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8/07/2020 un mese dalla morte di Zulema Zahir.

Lettera di Macarena a Zulema.

Sono passati mesi dal nostro addio.
Ricordi cosa mi hai detto? "Non lo faccio per te... Non sei più sola"
E io ti ho risposta con un semplice "Grazie".
Avrei voluto dirti tante, tantissime cose, ma avevamo i secondi contati, tanti Messicani a darci la caccia ed un elicottero che ci aspettava.
Non ce l'hai fatta a salire su quel maledetto elicottero, eri al limite delle tue forze. Ti avrei portata in braccio se solo avessi potuto.
Ti avrei fatto salire con la forza, avrei vissuto il resto della mia vita al tuo fianco e magari avresti visto nascere la mia bambina.
Io ti volevo lì, accanto a me.
Ci sei stata nei miei momenti bui e ti avrei voluta in quel momento, dove davo alla luce la mia nuova vita.
Avrei voluto che tu ti fossi aperta un po' di più con me, che mi avessi raccontato tutto quello che ti stava succedendo, della tua maledetta malattia, di come ti sentivi, di come avresti voluto vivere i tuoi ultimi istanti.
Avrei voluto viverti di più.
Ti giuro che me li sarei presi anch'io quei proiettili, non solo per tener fede al nostro patto "Igual o nada" ma anche per non farti sentire sola, per restarti accanto come tu hai fatto con me negli ultimi anni. Come tu hai fatto con me in prigione.
Non ti ho mai detto che ti voglio bene, non è da me e tu come minimo mi avresti mandata a fanculo. Ma te lo dico ora, mentre scrivo e intanto piango con la piccola in braccio.
Piango per tutto quello che non sono riuscita a darti, per tutte quelle volte in cui non ti ho compresa e non ti sono stata accanto, pensando solo a me stessa.
Piango perché ora tu sei lì, in quella clinica, sola.
Senza nessuno che ti tenga la mano, senza nessuno a cui dare il tuo ultimo tenero e raro sguardo, senza poter lottare.
Vorrei poterti abbracciare, farti sentire tutto l'affetto che non hai mai avuto. Vorrei farti tenere la mia piccola tra le tue braccia, vorrei la battezzassi tu.
Sai, quando ti ho vista lì, distesa a terra, senza che ti muovessi, ho sentito il mio cuore fermarsi, il mio cervello rifiutare di ricevere ossigeno, la bambina che scalciava, il mio mondo fermarsi.
Non c'è stato giorno in cui io non ti pensassi e non piangessi sapendoti morta.
Non c'è stato giorno in cui non mi abbia maledetta per non esserti rimasta accanto.
Quando Castillo, un paio di giorni fa, mi ha detto che tu sei ancora viva non ho sentito più niente, volevo solo correre da te.
Ma non mi è stato possibile.
Sono ancora in Marocco, sotto copertura, lì in Spagna sono ancora ricercata. Ma ti giuro che prima che esalerai il tuo ultimo respiro io verrò da te. Mi manchi come non mi è mai mancato nessuno. Grazie per tutto quello che hai fatto per me e grazie per i vaffanculo che mi stai mandando in questo momento.
Una volta ti ho detto che io ero diventata come te, che ormai anche tu avevi paura di me, ma mi sbagliavo. Penso che nessuno sia come te e che donne come te non ne nascano più.
Sono felice di averti avuta nella mia vita, resterai sempre una parte importante di me.
Scusami per le lacrime, non volevo bagnare il foglio.
A presto Eterna Zulema Zahir.

Il Diario Di Zulema ZahirDove le storie prendono vita. Scoprilo ora