7.

514 28 8
                                    

Rubia, te la ricordi la puzza dello sterco di gallina di cui Altagracia ci fece cospargere?
Riesco a sentire ancora la puzza, è stata una delle esperienze più strane e nauseanti della mia vita.
Io ho trovato il tutto divertente, tranne quando quella stronza ha detto che qualsiasi cosa successa a me sarebbe successa a te, qualsiasi cosa avrebbe fatto l'una ne avrebbe pagato le conseguenze anche l'altra.
Ci hanno definite lo yin e lo yang.
Senza sapere che noi siamo il giorno e la notte, il bene e il male, il bianco e il nero. Non avremmo mai potuto combaciare come lo yin e lo yang.
E invece mi sbagliavo, il tempo passato nel camper con te, le nostre rapine, il nostro "matrimonio", il nostro legame amore /odio mi hanno insegnato che che nulla è come sembra, che in materia l'ordine delle cose cambia, che durante il giorno ci sarà sempre un pezzettino di oscurità della notte, che non esiste il bene senza il male, che in un foglio bianco ci sarà sempre un puntino nero.
Me l'hai dimostrato quando sei venuta a prendermi all'uscita del carcere, quasi con l'aria di chi è lì senza sapere nemmeno perché.
Ti sei messa in macchina, hai guidato fino a lì senza un reale motivo apparente. L'ho capito il il tuo motivo, lo yin e lo yang non posso davvero restare separati e una volta che si sono riuniti non li scolla più nessuno.
Tu sei venuta davanti alle porte di quell'inferno per me, per portarmi via dal posto in cui abbiamo trascorso anni ed anni a farci la guerra per poi fare la pace. È stato strano convivere con te come due persone normali soprattutto perché noi normali non lo siamo e tu lo sai.
È stato strano farti il bucato, preparare il pranzo e la cena, dormire e aspettare l'alba con te.
Non potrò mai dimenticare i momenti in cui mi sono sentita davvero a casa, perché si, quel camper è stato la cosa più simile ad una casa per me e tu la cosa più simile ad una famiglia.
Ti ho insegnato a fare le rapine, scusami se ti ho portata un po' sulla cattiva strada, ma in fondo lo so che ti divertitevi da matti, non penso avresti voluto veramente continuare a lavorare nella lavanderia.
Quando mi hai detto che volevi smettere è stato come se avessi bruciato una parte della nostra vita insieme, era quello che ci legava... e ti confesso ora, qui, per la prima volta che ho avuto paura di perderti, di non poter più restare al tuo fianco, di rimanere sola.
Alla fine sono rimasta veramente sola, ma sono felice che ora tu abbia la tua libertà, la tua vita, anche senza di me.
Qui in carcere mi prendono in giro perché sono quasi la più "anziana", che sia chiaro, comando sempre io.
Zulema Zahir, anche se un po' malandata resta sempre Zulema Zahir.
A presto, la tua mora.

Il Diario Di Zulema ZahirDove le storie prendono vita. Scoprilo ora