TENDERNESS

1.7K 92 36
                                    

Era un venerdì pomeriggio qualunque di Dicembre. Eren si era annoiato a scuola per poi sfogarsi a ginnastica e tirare un sospiro di sollievo alla campanella che aveva sancito la fine della lezioni e inaugurato il weekend. Sì, era un giorno come un altro, se non fosse stato che, anziché essere a casa sua o in giro con gli amici, Eren era steso sul suo professore di inglese. Se era stato strano ritrovarsi nudi nel suo letto dopo aver fatto sesso, ora le carezze silenziose che Levi gli lasciava tra i capelli erano la cosa più naturale e rilassante del mondo. Nessuno dei due sapeva come avrebbero gestito il primo incontro che non era destinato a concludersi su due piedi per mancanza di tempo o perché in luogo inappropriato. Eppure era stato spontaneo restare accoccolati insieme dopo l'amplesso e donarsi attenzioni affettuose, respirando il dolce profumo l'uno dell'altro sotto al lenzuolo che li copriva per metà. Entrambi erano abituati al silenzio di una casa vuota, ma quell'assenza di parole che li circondava era intrisa di sospiri pacifici e mormorii dettati dai tocchi gentili che si riservavano. Così Levi ed Eren avevano scoperto un altro modo di stare insieme oltre al contatto fisico più carnale che li aveva portati ad uscire insieme da scuola quel pomeriggio. Le ore erano passate in fretta e allo stessa modo il tempo sembrava lontano da quel nido rassicurante in cui la camera del professore si era trasformata da quando il ragazzo vi aveva messo piede. L'imbarazzo era un ricordo lontano mentre Eren ripassava con il polpastrello la linea che divideva gli addominali scolpiti di Levi, incoraggiato dalle dita del corvino che giocavano ad attorcigliare i lunghi capelli del castano. Chi avrebbe mai sospettato che un individuo così scostante potesse celare tutta quella dolcezza sotto agli occhi apparentemente vitrei? Eren sorrise tra sé e sé a quella piacevole scoperta, trovando il coraggio di spezzare debolmente il mutismo che li stava facendo intorpidire.

"Levi..." 

Dio, ancora gli suonava strano e meravigliosamente perfetto il suo nome sulle labbra.

"Cosa c'è, moccioso?"

Levi sussurrò, non volendo infrangere quella bolla di perfetta armonia in cui tutto sembrava così giusto e immacolato. Si trovò travolto dagli occhi verdi di Eren che, restando appoggiato al suo petto, rivolse il volto all'insù per guardarlo. Il solito rossore gli imporporò le guance. Levi improvvisò l'espressione più morbida che riuscì a trovare per incoraggiare il ragazzo a parlare.

"Perché a scuola sei sempre così severo con me?"

Eren notò bene il solco confuso tra le sopracciglia dell'uomo.

"Eren, sono severo con tutti. Ci sarà un motivo se sono il professore più temuto dell'intero istituto."

"Sì, okay, però... Devi ammettere che con me ci vai giù più pesante che con gli altri. Anche i miei compagni ne sono convinti."

Eren parlò con un tono innocente. La voce quasi bianca per stemperarla da ogni traccia di accusa. Non riusciva ad essere arrabbiato con l'uomo che gli aveva regalato un amplesso di più di quaranta minuti, ma la curiosità di sapere di più degli atteggiamenti del corvino era cresciuta tra gli ansimi dei loro incontri proibiti.

"Perché non voglio che ti abbatti, Eren."

Levi sollevò il mento del ragazzo con le dita. L'espressione seria e intensa.

"I miei colleghi mi hanno sempre detto di andarci piano con te perché vivi da solo, ma io non voglio che tu dia poca importanza a ciò che fai e al futuro che hai davanti solo perché non hai il sostegno della tua famiglia. So cosa vuol dire crescere da soli. Per questo so che non è la pietà quello che ti serve. Hai grinta, Eren. Hai carattere. Voglio che li porti sempre con te e che li sfrutti per diventare ciò che vuoi anche se non hai nessuno vicino ad incoraggiarti. Io... Voglio vederti vincere, Eren, anche se la vita non ti serve le sue carte migliori."

SECRET LESSONS (ERERI)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora