Eren aveva provato ad avere grande pazienza, ma non appena sentì un pianto provenire dal retro si pentì di essersi fermato con tutto se stesso.
Odiava quelli dell'asilo, ma i bebè erano un puro incubo.
-Il piccolo si è svegliato.- Hikaru sembrava davvero esausto.
Certo che questi due lavorano sodo, pensò.
Il giapponese si recò a prendere il piccolo, tornando poco dopo con un mostriciattolo in lacrime.
Sinceramente, Eren stava rivalutando i bambini più grandi. Dopotutto non erano male, in confronto a quel coso.
-Hikaa.- una bimba chiamò il ragazzo, che dovette lasciare il piccolo a Levi, che tentava di calmarlo.
Eren si mise in piedi -Credo che sia ora che io vada.-
Oh no, non avrebbe sopportato altro.
-Oh, okay.- Levi lo guardò appena, distratto subito da un cellulare che squillava.
-Levi, il telefono.-
-L'ho sentito.- Levi guardò un attimo in giro e poi Eren -Siediti.-
-Eh?-
-La poltrona. Siediti.- si avvicinò, facendolo indietreggiare e sedere.
-Tienilo.-
-Neanche morto.-
-È un bambino, non un alieno.-
-Meglio gli alieni.-
Glielo mise tra le braccia -Torno subito. Non morirai.-
Eren lo maledì in lingua madre, ovvero tedesco, nella sua testa.
Spontaneamente prese a cullare il bambino per farlo calmare, sussurrando degli "shh" ogni tanto.
Miracolosamente, stava funzionando.
Il castano si ritrovò a guardarlo quasi incantato. Era così piccolo, che se ne stava comodo sul suo petto.
Vide una bimba avvicinarsi di soppiatto e poggiare le manine sulle sue ginocchia.
-È il tuo fratellino?- l'uomo le parlò piano. La piccola annuì sorridendo.
-È carino, non è vero?- la piccina sembrava totalmente innamorata del fratello.
Eren sorrise -Già.--Levi.- Hika se ne stava poggiato allo stipite della porta che dava sul retro, dove stava il corvino al momento.
-Eh.- lo raggiunse e si fermò a guardarlo.
-Ma dove l'hai trovato, quello lì?-
Levi seguì lo sguardo dell'amico, posando il proprio così su Eren.
-E a dire che i bambini non gli piacevano.- rimase piacevolmente sorpreso. Sorrise felice.
-E a te piace lui, eh?-
-Cosa? No. È un insegnante alla mia università.-
-Mhmm, studente e insegnante. Non sapevo ti piacessero queste porcherie.-
-Hika!- Levi richiamò l'amico arrossendo, facendolo ridere.
-Arian ha una brutta influenza su di te.-
-Orrenda, direi.- si allontanò ancora ridendo, tornando dai bambini.
Levi si avvicinò a Eren.
-Tesoro, vai da Hika. Mh?- accarezzò la testa della piccola, che subito gli sorrise e annuì, raggiungendo gli altri.
-Si è calmato con te. E chi l'avrebbe detto, mister "odio i marmocchi"?- il ragazzo si sedette su un bracciolo della poltrona.
-Quella era un'imitazione della mia voce?-
-Sì.-
-Beh, faceva pena.-
-Ma stai zitto.-
L'uomo se ne stava a guardare il bambino che giocava con le sue dita.
-Si chiama Alfie. Sua sorella Amelia.-
-Alfie significa saggio e intelligente.-
-Te ne intendi anche di nomi?- Levi guardò ridacchiando Eren.
-Levi è un nome ebraico, giusto?-
-Sì, ma piaceva solamente a mia madre. Non ha nulla a che vedere con le mie origini.-
-È un bel nome.- Eren lo guardò.
Restarono in silenzio a guardarsi.autrice
Lo so che mi odiate perché finisco i capitoli in suspence.
E comunque sono adorabili, aiuto.Bye Bibis ✨💜
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𝒷𝑒 𝒶𝓁𝓇𝒾𝑔𝒽𝓉
Fanfictionyaoi-boyxboy don't like? don't read! Levi Ackerman, 21enne appena entrato all'università per seguire i corsi di letteratura inglese, facoltà di cui è sempre stato innamorato, possiede una piccola libreria all'angolo di una strada principale di Seatt...