chapter 33 - Armin

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Passarono giorni, settimane, mesi.
L'inverno tornò in un batter d'occhio.

Il corvino non poteva credere fosse già passato un anno da quando lo aveva conosciuto.
Non lo vedeva, da vicino almeno, da mesi. Lo vedeva di sfuggita nei corridoi, quando passava davanti la caffetteria, per le scale. Sentiva il suo sguardo addosso, e con tutto se stesso voleva girarsi e guardarlo, parlagli, ma non poteva. Se l'avesse fatto, non avrebbe retto. Avrebbe urlato, o pianto. Forse entrambi.

-C'è qualcosa di particolare che vorresti per il tuo compleanno, quest'anno?- spostò lo sguardo dalla finestra a suo padre.
-No. Va bene anche se non me ne fai di regali.- spostò lo sguardo alle propri e mani, che addobbavano l'albero.
Chris lo guardava in silenzio, mentre sistemava delle palline.

Era cambiato, da quella volta. Era meno vivace, più silenzioso del solito. Andare in libreria non lo stimolava più di tanto.
Ormai lo aveva capito cosa provava per Eren, ma non poteva permettergli di frequentarlo ulteriormente. Lo aveva ferito fin troppo.
In questi casi, desiderava con tutto il cuore che la moglie fosse lì, un po' più delle altre volte. Lei avrebbe saputo cosa fare. Ci sapeva fare con i sentimenti e i consigli.

Qualche miglio più in là, qualcun altro pensava al ragazzo. Come quasi ogni giorno.
Neanche suonare lo distraeva più.
Aveva fatto un casino, ma non poteva sistemarla facilmente.
E se da una parte avrebbe voluto semplicemente tornare da Levi, da un'altra continuava a pensare che fosse meglio così. Ogni volta che pensava di uscire di casa, veniva fermato da questa convinzione.
Però, non riusciva a non pensare a lui. E a quanto fosse spaventato quella volta. Si sentiva in colpa. Forse anche questo lo spingeva a restare dov'era; non avrebbe avuto il coraggio di guardarlo in faccia.
Si limitava a qualche occhiata quando lo vedeva all'università, ma Levi distoglieva sempre lo sguardo. Evidentemente, non voleva avere a che fare nulla con lui. Non più.
Era meglio così. Stava andando avanti, probabilmente. Ce l'avrebbe fatta; il ragazzo era la persona più forte che conoscesse.

Il campanello insistente lo costrinse ad alzarsi dal divano.
Aprì la porta e si trovò l'amico davanti.
-Che ci fai qui?-
-Ho portato da mangiare.- Armin gli sorrise tenendo una busta in mano.
Eren lo guardò male, ma il sorriso sincero e lo sguardo visibilmente preoccupato dell'altro lo fecero cedere, lasciandolo entrare.
Si sedettero in salotto.
-Ultimamente sei più cupo del solito.- Armin guardò l'amico mentre mangiavano -E sei sempre solo, da un po'.-
-Se sei venuto a farti i fatti miei, puoi anche andare Arlert.-
-Sul serio, Eren.-
Il castano lo guardò. Armin sembrava davvero preoccupato.
-Ho fatto un casino e ora probabilmente mi odia.-
-Quindi, avevate una relazione o no?-
-Ci sono andato a letto per un po'.-
-E perché avete litigato?-
-Lui si era innamorato.-
-Okay, fammi indovinare: tu no.-
-Esatto.-
-Oh andiamo, Jaeger.- Armin mise giù la birra che stava bevendo.
-Ma chi vuoi prendere in giro? Ma ti vedevi, quando eri con lui?-
Eren guardava il televisore, in silenzio.
-Smettila di mentire a te stesso. Non importa quanto ci provi. Non importa quanto tu provi a zittire quella vocina che hai dentro che ti dice di correre da lui.-
Eren lo guardò.
-Tu hai bisogno di qualcuno che ti ami così come sei, che ripari quel buco enorme che hai nel petto. Tu hai bisogno di lui. Il tuo corpo ha bisogno di lui; le tue mani hanno bisogno di lui. La tua testa, il tuo cuore, la tua anima, ha bisogno di lui.-
Armin lo guardò abbassare la testa.
-Vuoi negarlo?-
Il castano guardò l'amico, facendolo sorridere.

Non c'era bisogno di parole; conosceva Eren meglio di chiunque altro.


autrice
Io amo Eren e Armin.

Bye Bibis ✨💜

𝒷𝑒 𝒶𝓁𝓇𝒾𝑔𝒽𝓉Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora