Cap. 22

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Pov.Izuku

Ero a un passo dal morire congelato, quando mi feci spazio tra la neve, arrivando ad una locanda. Caddì nella neve cercando di raggiungerla, ma mi rialzai per il troppo freddo e arrivai alla porta, bussando. Dopo qualche secondo, finalmente qualcuno mi aprì e mi arrivò una calda vampata d'aria che mi fece ritrovare un pò di speranza e vita. Ad aprirmi era stato un uomo dai capelli neri e occhi rossi, vestito in modo strano e sembrava non risentire del freddo nella sua casa calda. 

<Chi sei ragazzo?> mi chiese, incrociando le braccia al petto

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<Chi sei ragazzo?> mi chiese, incrociando le braccia al petto. <M-Midoriya I-Izuku si-signore> balbettai, tirando su col naso. <Hmm, hai paura o non sei di queste parti per tremare così> disse, studiandomi, <L-la seconda> sussurrai, iniziando a sentire la testa scoppiarmi. <Capisco> disse, spostandosi dalla porta, <Entra prima che cambi idea> concluse. Non me lo feci ripete nuovamente, portando le mie gambe a compiere un ultimo sforzo.  Appena entrato, sarei crollato se non fosse stato per lo sconosciuto, che mi resse per la vita tenendomi in piedi e aiutandomi a sedermi accanto al fuoco. 

<Aspetta qui> disse, prima di sparire dietro di me. Mi strinsi a fondo nella mia mantella, chiudendo leggermente gli occhi per la vicinanza col tepore del fuoco; La testa mi faceva male terribilmente e sentivo di poter addormentarmi lì per lo sfinimento. Stavo per stendermi a terra, prima che l'uomo mi toccò la spalla risvegliandomi improvvisamente; Mi voltai, vedendo avesse una ciotola di zuppa in mano. 

<Tieni, è calda e immagino tu non abbia avuto cibo cucinato da un pò> disse, porgendomi la ciotola insieme a un cucchiaio di legno. <Grazie> sussurrai, iniziando a mangiare; Non mi piacevano le verdure, ma ingoiai tutto senza fare storie. Era caldo e riscaldava il mio petto e la mia gola, facendomi sentire meglio. 

<Non le ho ancora chiesto il nome> dissi, con voce roca; L'uomo sospirò, sedendosi a terra accanto a me. <Puoi chiamarmi Stain, diciamo che è il mio nome d'arte> rispose.  Annuì alla sua affermazione, <Sei famoso?> chiesi, ma Stain mi guardò strano, <Che significa?> chiese confuso. <Ho pensato che avendo un nome d'arte... Molte persone dovessero conoscerti> ammisi, ingoiando un' altra cucchiaiata di zuppa. <Beh, diciamo che è così> rispose, <Ma non per i motivi che pensi tu> aggiunse. Lo guardai confuso, finendo definitivamente la zuppa e porgendo il contenitore all'uomo; Sospirò alzandosi e gettando la ciotola nel lavandino.  <Non risponderò a domande di cui so non vuoi sapere la risposta> disse, incuriosendomi maggiormente, ma mi costrinsi a non chiedere nulla. 

<Puoi dormire nel mio letto, domani mattina ti darò del cibo e te ne andrai di qui> disse. Mi alzai dal pavimento, <E tu dove dormirai?> chiesi; La casa era piccola, aveva solo tre stanze. Appena entrati ti ritrovavi in una sala, separata sulla destra da un balcone che segnava la cucina, mentre c'erano altre due porte: Una per il bagno e una per la camera da letto. 

<Posso dormire sulla poltrona> rispose, <Posso dormirci io, ho dormito in posti peggiori non mi dà fastidio> dissi. L'uomo sospirò, sconfitto; <Da dove vieni?> chiese, tornando vicino a me e sedendosi sulla poltrona di pelle. <Dal regno dei Todoroki> risposi sorridendo; Finalmente sembrava intenzionato a fare conversazione, il che mi faceva piacere. <Non è il regno che è stato conquistato dal clan dei draghi? Sei scappato?> chiese; <Più o meno, in realtà è una storia lunga.> dissi. <Beh racconta, sono solo le  nove> sospirò, indicandomi uno sgabello lì accanto. Mi sedetti e iniziai a raccontare:

Raccontai di Todoroki, della nostra fuga dal castello, della distruzione trovata una volta tornati, della fuga, del nostro rapimento, di come fossimo stati fatti prigionieri, per poi arrivare alla parte in cui ci eravamo ambientati ma decisi di scappare per non essere di troppo nella loro relazione. Raccontai tutto nei minimi dettagli, perdendomi in qualche stupidaggine ogni tanto, fino alla fine del racconto; Verso le 11 di sera. 

<E così sono quasi morto congelato nella neve> conclusi, sorridendo. Stain sospirò, <Che vita problematica che hai ragazzo> disse, sorridendo per la prima volta. <Beh, non posso dire sia normale, ma ora mi racconteresti di te?> chiesi, speranzoso. L'uomo tornò serio di colpo, <Se ti raccontassi di me, scapperesti subito> rispose; <Prometto che non scapperò, sembri una persona gentile anche se un pò spaventoso. E comunque non potrei andare da nessuna parte, nevica fuori> dissi, mettendo un leggero broncio. Stain sospirò, <E va bene> disse, convincendosi. 

Sorrisi, aspettando parlasse. <Stain non è il mio nome d'arte... E' il mio nome da criminale> disse, lasciandomi di stucco. <Questo regno è in rovina: Il re ha occhi solo per l'esercito, portando via i primogeniti alle loro famiglie, solo per allenarli a diventare soldati. A occuparsi di tutto è la "lega dei villain", che schiavizza gli altri. I nobili e i Villain trattano il popol0o come bestiame, usandolo e mostrando la propria autorità. 

Questo mondo fa schifo, i più forti, coloro che dovrebbero proteggere i deboli, li usano e distruggono le loro speranze. E' per questo che sono diventato un assassino. Nessuno si batte per i propri diritti, perchè hanno tutti paura del potere dei nobili, ma io... Io non ho nulla da perdere, per questo mi batto per i diritti di tutti, uccidendo i nobili malvagi.> concluse. 

Mi guardò con uno sguardo di ghiaccio, <Tu...> continuò, <Tu sei una brava persona, sei "Un eroe"  per questo devi andartene il più in fretta possibile da qui. Non posso permettere che qualcuno come te viva in questo mondo di orrori, ne hai già passate tante certo, ma il tuo animo è puro, quindi assicurati rimanga così> disse, sorridendo. Ero sull'orlo delle lacrime, tirai su col naso e sorrisi, <Nessuno mi aveva mai detto una cosa del genere> confessai ridendo di gioia. 

<Si, ma non ti ci abituare moccioso> disse, <Sono già le 11: 20, è ora che vai a letto> disse alzandosi. Sparì nella camera da letto, uscendone con un cuscino e una coperta. <Questi sono per te, vedi di dormire> si raccomandò. Presi il tutto, mettendomi comodo sulla poltrona. <Buonanotte Stain> dissi, l'uomo si fermò allo stipite della porta per qualche secondo, <Il mio vero nome... E' Chizome Akaguro> disse. Sorrisi notando la fiducia che mi stava dimostrando, <Buonanotte Chizome> sussurrai, cadendo in un sonno profondo. 


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Pov.Sero

<Cazzo che freddooooo!!!> sussurò urlando Denki. Mi voltai a vedere i tre idioti che definivo amici. Ci eravamo trasformati in gatti, nascondendoci nel fienile della casa dell'uomo chiamato Stain; Ci stavamo abbracciando per emanare un pò di calore dalle nostre pellicce, ma Denki continuava a lamentarsi del freddo. <Denki se non smetti giuro che smetto di abbracciarti> minacciò Mina, cercando allo stesso tempo calore dal biondo. <Nooo, rimani qui. Sto morendo di freddo> piagnucolò Denki, <Perchè non potete trasformarvi in draghi e bruciare della paglia?> chiese, tirando su col naso. <Ti ho già detto che non dobbiamo farci scoprire Denki, se della paglia sparisse o il fuoco andasse fuori controllo, cosa accadrebbe?> chiesi, ammutolendolo. 

<Questo regno fa schifo> commentò Denki, <Sono d'accordo> commentammo tutti, <Dai, ora stringetevi e dormiamo. Domani i due si alzeranno presto e dobbiamo essere pronti> dissi; tutti annuirono, stringendosi e incrociando le code, prima di cadere finalmente in un sonno profondo. 

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