Selvaggio

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"Haru, ti affido gli altri. Devo accompagnare Kenma"
disse serio Kageyama dando un pugno fraterno sul petto del suo compagno alpha
"Ai suoi ordini"
rispose serio l'altro richiamando gli uomini e allontanandosi in groppa ai loro cavalli
"Kenma sei sicuro di stare bene?"
il corvino si rivolse al piccolo omega aggrappato al suo corpo e con il muso nascosto nella sua schiena tonica
"Si, voglio solo vedere Kuroo il prima possibile"
sospirò lui alzando leggermente la testa
"Bene, allora andiamo, se non ci fermiamo basteranno un paio di giorni"
Kenma non rispose, si limitò ad annuire.

Kageyama era preoccupato per lo stato di Kenma: la sua temperatura era salita nettamente e sembrava parecchio debole, si era impallidito non poco e la ferita era ancora aperta; aveva cercato di chiuderla ed evitare che facesse infezione con del tessuto ricavato dalla sua camicia, ma quando vennero inseguiti, il giorno prima, da quel gruppo di soldati del Date Tech persero quasi tutte le riserve e tutto quello che serviva per le medicazioni.

Passarono due giorni infernali, Kenma si addormentava di continuo poggiato sulla schiena dell'alpha ma si risvegliava immediatamente dopo, quasi terrorizzato, richiamando Kuroo e piagnucolando cose che Kageyama non si impegnava nemmeno a comprendere, avevano finito le provviste e la temperatura si era abbassata nettamente, ma fortunatamente non si erano imbattuti in nessuna legione nemica o ancora peggio in quei temibili selvaggi.

Ora stavano varcando attenti la soglia della cittadella che ospitava il castello, Kageyama era pronto all'attacco dei nemici, teneva sempre la guardia alta e cercava di muoversi nell'ombra e il più silenziosamente possibile, ricordando qualche cunicolo o passaggio segreto che aveva utilizzato in precedenza.
Non c'era traccia dei nemici.
Tutto era calmo e taciturno.
L'alpha continuava a chiedersi cosa fosse accaduto, mentre Kenma pregava sottovoce che Kuroo fosse ancora lì e ancora vivo.

In breve tempo giunsero all'entrata del castello, il corvino si guardò attorno confuso e subito adocchiò un gruppo di soldati dallo stemma straniero ed automaticamente nemici agli occhi del ragazzo
"Merda"
imprecò sottovoce facendo indietreggiare il cavallo e spaventare l'omega
"Kenma, ascoltami"
scesero entrambi dal destriero e si nascosero nell'ombra di una sottospecie di galleria, che secondo Kageyama doveva essere parte dell'acquedotto del castello
"So che non c'è la fai più"
l'alpha annodò le dita attorno agli avambracci dell'omega e lo guardò negli occhi
"So che sei al limite e che ti sto chiedendo troppo"
continuò notando gli occhi stanchi e circondati da profonde occhiaie dell'omega che parevano sempre sul punto di piangere
"Ora devi correre. Corri. Corri il più in fretta che puoi e va da lui"
una luce si risvegliò negli occhi di Kenma, una speranza si aprì di nuovo nel suo cuore e un ultimo raggio di energie stava per spingere l'omega al limite
"Tu cosa farai?"
chiese con tono fermo Kenma preoccupato per l' incolumità del corvino stringendo una mano attorno alla sua
"Attirerò l'attenzione delle guardie e ti darò il tempo necessario per arrivare da Kuroo"
annuì convinto, l'omega corrucciò la fronte
"Ti farai ammazzare"
"Non succederà, non succederà se tu mi prometti che arriverai da lui"
Kenma strinse il labbro inferiore tremante tra i denti e lasciò due calde lacrime attraversargli il viso
"Te lo prometto, ma tu assicurati di riportare quel tuo odioso culo a Karasuno"
balbettò l'omega facendo sorridere teneramente l'alpha
"Lo farò, puoi starne certo"
gli sorrise Kageyama mettendo una maschera che avrebbe infuso sicurezza all'omega e nascosto il suo terrore
"Vado"
"Verrò al tuo matrimonio"
disse l'alpha facendo sorridere e arrossire debolente Kenma prima di risalire il groppa e ripartire a tutta birra verso quel gruppo di uomini.

Kenma sentì il cavallo passargli troppo vicino fino a stordirlo e poi vide la figura di Kageyama inseguita da quei soldati allontanarsi da lui, si convinse a muovere quelle gambe solo dopo qualche secondo essendosi accertato che non ci fosse nessuno.
Entrò nel castello correndo a più non posso e cercando con gli occhi quella chioma nera in ogni angolo.
Si chiedeva dove diavolo fosse e sperava di poterlo intravedere il prima possibile, sentiva le gambe farsi sempre più molli, la testa più leggera e gli occhi più pesanti. Non sarebbe durato per molto.

Arrivò a pensare che non c'è l'avrebbe mai fatta, però non si fermò.
Iniziò ad assalirlo la paura di poter trovare solo nemici, di poterlo vedere ma solo privo di vita a terra o morente con qualche dannata lama infilata nel suo addome, non ci voleva pensare, non voleva nemmeno immaginarselo.
Ma al momento la mente gli giocava orribili scherzi.

Dall'altra parte Kageyama si ritrovò inseguito da una dozzina di uomini del Date Tech, l'alpha continuava a galoppare imperterrito attraverso la scura foresta dei selvaggi, cercò di nascondersi attraverso arbusti e alberi e di seminare quegli uomini in ogni modo. Non funzionava niente.
Un paio di quei dannati guerrieri lo raggiunse in corsa e ingaggiarono un combattimento improvvisato a cavallo, Kageyama rispose all'attacco stringendo i denti e finendo con l'abbattere uno di quei due, subì un colpo inaspettato da parte dell'altro che infilò violentemente un pugnale nel suo addome
"Bastardo"
gracchiò il corvino stringendosi il ventre e sputando del liquido cremisi che poi constatò fosse sangue, l'uomo ghignò rumorosamente, cosa che fece andare su tutte le furie l'alpha e che quindi colpì al collo quel soldato facendolo addirittura cadere senza vita dal suo destriero.

L'alpha aumentò il passo e finalmente trovò un rifugio nel quale avrebbe potuto nascondersi, prima che potesse rallentare sentì la sua presa sul destriero farsi stranamente difficile, cadde in avanti lasciando il cavallo indietro e sbattendo contro il terreno umido. Avevano colpito il suo cavallo.
Si affrettò ad entrare in una caverna scura tentando di nascondersi da quei bastardi.
Ma prima che potesse accorgersene avevano chiuso l'entrata a senso unico che aveva usato
"Merda"
imprecò calciando una roccia
"Muori bene alpha"
lo derisero degli uomini da fuori guardandolo attraverso uno dei minuscoli fori che separavano la grande quantità di massi che ostruiva il passaggio e impediva quindi a Kageyama di scappare
"Fatemi uscire! E combattete da uomini! Codardi"
gracchiò lui rimettendosi in piedi e sbattendo i palmi delle mani inutilmente forte sulla parete di roccia.

Era nella merda.
Non aveva provviste, faceva un freddo insopportabile, non aveva un cavallo e nessuno a parte Kenma sapeva dove fosse più o meno.
Inoltre viveva con la costante ansia che Kuroo non fosse vivo e che avesse abbandonato Kenma al nemico... non se lo sarebbe mai perdonato, e nemmeno Sugawara l'avrebbe fatto, se mai un giorno sarebbe riuscito a tornare in patria, ovvio...

haikyuu: Middle AgesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora