CAPITOLO 12

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SANGIOVANNI

Non riesco a ricambiare il suo abbraccio, vorrei condividere il suo dolore ma sono soffocato dal mio. È tardo pomeriggio quando rientro in camera distrutto e avverto che oggi non tornerò in studio. Sono ferito, incazzato con lei, con me stesso, col mondo. Mi lascio cadere sul letto e sento il suo profumo misto al mio. D'istinto immergo la testa nel cuscino, le lacrime tornano a scorrere con prepotenza. Mi alzo di scatto convinto di dovermi fare una doccia per fare chiarezza su tutto ciò che penso, mentre mi avvio alla porta però vedo un foglietto ripiegato male, probabilmente per la fretta, appoggiato sul comodino. Non è un foglio su cui scrivo io, non lascerei mai ciò che scrivo in giro. Lo prendo in mano e mi siedo a terra, la testa contro il muro, sprofondo nel silenzio del mio cuore.
"Gio, perdonami gli errori e le lacrime sul foglio, perdonami davvero per tutto. So che sei ferito perché lo sono anche io e la sola idea di averti causato dolore mi distrugge, so che è lo stesso per te. Perdona te stesso. Perdonati assolutamente prima di pensare di perdonare me, se mai ci penserai. Non hai fatto nulla, o meglio, ti sei perso nella tristezza, tristezza di cui io sono stata la principale causa.
Io credo nelle emozioni ma ho paura delle mie e tu hai ragione. Hai ragione su tutto tranne che sul fatto che io non fossi sicura di te o dei tuoi sentimenti. Io non sono sicura di me e lontana da te lo sono ancora meno. Io mi sento di troppo continuamente, a volte mi sento di troppo anche per me stessa. Vorrei solo sparire nella danza e non tornare alla realtà, ma questo già lo sai, così come sai che nel mio riflesso vedo solo cose sbagliate. Scusa se ti ho deluso.
Non pensare che la colpa sia del tuo amore, ciò che ci è successo non c'entra minimamente con questo. La "colpa" se così vogliamo definirla è della mia costante paura di soffrire. Perché, si sa, quando le cose belle finiscono fa davvero tanto male. La vita va così : feriamo e verremo feriti, non esistono solo le carezze... qualche cicatrice ce l'hanno tutti, io e te lo sappiamo bene. Io di cicatrici ne ho così tante che se non avessi quella risata a farmi da scudo mi vedrebbero tutta squarciata, io di cicatrici ne ho così tante che ho il terrore di averne altre. É stato per questo che sono fuggita... una nostra cicatrice sarebbe stata troppo. Sono fuggita dai miei sentimenti, sono scappata dal nostro amore perché avevo paura potesse finire.
Mi sentivo così in bilico tra le paranoie e mi sono allontanata per non pesare su di te. Tu hai un animo così profondamente tuo Gio che non so spiegarlo, tu sei diverso da tutti, guardi oltre tanto che hai notato una come me, mi hai conosciuta che ero ridotta a brandelli, tenuta in vita solo dalle mille coreografie in cui mi rifugiavo e piano piano hai iniziato a ricucire i pezzi. Mi hai mostrato che posso imparare a prendermi cura di me stessa.
Io ti amo, il mio cuore è tuo anche se è ridotto un schifo. So che ora penserai ai tuoi errori per giustificare i miei ma non devi. Anche se hai il cuore spezzato o sei arrabbiato tu ama. Perché è ciò che fai meglio. Ama te stesso, il tuo lavoro, la tua vita, le giornate di pioggia così come quelle di sole. Ama e scusami, sono un gran casino. Ti stimo molto, sei la persona più bella che io abbia mai conosciuto, farai sempre parte del mio mondo e della mia arte.
Ciò che è nostro lo sarà per sempre e, se non nella realtà, potrà esserlo in quegli istanti che custodisco con amore.
E sarai x sempre..."
Mi sento male mentre leggo inchiostro su carta tutte le sue insicurezze, tutto ciò che ci ha divisi. Mi sento arrabbiato perché certi pensieri non dovrebbero nemmeno sfiorare la mente di una persona così pura. Lei è sole eppure nasconde così tanto buio. Io sono innamorato di questa sua fragilità, di questo suo essere sempre e solo vera. Ma sono ferito per il suo soccombere alle emozioni, perché è scappata invece di appoggiarsi a me.
"Ho creduto di toccare il cielo con un dito, per un attimo, un attimo solo. E poi il buio, un freddo, il vuoto. È così che ci si sente quando ami"
scrivo veloce sul retro del foglio, le parole si allungano per via delle lacrime che bagnano la carta già ridotta malaccio per via delle sue. Lo ripiego accuratamente e lo metto sotto al cuscino. Mi infilo le cuffie e ripensando all'ultima frase di quella sua lettera faccio partire Lady, mi addormento desiderando solo di poter tornare indietro, di poter cancellare i nostri errori e tutte quelle insane paure così da poterci sorreggere a vicenda.

NOI CHE SIAMO D'ISTANTIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora