chapter 12 - Armchairs

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Passò Natale, con lui anche Capodanno. Levi ricominciò a dover seguire le lezioni, Eren ad insegnare.
Ricominciarono anche a vedersi quasi tutti i giorni, alla libreria. Ormai Eren non usava neanche più scuse per fermarsi. Semplicemente, si fermava a chiacchierare.
Aveva anche dato una mano a Levi con lo studio, un paio di volte. Era stato nel suo appartamento.
Ora aveva la certezza che Levi non viveva da solo precedentemente. C'erano vestiti che non gli aveva mai visto addosso, un paio di scarpe troppo grandi per lui.
Però, siccome Levi non aveva mai voluto parlarne, non aveva posto alcuna domanda. Non voleva metterlo a disagio.

Come tutti gli altri giorni, si recò in libreria. Entrò e trovò solo Blue, seduta sul bancone.
Tolse il cappotto e si avvicinò alla gatta, a cui prese ad accarezzare la testa.
-Dov'è il tuo padrone?-
La gatta saltò sul pavimento e si diresse verso la scala a chiocciola. Si sedette su un gradino.
-È di sopra?- Eren si avvicinò.
Blue miagolò in risposta.
-Levi?- l'uomo alzò di poco la voce per farsi sentire.
Poco dopo vide la testa del corvino sbucare dal piano di sopra.
-Oh, ciao. Scendo subito.-
-Mh.- Eren, mentre aspettava, diede un'occhiata in giro.
Lo sguardo si posò sulle due poltrone in fondo alla stanza.
Si avvicinò piano.
Fece per toccare un bracciolo di quella rosa ma Blue ci saltò sopra, soffiando contro il castano.
-È off-limits?- ritrasse la mano.
Sentì il ragazzo avvicinarsi alla scala, quindi si girò.
-Scusa, stavo sistemando e-- Levi si bloccò vedendolo lì.
-Cosa stai facendo?- si avvicinò lentamente.
-Anche quando passo di mattina mentre lavori qui, non ci si siede mai nessuno su queste. Però, tu stai sempre su questa qui.- Eren riprovò a toccare la poltrona, ma Blue soffiò nuovamente.
-Blue.- il ragazzo si avvicinò e prese la gatta.
-Perché?-
Levi guardò entrambe le poltrone, poi Eren.
-Erano a casa dei miei genitori.- lasciò la gatta sul pavimento.
-Anche a loro piaceva leggere. Molti dei libri qui erano a casa loro.-
Si sedette sulla poltrona rosa -Qui si sedeva mia madre, con me in braccio.- e poggiò una mano sul bracciolo di quella blu -Qui papà.-
Eren, piano, si sedette accanto a Levi, sulla poltrona di suo padre.
Levi lo guardò, per poi sorridere. Sentiva il cuore sciogliersi.
L'insegnante notò che lo aveva reso felice, quindi si ritrovò a sorridere senza rendersene conto.

Restarono a chiacchierare un bel po'. Più del solito.

-Ha ricominciato a nevicare.- Levi guardava fuori la vetrata.
-Meglio che vada.- Eren si alzò.
-Già.- fece lo stesso Levi.
-Tu chiudi?- Eren prese il cappotto.
-È ora.-
-Ci vediamo.- si sorrisero mentre Eren usciva.
Levi chiuse di sotto e si recò di sopra.

[...]

(music ) (da 00:40)

Aveva appena finito di mettere a posto dopo cena quando sentì il campanello.
Si recò alla porta e restò di sasso dopo averla aperta. Ma sentì una scarica di felicità farsi largo.
-Oliver.-
-Ciao.- il ragazzo gli sorrise.
Levi sorrise quasi senza volere.
-Sono venuto a prendere il resto delle mie cose.-
-Ah. Certo.-
Era ovvio.
Lo lasciò entrare.
-Scusa se ci ho messo un po' per tornare. Spero non ti siano state troppo di intralcio.-
-Ma no. Non sono poi così tante cose.-
Oliver girò per casa senza problemi. La conosceva. Ci aveva vissuto a lungo.

Prese il resto dei vestiti che aveva lasciato da lui.
Dopo ciò, si diresse alla porta, dove era rimasto Levi con le braccia al petto.
-Bene. Non avrai più roba mia tra le palle.- il ragazzo poggiò la borsa che aveva riempito sul pavimento.
Si guardarono. Vedendo Oliver sorridergli, Levi non potè far a meno di sorridere in risposta.
-Tu come stai, mh?- il ragazzo gli accarezzò una guancia, in cui il corvino affondò il viso.
-Bene. Tu?-
-Alla grande, anche se un po' stanco.-
-Perché? Lavoro?- guardò l'altro prendere la borsa.
-No. Sai..mi sposo. Quest'estate.- Oliver lo guardò, senza sorridere, mentre apriva la porta.
Levi sgranò di poco gli occhi, continuando a guardarlo.
-Ehy. Ci siamo lasciati discutendone, okay? Ne abbiamo parlato.- poggiò di nuovo una mano sulla guancia del corvino.
-Certo.- Levi forzò un sorriso, che fregò il ragazzo.
-Ne sono felice.- uscì sul pianerottolo.
-Ciao, Levi.- Oliver gli sorrise.
Levi continuò a tenere su quel sorriso fin quando non lo vide scendere le scale.
Chiuse la porta.
Quel sorriso che aveva messo su sparì all'istante.
Si sedette sul pavimento, pensando a quanto stupido si sentisse, in quel momento.


autrice
Capitolo lunghetto, eh?
Ero partita con il presupposto di fare Oliver cattivo, ma non mi andava più.
Fa più male quando "l'antagonista" non è uno stronzo 😘

Bye Bibis ✨💜

𝒷𝑒 𝒶𝓁𝓇𝒾𝑔𝒽𝓉Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora