CAPITOLO 16

2.4K 114 5
                                    

Passano tre giorni da quel bacio che è rimasto solo loro, Sam è tornato a casa quindi Giulia non fa altro che provare e riprovare, non vuole deluderlo. Alterna ore da sola in sala ad ore di prova con Madame ad ore di stage che segue o che tiene lei stessa insieme ad altri professionisti. Ballare non la stanca mai e anche quando le gambe si intorpidiscono, o le braccia iniziano a fare male o ha il fiato corto lei non si ferma. Nella danza trova la serenità, quell'equilibrio interiore che crea dipendenza e, qualsiasi sia il male fisico, lei non riesce a farne a meno. È nata per ballare, nient'altro le appartiene di più, nient'altro la fa sentire tanto libera.
La stessa cosa accade a Sangio chiuso in studio da giorni mentre cerca conforto in un foglio di carta. Sta cercando nuove idee e incidendo le sue canzoni versione acustica. Lui nel foglio vive la vita che vorrebbe... lui abbandona paure e paranoie e si immerge in quel mondo così profondamente unico che poche persone sono in grado di capire.
Entrambi pensano spesso a ciò che è successo. Giulia non è pentita ma sa di aver abbassato le sue difese, quella corazza che aveva dovuto rafforzare man mano durante l'anno. Lui invece è in ansia, l'ansia del dubbio, quella che non ti fa capire proprio niente di ciò che provi. Si ripete che ci sono davvero troppe cose in sospeso, tanti fatti da chiarire, errori da perdonare.

GIULIA

Entro al millesimo stage a cui sto prendendo parte durante questo periodo a Vicenza, devo staccare la testa e voglio occupare ogni secondo. La lezione inizia e la sala si riempie. Balliamo un pezzo hip hip pazzesco e mentre mi avvio all'uscita controllo sul cellulare se qualcuno mi abbia inviato qualche video per girarlo ai miei e magari condividerlo sui social. Sulla porta però una voce mi ferma
-Giulietta!- esclama un Simone molto allegro
indietreggio di un passo e lo guardo, sembra più alto ma forse è solo una mia impressione. La muscolatura asciutta e definita è rimasta la stessa di quei primi mesi in America così come il ciuffo dite sto con un sacco di gel che ora, dopo ore di lezione, è tutto scompigliato.
-Ciao- rispondo timidamente non sapendo come comportarmi
-Sapevo fossi qui per il progetto con Madame ma non va facessi anche degli stage- mi dice per smorzare la tensione
-Lo sai che per me non è mai abbastanza- e una della mie risate risuona nella stanza
Lui mi squadra dalla testa ai piedi, devo essere un disastro e poi aggiunge -Beh, mi sei mancata, magari ci vediamo in questi giorni o a qualche lezione anzi se vuoi ti accompagno ora in hotel-
è gentile come sempre e non me la sento di rifiutare, nonostante quello che è successo avevamo legato molto. Saliamo sulla sua macchina e sono felice di non dover chiamare qualcuno alla Sugar...
-Mannaggia la Sugar- esclamo di scatto
-Che succede?- Simo mi guarda confusa
-Devo andare alla Sugar per vedere delle cose, oddio dovevo essere lì 5 minuti fa-
-Non c'è problema ti porto io, è anche qui vicino sta tranquilla-
-Scusa davvero è che mi era passato di mente- cerco di spiegare ma lui mi sorride sereno e parte

SANGIOVANNI

Sono in studio e mi sto avviando verso l'uscita, manca qualche minuto alle 8 e sarei già dovuto essere a casa ma volevo scrivere ancora un po'. Quando apro la porta però rimango immobile, Giulia è in macchina con un ragazzo, si sono appena fermati nel parcheggio e lei scende di fretta dalla macchina. Un po' troppo di fretta perché non guarda dove va e viene a sbattermi proprio mentre si precipita dentro
-Ma dove corri così disperata- le dico scherzando
è tutta rossa e sudata, presumo sia stata a qualche lezione. Ha i capelli raccolti in una coda ormai tutta spettinata -Scusa è che avevo un appuntamento con Fabio e Madame prima di cena e sono in ritradissimo- si giustifica quasi in imbarazzo. D'istinto alzo una mano e le sistemo una ciocca di capelli che sfuggiva dalla coda. -Vai tranquilla, penso siano in sala riunioni- le dico con voce rassicurante e mi sposto per farla passare. Si muove piano non più con la fretta di prima e ci guardiamo fin quando lei non entra. Il mio sguardo si posa automaticamente sul ragazzo della macchina. Pierlu deve venirmi a prendere e a quanto pare oggi è la giornata delle persone in ritardo così mi avvicino allo sconosciuto. Sono troppo curioso. Mi presento ma lui sa già chi sono e forse sa anche qualcosa in più, visto lo sguardo che mi riserva.
Mi saluta tranquillo e mi dice di chiamarsi Simone
-E cosa fai balli?- gli chiedo intuendolo dalla maglietta sudata che indossa e che gli contorna perfettamente il busto e le spalle muscolose
-Si infatti ho incontrato Giulietta fuori dallo stage e mi sono offerto di accompagnarla in hotel, poi c'è stato questo piccolo cambio di programma-
Giulietta... questo già mi irrita
-Ah é come vi conoscete voi due?- so che non sono fatti miei ma è una domanda innocua
-Siamo stati insieme in America, ho fatto il primo mese li con lei poi lei è stata presa per il tour e io sono dovuto tornare, eravamo amici ma non è andato tutto come doveva e ci siamo persi- c'è un po' di amarezza nelle sue parole e credo che sia lui il tipo del bacio che poi lei ha rifiutato ma non voglio indagare oltre.
-Capisco, comunque se non vuoi aspettare posso riaccompagnarla io, devono venire a prendere anche me e dovrei stare qua in ogni caso- non so perché o meglio non voglio ammetterlo ma non voglio che lei vada con lui.
-Beh Sangio se proprio vuoi va bene- mi dice capendo che avrei insistito e guardando l'orario
-Posso chiederti una cosa se non è troppo invadente- aggiunge incerto
-Ovvio-
-Beh ecco so che non ne parli volentieri e nemmeno lei ma voi due...- lascia sfumare la frase e so che lo chiede perché già una volta si è ritrovato in mezzo alla nostra storia incasinata
-Noi due siamo un bel casino- rispondo con un sorriso amaro e lui mi guarda storto
-Da come vi guardate non sembra- mi dice mentre accende il motore e parte, mi chiede di salutargli Giulia e di dire che le scriverà, probabilmente vuole uscire con lei penso ma poi mi dico che non sono affari miei.
Mi siedo sugli scalini all'ingresso aspettando mio padre e Giulia e penso a lei con questo tipo, a me con Sara, a quel cazzo di bacio che non mi esce dalla testa, al nostro silenzio... ora che cosa dovremmo fare?

NOI CHE SIAMO D'ISTANTIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora