E ti ho vista entrare da quella porta, tutta incappucciata, non sembravi nemmeno tu.
Portavi quella piccola e innocua creatura in braccio custodendola come il più grande dei tesori.
Non riuscivo a credere ai miei occhi, per la milionesima volta non mi hai ascoltata.
Sei corsa qui da me.
Hai fatto chilometri, hai messo a rischio la tua vita e quella della tua bambina per me.
Avrei dovuto mandarti a fanculo solo per questo.
Tu lo sai quanto odio che tu non mi dia ascolto.
Vi ho guardate allungo, incessantemente, e tu ricambiavi il mio sguardo... Non sapevi cosa fare.
All'improvviso mi hai abbracciata, stando attenta a non fare del male alla bambina.
Io ero scossa, non me l'aspettavo ma poi non so perché ho ricambiato quell'abbraccio.
Dopo tanto, tantissimo tempo mi sono sentita di nuovo a casa.
Ci siamo separate solo quando la bambina non ha sopportato più la situazione ed ha iniziato a piangere.
Era un pianto isterico, come uno di quelli da "qui si fa come dico io", mi somiglia.
Ti sei seduta sul lettino coccolandola, io me ne stavo in silenzio guardandovi e assaporandomi ogni secondo di quella bellissima visione, chissà quando mi sarebbe capitato più di vedervi qui.
Mi è sembrato irreale, tanto da credere che fosse tutto un sogno, ma non lo era.
"Guarda che voglio ancora che la battezzi tu."
È stata la prima cosa che hai detto.
Io ti ho guardata negli occhi, so che non ti ho lanciato uno dei miei sguardi migliori, ma tu l'hai capito.
L'hai capito che le mie condizioni non erano a nostro favore.
Ho visto qualche lacrima sfuggirti dal viso prima che tu le asciugassi velocemente.
"È ora che tu inizi ad accettare la mia morte Maca."
Ti ho detto.
E tu lo sai che quelle poche volte in cui ti ho chiamata per nome parlavo sul serio.
Hai annuito.
"Non posso accettare qualcosa che non è ancora accaduto."
"Dillo che non ti va di battezzare mia figlia e basta... Senza che ti inventi scuse."
Mi hai detto con un mezzo sorriso mentre tornavi a giocare con le dita della piccola.
E io ti ho lasciata fare, mi hai fatto sentire veramente bene.
"Va bene, battezzerò nostra figlia."
Hai alzato la testa di scatto e hai sorriso, non ho ancora capito se lo hai fatto perché ho accettato la tua proposta o perché ho detto "nostra figlia".
L'unica cosa che so è che vi rivedrò, che Castillo mi aiuterà ad andare in chiesa, che la piccola riceverà il suo primo sacramento in un modo davvero intimo, ci saremo solo noi.
Aspetto quel giorno.
Ti ho vista uscire da quella porta con la consapevolezza di non essere più sola.
Tu avrai veramente il mio ultimo respiro.
STAI LEGGENDO
Il Diario Di Zulema Zahir
FanfictionIl diario (dei pensieri) di Zulema Zahir. È tutto frutto della mia immaginazione (c'è qualche Spoiler). Se vi va di immaginare con me, continuate a leggere. 😉