chapter 18 - Home

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-Cos'è successo?- Eren si alzò e si avvicinò al ragazzo gettando sul tavolino il pacchetto di sigarette che aveva in mano.
-Ero da mio padre. Avevo bisogno di prendere un po' d'aria.-
-Perché?- si sedette sul tappeto, davanti a Levi, per giocare con il cane che subito si avvicinò al padrone.
Levi non rispose. Semplicemente continuò a guardare Aslan.
-Tenente Johnson, eh?-
-Hai fatto i compiti a casa?-
-Mi piace sapere con chi ho a che fare.-
Levi sbuffò divertito.
-Comunque sì. Uno tra i più giovani.-
-Perché Ackerman?- Eren alzò lo sguardo al ragazzo.
-È il cognome di mia madre.-
-Scusa se te lo chiedo, ma lui non è tuo padre biologico, vero?-
-No. È una storia un po' complicata, quella dei miei genitori.- Levi sorrise quando Aslan tornò con la testa sulle sue gambe, che ora teneva dritte.
-Si conobbero ai tempi del liceo. Amore a prima vista. Stettero insieme per anni, e viaggiarono il mondo. Sono stati anche in Africa, se non mi sbaglio.-
Eren lo ascoltava in silenzio, accarezzando Aslan.
-Ai genitori di mia madre non piacque mai. Loro volevano di meglio per loro figlia, qualcuno di benestante. E quando ne ebbero abbastanza li costrinsero a lasciarsi. La riportarono in Francia e le combinarono un matrimonio con un figlio di un ricco amico di famiglia.-
-Che stronzi.-
-E non ti sto qua a dire cosa hanno fatto con mio zio.- Levi lo guardò un attimo prima di tornare ad accarezzare il cane.
-Comunque, sposò quell'uomo. Ma quando, pochi mesi dopo, venne a sapere che era incinta, l'abbandonò per scappare con una delle sue donne.-
Eren si poggiò con un braccio sulle sue cosce.
-Papà, Christian, era da poco diventato Tenente. Quando venne a sapere cosa successe mollò il posto e corse dalla mamma.-
-Rinunciò alla carriera per lei?- Eren alzò le sopracciglia.
-Era innamorato.- il corvino gli rivolse lo sguardo, sorridendogli con gli occhi lucidi.
-La riportò in America. Non ebbero neanche il tempo di sposarsi che nacqui io.-
Rimase in silenzio un momento.
-Rinunciarono al matrimonio, mamma al lavoro, ai loro viaggi; per crescere me.-
-Non è stata colpa tua.-
Levi restava a sguardo basso, in silenzio.

-"Casa loro."-
-Mh?- Levi lo guardò.
-Quando eravamo in libreria. Mi hai parlato dei tuoi ma ogni volta dicevi "casa loro", nonostante ci fossi anche tu.-
-Non ricordo molto di quella casa. Non la sento come "casa mia".-
Eren lo guardò.
-Dopo la morte di mamma, quando avevo cinque anni, ci trasferimmo poco lontano da Seattle, in campagna. Dai genitori di Christian.-
Levi sorrise.
-Non mi avevano mai visto, ma si innamorarono completamente di me. Soprattutto mio nonno.-
Il ragazzo distolse lo sguardo da Eren per porlo al cane.
-E anche io ero affezionatissimo a lui. Lo sono ancora.-
L'uomo sorrise appena.
-Era il mio migliore amico.-
Il castano notò le labbra tremanti del ragazzo, che però mantenevano ancora quel sorriso.
-Quella, è "casa mia". Lo sarà sempre.-
Rivolse lo sguardo a Eren.
-Amo stare con mio padre. Amo dove sono adesso. Ma come mi sentivo a casa sul tappeto verde smeraldo della nonna, non mi sentirò a casa altrove neanche tra cent'anni.-


autrice
Li sto scrivendo uno dopo l'altro questi ultimi capitoli e le battute finali mi stanno ammazzando ogni volta. Aiuto.
I nonni raga. I nonni.

Bye Bibis ✨💜

𝒷𝑒 𝒶𝓁𝓇𝒾𝑔𝒽𝓉Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora