WEEKEND

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Il sole era già tramontato da mezz'ora sul modesto appartamento di Levi. Il corvino insieme ad Eren era rientrato da poco in casa. Dopo la colazione finita in una sessione di sesso sul ripiano della cucina, i due avevano trascorso il pomeriggio nel centro commerciale più grande di Trost. Levi aveva chiesto quasi inconsciamente ad Eren di trascorrere insieme il fine settimana e, di fronte alla risposta entusiasta e imbarazzata del ragazzo, gli era venuto automatico pensare ad un posto lontano da Shiganshina dove avrebbero potuto viversi liberamente. Levi non sapeva bene il motivo, ma ogni cellula del suo corpo aveva adorato quel tempo con Eren in cui avevano potuto scherzare e sorridersi a vicenda senza che qualche alunno o insegnante li scoprisse in atteggiamenti intimi. Il corvino si era sorpreso di quante cose avesse in comune con quel marmocchio. Bastava pensare che erano stati in grado di parlare di libri per almeno un'ora e mezza quando entrambi si erano fiondati sugli sconti dei grandi classici. E lì, stretti tra gli scaffali della libreria del centro commerciale, Levi aveva chiaramente sentito il cuore perdere un battito quando la sua mano aveva cercato quella di Eren, bramando quel contatto per lui estraneo e spaventoso. Levi nella sua vita aveva conosciuto solo un tipo di approccio fisico e credeva che Eren avesse già compiuto un miracolo per essere riuscito a fargli apprezzare ciò che per lui era una maledizione. Tuttavia, il corvino non si sarebbe mai sognato di ritrovarsi un giorno a stringere le dita di quel moccioso tra le sue, beandosi del suo calore e del suo rossore quando non aveva sciolto il loro intreccio neanche rientrati in macchina. Anche per Eren la giornata era stata altrettanto rivelatrice. Aveva contato tutti i sobbalzi della cassa toracica ad ogni stretta di Levi, ad ogni sguardo intenso che si erano lanciati, vagando disinteressati tra le vetrine dei negozi, ma ancor di più aveva dato peso a quei silenzi in cui si immergevano l'uno nell'altro. Il calore che in quei momenti avvolgeva Eren era ben diverso da quello febbricitante che lo portava a finire a letto con il suo professore, ma era altrettanto caldo e assuefacente. Dopo il pomeriggio intenso, era stato più che automatico per Eren scendere dalla macchina di Levi insieme a lui e farsi guidare di nuovo in casa sua. Non c'era stato bisogno di mettersi d'accordo per apparecchiare la tavola e provare subito la granola di pistacchio e i pomodorini secchi che avevano acquistato, cucinando insieme un risotto che avevano accompagnato con del vino. Per i due non c'era nulla di più spontaneo della reciproca compagnia e, forti dei loro interessi comuni, erano presto finiti sul divano di fronte al dvd Romeo e Giulietta che avevano notato nella sezione scontata della biblioteca.

Eren poteva sentire il fiato caldo di Levi sul suo collo quando questi sollevava il petto contro alla sua schiena in respiri cadenzati. Tra le sue braccia, Eren avvertiva quel piacevole tepore che negli anni aveva dimenticato, finendo presto ad affrontare notti solitarie per l'assenza dei genitori. Nel buio della sala a luci soffuse, si chiedeva se per Levi fosse una cosa da tutti i giorni passare il tempo libero con i suoi amanti e stringergli la vita, accoccolandosi cono loro sul sofà di casa. Il ragazzo non poteva certo sapere che il cuore di Levi stava andando a mille come aveva fatto tutto il giorno. Il cervello del più grande aveva smesso di chiedersi da dove arrivasse quel bisogno viscerale di tenere Eren stretto a sé. Levi cercava il contatto del petto con la sua schiena e intrecciava le proprie gambe con quelle dannatamente lunghe del ragazzo. Era convinto che avrebbe potuto inalare quell'aroma di vaniglia dalle ciocche castane per l'eternità. Il calore dei loro corpi avvinghiati era più rincuorante di qualsiasi falò in quella fredda sera invernale. Fu difficile per entrambi accettare la scadenza imposta dall'orologio che intimava a Levi di prepararsi per il suo turno di lavoro. Al corvino non era mai sembrato così difficile abbandonare quell'incastro perfetto. Si mise a sedere sul divano, accarezzando i morbidi capelli castani di Eren. Quegli occhioni verdi guizzarono nei suoi, facendogli perdere ragionevolezza per un attimo. Vedere Eren sorridere e spingersi sul suo palmo in cerca di più contatto lo fece sentire debole per la prima volta in tutta la sua vita.

"E' già ora che vai?"

Eren chiese senza preoccuparsi di ammorbidire il broncio infantile sul viso vezzeggiato dalle carezze di Levi. Sentiva già freddo senza il suo corpo attorno, ma in qualche modo era sicuro che quella bolla di affetto e rassicurazione non si sarebbe spezzata finché fosse rimasto sul quel divano, in quella casa in cui si sentiva meno straniero che nella propria. Gli occhi solitamente indifferenti di Levi si piantarono nei suoi con una nota di dolcezza che Eren non aveva ancora visto, ma che già imparava ad apprezzare.

"Sì, devo proprio andare, ma tu resta qui, moccioso fai quello che vuoi e quando sei stanco vai a letto."

Levi sussurrò, convinto che Eren fosse già per metà nel mondo dei sogni. Avrebbe potuto pentirsi di aver rinnovato l'invito a restare per un'altra notte, ma sapeva troppo bene che la voglia di vederlo dormire una volta tornato dal lavoro era troppa perché potesse combatterla.

"D'accordo. Buon lavoro, Levi."

Eren si accoccolò sul divano, portando le gambe al petto. Brividi caldi lo scossero quando Levi passò le dita fredde dietro al suo orecchio e al suo collo, sfiorandolo dolcemente per attutire il distacco. Aveva già gli occhi chiusi quando sentì i passi felpati del più grande lasciare la stanza, tirandosi dietro la porta di casa. Premette il viso nel cuscino dove era stato con Levi per tutta la sera. Immagini della bellissima giornata insieme a danzare nella mente assopita dal sonno imminente. Le labbra si piegarono in un sorriso e per la prima volta Eren sentì qualcosa di diverso dalla pulsione sessuale che lo spingeva verso quell'uomo apparentemente freddo e scostante. Eren aveva la certezza che anche il giorno dopo sarebbe stato impresso nella sua memoria perché iniziava a capire che ogni momento con Levi era un momento speciale.

***

Levi incontrò il freddo della notte, gelando nei vestiti striminziti che era costretto ad indossare per lavoro. In un turno come un altro si diede da fare com'era abituato, ma qualcosa era irrimediabilmente cambiato. Tra i vari incontri più o meno impegnativi in cui il suo corpo veniva prosciugato in favore di un bisogno sporco e infimo, Levi non riusciva a sentirsi del tutto anestetizzato dai suoi gesti. Nel suo corpo scorreva la voglia di tornare da Eren. Per tutta la notte non fece altro che far scorrere il tempo il più veloce possibile, desiderando solo di essere sotto alle coperte insieme a quel moccioso che, ormai lo sapeva, non sarebbe più riuscito a dimenticare davvero.

SECRET LESSONS (ERERI)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora