la sposa

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Akaashi iniziò a giocherellare nervosamente con il bordo della sua camicia e a guardare fuori dalla piccola carrozza sulla quale stava viaggiando oramai da una settimana, chiedendosi come fosse possibile che Fukorodani distasse tanto dal suo regno e se fosse stata la cosa giusta quella di accettare la proposta del suo fratellastro.
Certo avrebbe fatto di tutto per aiutarlo, voleva assolutamente che lo riconoscesse come sua famiglia, altrimenti sarebbe stato solo, quindi aveva accettato senza battere ciglio quella proposta di matrimonio con il re del regno più selvaggio e bellico della regione.
Aveva accettato l'unione con l'uomo che era stato incoronato da tutta la gente come il diavolo della guerra.
Era giusto aver accettato?
Se lo era, perché era così terribilmente spaventato?
Perché le sue gambe tremavano tanto che aveva timore che non l'avrebbero retto non appena avrebbe messo piede in quella terra ghiacciata?
Perché tutto gli diceva di tornare indietro?

"Signorino Akaashi siamo arrivati"

quattro parole che fecero perdere al piccolo cuore dell'omega qualche anno di vita, il moro continuava a chiedersi che avrebbe dovuto fare e come si sarebbe dovuto comportare... del resto Kita l'aveva mandato lì da solo con la sua piccola scorta, nessun supporto ne accompagnamento. Akaashi si sentì solo e abbandonato, come sempre, se lo aspettava, però nel suo piccolo sperava che Kita lo avrebbe accompagnato e supportato almeno in questo visto come glia aveva ubbidito...

"Akaashi Keiji, fratellastro del re Kita Shinsuke di Inarizaki"
annunciò un uomo non appena la porta della sua piccola carrozza si aprì di botto, l'omega prese un respiro profondo prima di spostarsi verso il passaggio e attraversarlo.
Per un momento la luce accecò gli occhi stanchi del ragazzo, che allungò una mano per coprirsi il viso dai raggi limpidi del sole, poi abbassò lo sguardo e lo fece passare sulla gente circondata attorno al lui.
Un gruppo di persone sorridenti lo stavano calorosamente accogliendo, mentre due ragazzette giovani gli porgevano le mani per aiutarlo a scendere, Akaashi rimase piacevolmente sorpreso da quella vista, sembravano tutti gentili e calorosi, così l'omega rivolse loro uno spontaneo e dolce sorriso di ringraziamento.
Se erano tutti così buoni, non sapeva cosa aspettarsi dal loro regnante
"Signorino venga da questa parte, deve essere stanco dopo il lungo viaggio, le faremo fare un brevissimo tour del castello e poi c'è un bagno pronto nelle sue stanze"
gli sorrise una donna dall'età avanzata che lo raggiunse solo qualche attimo dopo che la sua carrozza e i suoi cavalli ripartirono alla volta di Inarizaki
"Certo, la ringrazio"
sorrise cortese l'omega facendo un piccolo chino di gratitudine alla donna.

Akaashi analizzò per filo e per segno ogni minimo particolare che poteva del castello, era davvero immenso, le stanze erano semplici e poco decorate, ma allo stesso tempo sobrie e ordinate; c'era un'infinità di stanze con diverse funzioni, ma quella che principalmente interessava la persona di Akaashi, e ovviamente quella del suo futuro alpha, era tutto l'ultimo piano.
A loro spettavano tutte le stanze lì, non era permessa l'entrata non richiesta dei domestici ne l'entrata non accordata.
Akaashi ammirò piacevolmente anche una stanza dedicata alla letteratura: una grande e ben fornita biblioteca e una stanza dedicata a svariate opere d'arte conservate abbastanza bene e provenienti da ogni angolo del mondo.
L'omega amava disegnare, leggere e persino scrivere, tutto quello che riguardava un po' di praticità e molta fantasia andava a braccetto con il ragazzo
"Ecco, può sistemarsi qui"
l'anziana donna di prima fece segno al ragazzo di accomodarsi all'interno di una profonda vasca piena d'acqua fumante, posizionata in una piccola camera direttamente collegata a quella che sarebbe diventata la sua camera da letto.
L'omega rispose alla donna con un cenno e poi lei si dileguò silenziosamente fuori dalle stanze.

Akaashi prese un respiro profondo e poi lo esalò tutto d'un fiato, finora era filato tutto perfettamente liscio, gli piaceva quella gente e il castello era proprio il suo ideale.
Sbottonò verbosamente la camicia, sfilò i pantaloni scuri e li poggiò ordinatamente su una sedia; si concentrò sulla vasca fumante davanti a lui e vi entrò prima con un piede e poi l'altro, assaporando quel gusto dolciastro e quel calore accogliente.
Non si era accorto di essere così stanco, ne che i piedi e la schiena li dolessero così tanto... Si abbandono sulla vasca lasciando cadere la testa indietro e poggiandola sul bordo, si godé quella sensazione magnifica e si rilassò a pieno nell'acqua bollente.
Certo si sentiva ancora nettamente a disagio, ma un pochino si era ambientato, Machi, la donna che l'aveva accompagnato per tutto il castello, era davvero una donna meravigliosa, gentile e paziente, aveva subito accolto l'omega con un sorriso al quale Akaashi ricambiava pienamente.
Anche gli altri domestici e abitanti del castello non sembravano infastidito dalla sua presenza... l'unico a preoccupare ancora il giovane era l'alpha: aveva sentito storie tremende sul suo conto, sapeva che aveva lui stesso deposto e condannato suo padre e i suoi due fratelli, che non aveva mai perso una battaglia e che aveva sconfitto per cinquanta uomini a mani nude, una vera bestia sospirò Akaashi ripensando a tutti quei mostruosi racconti sul conto dell'altro.
Era terrorizzato.

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