecchia racchia. - commentò Yoongi mentre gli allacciata il casco. - Ho di gran lunga più paura di Seokjin io. -

- Alla fine ti ha perdonato? -

- Ha detto che non gli sono mai andato a genio e che questo mio sbaglio ha soltanto confermato il suo sesto senso. -

- In altre parole non ce l'ha più con te. - sorrise Jimin. Yoongi gli regalò un bacio. Poi un altro e un altro ancora, ma il casco rendeva tutto molto difficile e finirono per ridere come due scemi quando per sbaglio le sue labbra incontrarono il sapore poco piacevole del materiale del casco.

- Andiamo, che quei due matti ci aspettano. - disse Jimin pensando a Jungkook e Taehyung.

- Figurati, saranno impegnati a baciarsi o a litigare. - rispose Yoongi, mentre si metteva il casco. Jimin però cominciò a togliersi il suo.

- Quindi possiamo permetterci di farlo anche noi. - Yoongi tornò sui suoi passi e si sganciò il casco, avvicinandosi a Jimin e incastrandolo tra la moto e il suo corpo. Stava per incontrare le sue labbra quando l'altro sorrise.

- Io intendevo litigare. - sussurrò.

- Litigheremo dopo che ti avrò costretto a baciarmi. -















Un anno di ritardo AHAHAHA

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 20, 2023 ⏰

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