Cap. 4

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-Sopra la piantina della stanza di Todoroki-

Pov.Izuku

Mi svegliai la mattina seguente, nudo nel letto del principe Todoroki, il quale mi teneva la vita come a evitare di farmi scappare. Mi voltai verso di lui ancora intrappolato nel suo abbraccio e lo toccai lievemente sulla spalla, scuotendolo. Sentì un mugolio venire da lui, che mi strinse di più a sè facendo toccare completamente i nostri corpi e le nostre intimità sotto le coperte. <Sire, è ora che si svegli> sussurrai calmo; Finalmente Todoroki aprì gli occhi e mi guardò. Rimanemmo così per qualche minuto, finchè non si alzò leggermente mettendosi sopra di me e baciandomi. Dopo qualche secondo mi staccai dal bacio, <Sire, farà tardi per la colazione.> dissi, stavolta in tono più alto rispetto a prima. <Hmm...Ok> disse. Finalmente si alzò da me, tornando a sedersi sul letto; Spostai la coperta alzandomi, prendendo l'intimo della sera prima e mi poggiai al muro per metterlo. Mi girai verso l'armadio, cercando degli abiti adatti da dare al principe, finchè non sentì le sue mani cingermi la vita da dietro e la sua testa posarsi sui miei capelli. < Vederti nudo la mattina è il miglior risveglio che possa avere Izuku~> mugugnò. <Sire, ne sono onorato, ma farà tardi.> Dissi passandogli i vestiti. Lo vidi mettere un leggero broncio e sospirare, allargando le braccia. <Sei sempre così freddo> disse, mentre iniziavo a passare una manica della camicia da un braccio all'altro. <Ma è proprio questo che mi piace di te~> sorrise, mettendo nuovamente le mani sulla mia vita mentre stavo per allacciare i bottoni della camicia bianca. <Sire la prego. Se arriverà in ritardo verrà sgridato dal re> dissi, scostando le sue mani da me e ricominciando a chiudere i bottoni. <In quel caso dirò che non mi hai svegliato in tempo> sorrise. Presi intimo e pantaloni iniziando a metterglieli, <Non c'è problema> risposi, abbottonandogli i pantaloni blu. Il principe sospirò <Scherzavo. Non rischierei mai di perderti> disse. Presi la giacca blu e gliela porsi aiutando a mettere anch'essa. Infine gli passai gli stivali ed era finalmente pronto. <Con permesso, vado a vestirmi sire> dissi inchinandomi. <Hmm, ti aspetto nel salone> disse uscendo e chiudendo la porta.

Presi i vestiti della sera prima poggiandoli nella cesta dei panni da lavare e aprì quella che doveva essere una cabina armadio, ma che su ordine del principe Shouto, era diventata la mia stanza, anche se non la usavo spesso. Ora il principe aveva un grande armadio in stanza, accanto ad esso, dopo le colonne c'erano due porte. Una per il bagno e una per la cabina armadio. Entrai e presi dei vestiti da mettermi: Indossai dei pantaloni verdi, una camicia bianca coperta da un jilet verde e infine le mie scarpe rosse. Prima di uscire presi la cintura con un pugnale, per essere pronto a ogni evenienza, e mi diressi verso la cucina. Trovai i piatti già pronti e li portai nella sala dove la famiglia reale era intenta a litigare. Erano seduti nella stessa posizione di ogni giorno, così senza infiltrarmi nei loro discorsi, posai i piatti al loro posto. <Ti ho già detto che non puoi Shouto! E' troppo pericoloso!> Urlò re Endeavor, sbattendo il pugno sul tavolo. Stavo versando il tè alla principessa Fuyumi e per poco non cadde. <Da quando ti preoccupi per me eh!? E' solo un'uscita veloce mi accompagnerà Midoriya!> Urlò il principe attirando la mia attenzione. <Ti ho detto di no! E poi solo quel ragazzo mingherlino non basta a proteggerti!> urlò nuovamente il re, incurante della mia presenza. <Beh forse quel ragazzo mingherlino mi proteggerà meglio di quanto tu abbia fatto in tutti questi anni!> Urlò Shouto. Ero nervoso, ma cercai di non darlo a vedere, finendo tutti i miei compiti. Mi preparai a lasciare la stanza sentendo ancora le urla dietro di me, alle quali si erano aggiunte anche quelle del principe Natsu, e tornai in cucina. Finalmente tirai un sospiro sedendomi al tavolo del personale per mangiare. Non ero visto di buon occhio da molti, essendo il braccio destro per principe Todoroki, ma c'erano due persone con cui andavo abbastanza d'accordo. Uraraka e Iida, che arrivarono ora sedendosi vicino a me e ignorando le occhiate degli altri. Iida era un cavaliere, più precisamente il capo delle guardie da quando lo avevano promosso qualche settimana fa. Uraraka era una strega, anche lei aveva un ruolo molto importante: Era la guaritrice del castello e oltre ad essere una strega ed essere dotata di poteri, era anche dotata di un quirk il che la rendeva molto potente. I quirk erano dei poteri speciali, di cui solo il 20% della popolazione era provvista, maggiormente reali e nobili. Accadeva anche che alcune persone "normali" avessero dei quirk e queste persone venivano reclutate al castello diventando dei servitori. Io non avevo un quirk, altro motivo per cui alle persone non piacevo; Tutti a castello avevano un quirk, tranne me e tutti si chiedevano cosa ci facessi lì.

<Hey Midoriya> mi salutò Uraraka, <Buongiorno Midoriya> seguì Iida. Ingoiai un boccone e alzai lo sguardo, <Ciao> dissi sorridendo debolmente. <Come è andata ieri? Avevi molto da fare> mi chiese Uraraka. <Ho fatto tutto e comunque non mi lamento. Ho la sensazione che oggi sarà peggio> dissi. <E' per questo che hai due pugnali invece di uno oggi?> chiese Iida. Annuì finendo di mangiare, <Il principe Todoroki ha litigato nuovamente col re. E penso voglia uscire dal castello> dissi. Iida andò in panico dicendo che doveva mobilitare le guardie, <Non farlo> dissi, <Se cambiassi le posizioni delle guardie il re si accorgerebbe che c'è qualcosa sotto. Todoroki si arrabbierebbe e litigheranno nuovamente. Andrò io con lui, tu pensa a non farci scoprire. Puoi farlo?> chiesi. Iida sospirò <Sei sicuro di riuscirci? Perchè non mi fiderò mai abbastanza di voi due> disse. Annuì e riuscì a convincerlo. <Portati dei mantelli con dei cappucci, così non vi riconosceranno.> Suggerì Uraraka. <Vuoi un pendaio magico con cui puoi chiamarmi in caso accadesse qualcosa?> chiese nuovamente. Scossi la testa. <Non sono sicuro uscirà, ma comunque non penso ce ne sia bisogno.> dissi. Uraraka annuì e finalmente finimmo tutte e tre di mangiare.

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