20.

151 13 9
                                    

"Vestiti, fai preso, prima che ci becchino"
Mi dice lanciandomi l'uniforme da infermiera.

Faccio come mi dice.
Mi gira un po' la testa perché sono scesa dal letto troppo velocemente.

"Sei qui brutta stronza"
Una lacrima mi riga il viso ma prima che la gitana la veda l'asciugo.

"Sono qui.
Te l'avevo promesso sorella, tu vivrai come meriti"

Mi fa segno di seguirla.
Il cuore a momenti potrebbe uscirmi dal petto.
Probabilmente ho la tachicardia.

Camminiamo a passo lento per i corridoi dell'ospedale.
Per non destare sospetti io e la gitana abbiamo indossato anche la mascherina e la cuffia.
Dovremmo essere irriconoscibili.

"CODICE ROSSO.
RIPETO, CODICE ROSSO.
C'È BISOGNO DI UNA TRASFUSIONE DI SANGUE"

In lontananza sentiamo i medici intenti a prestare soccorso ad una coppia di ragazzi, probabilmente vittime di un incidente stradale.

Uno di essi sbraita qualcosa contro di noi.
Sento diverse frasi sconnesse del tipo "muovetevi cazzo, siamo responsabili di queste vite"

Ingoio il groppo che mi si è formato in gola ed afferro Saray ignorando tutto e tutti.
Abbiamo già attirato involontariamente troppa attenzione.
Lei mi indica una rampa di scale che porta verso il terrazzo.

Una volta su inizio a respirare pesantemente.
Sembra mancarmi l'aria.
Le immagini di me e Fatima su quella ringhiera invadono la mia mente.
La vista è offuscata e sento solo Saray urlare qualcosa di incomprensibile al telefono.

Prendo una rincorsa e mi sporgo un po' troppo.
Sento Saray strattonarmi all'indietro.

"Ma che cazzo volevi fare eh? Davvero Zule, sei impazzita?"
Ha il fiatone, come se avesse corso una maratona.

Mi prendo la testa fra le mani, non connetto più.
"Non lo so nemmeno io, sento la testa scoppiare"

Saray sgrana gli occhi.
"Forse abbiamo fatto una cazzata"

"Sto bene, tranquilla"
Mi guarda negli occhi, spera che non stia scherzando.
Annuisce.

"Sta arrivando un elicottero, ci porterà dritte in Marocco"

Sorrido, pare che finalmente qualcosa stia andando per il verso giusto.

"Ferme lì, non muovetevi altrimenti sparo"

Cazzo, la polizia.

Il Diario Di Zulema ZahirDove le storie prendono vita. Scoprilo ora