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Gitana, da quanto tempo non ti chiamo così? Da quanto tempo non ci vediamo e non ci sentiamo?
Tanto, troppo tempo.
Ricordo quando finalmente hai ottenuto la tua libertà, io ero seduta sul lettino davanti al tuo, mi hai guardata in faccia e mi hai detto: "è ora di andare e questa volta non sto uscendo da un buco dietro una lavatrice."
Siamo scoppiate a ridere insieme, tu hai sempre saputo come alleggerire la tensione e io sapevo che prima o poi quel momento sarebbe arrivato.
Avremmo preso strade diverse senza voltarci indietro.
Ricordo che ti ho abbracciata forte, lo ammetto ho versato qualche lacrima anch'io, e ti ho detto "Vai e riprenditi tua figlia."
E così è stato.
Tu, durante i nostri lunghi anni là dentro, mi hai insegnato tanto, come io ho insegnato tanto a te.
Abbiamo imparato a far valere i nostri valori, a rispettare le nostre decisioni, a dare voce ai nostri pensieri e ad essere "donne, padrone di noi stesse."
Tu mi hai insegnato che la vita è davvero una e che nonostante ci metta davanti montagne troppo grandi da scalare, noi dobbiamo affrontarla sempre a testa alta, senza rimpianti.
Mi dispiace se alcune volte sono stata egoista con te...
Come quando sono scappata con l'aiuto di Altagracia o come quando quei maledetti poliziotti ci hanno ferite, tu volevi andare in ospedale e io per preservare la mia libertà ho cercato di uccidere te e tua figlia, ti chiedo scusa ancora.
Ho fatto molti errori nella mia vita, ho agito d'istinto.
Come te che hai messo in pericolo la vita di mia figlia per salvare la tua.
Sappiamo bene come è andata a finire. Ma ti perdono, anch'io l'avrei fatto.
Non ho mai avuto pietà di nessuno soprattutto perché nessuno ha mai avuto pietà di me.
Si, è questa la mia unica giustificazione.
Non ci posso fare niente, ero così e un pezzo di quella Zulema vivrà sempre in me.
Vorrei ringraziarti soprattutto per avermi fatto scoprire il vero valore dell'amicizia, per avermi dato affetto anche quando non me lo meritavo, per aver appoggiato anche le mie idee più assurde, per essere stata sempre dalla mia parte.
Ti voglio bene Gitana.
Ah, il giorno in cui morirò ti prego non versare nemmeno una lacrima ma balla e canta per me.
Ricordati di me Hermana, Zulema.

Il Diario Di Zulema ZahirDove le storie prendono vita. Scoprilo ora