Aspettai all'incirca dieci minuti prima che Johannah tornasse a chiamarmi. Mi fece entrare in una sala leggermente più piccola della precedente dove al centro c'era un tavolo e intorno tanti piccoli scaffali pieni di siringhe, medicinali e cose che sinceramente non avevo mai visto in tutta la mia vita. "OK porta il micetto qui" mi disse facendomi segno con la mano di poggiare Lardone sul tavolo, il quale era stato ricoperto di carta. Feci come mi aveva detto e lascia che lei gli tastasse la pancia e controllasse le cose basi.
"Da quanto fa così?" chiese gentile "L'abbiamo notato ieri sera, non so se accusasse qualcosa già prima" risposi cercando di ricordare qualche segno nel pomeriggio di quello che fosse accaduto "Credo che dobbiamo fargli una lastra" borbottò Johannah "Cos'è?" chiesi in pensiero. "Niente di che tesoro, serve solo a controllare se ha mangiato qualcosa che non doveva, durerà poco" disse lei capendo la mia preoccupazione. Così lo portò in un'altra stanza attraverso una porta che non avevo notato prima sulla destra. Mi disse di aspettarla lì e che avrebbe fatto in fretta. Ero un po' preoccupato, non era mai successo nulla del genere o almeno io non ne sapevo nulla, sperai che fosse solo qualcosa dovuto al continuo ingozzarsi di merendine. Dopo cinque minuti Johannah venne verso di me con delle schede in mano e sorridendomi dolce disse "Ha inghiottito una piccola chiave, ce la fa a passare dall'apparato escretore senza causare problemi, ti prendo subito il lassativo prescritto" era veloce e abile mentre si muoveva nella stanza corrucciata e stranita "Ci sono problemi?" chiesi notando il lieve disagio "No caro, credo solo di averli finiti" rispose lei tranquilla "é un problema venire a casa con me a prenderli? Abito a due passi da qui" continuò facendomi annuire sollevato di non dover arrivare chissà dove. "Se è un disturbo e deve rimanere qui non si preoccupi, andrò in farmacia" dissi dopo un istante di riflessione. Di solito lo studio era sempre aperto, non volevo scomodare nessuno e di certo far morire nessun cane venuto alle tre del pomeriggio per problemi intestinali "Oh no, avrei chiuso per una pausa, non ho ancora mangiato, non mi costa nulla spaccare un po'prima" così la seguii fuori e per 20 metri di villette a schiera, fino ad arrivare ad una piccola palazzina. Era rossa, ben curata e con un po' di giardinetto per contorno, mi guidò dentro i cancelletti per poi aprire il portone e salire delle scale. Era davvero bello quel palazzo, mi chiesi se mamma e papà l'avessero preso in considerazione quando ci trasferimmo qui o se era troppo dispendioso per loro al tempo.
Arrivammo davanti una porta in legno e lei inserì la chiave per farci entrare, la casa era davvero bella, non molto grande, ma assolutamente accogliente. Dava quel senso di intimo, di Natale e caminetti e cioccolate. Appena entrai mi trovai davanti un piccolo ingresso con specchio e attaccapanni, più in là c'era la cucina e sulla sinistra il salotto. Mi fece accomodare in salone su uno dei grossi divani leggermente rovinati dal tempo e solo allora mi accorsi dei giochi ai miei piedi, macchine e barbie erano ovunque sul tappeto. Probabilmente c'erano dei bambini in giro, almeno due a considerare dal campo di battaglia dove una bambola giaceva senza braccio e spiaccicata sotto una jeep in miniatura. Aspettai che Johannah tornasse e intanto continuavo ad adocchiare verso quelle che pensai fossero camere da letto che si trovavano lungo un corridoio alla destra del salottino. Non so cosa speravo ne uscisse, forse i bambini? Io adoro i marmocchi, vorrei averne prima o poi, dei piccoli chiacchieroni e puzzoni che girano goffi per tutte le stanze rallegrando l'appartamento. Si, vorrei decisamente dei bambini. Per un momento pensai se anche Louis li desiderasse, sarebbe stato adorabile come papà e sapevo grazie a Niall che aveva diverse sorelle e fosse un perfetto fratello. Cazzo, ero da solo in casa di una mezza sconosciuta e pure l'unica cosa che pensavo era lui. Fottuto Tomlison che non riusciva ad andare via dalla mia testa.
Proprio in quel momento entrò la donna ed io mi alzai prendendo Lardone pronto per andare via "Ecco, le ho trovate, dagliene due gocce, domani mi aggiorni su come va" disse lei gentile "Grazie mille" risposi cortese "Non vuoi restare per che ne so, un tè? In giro si dice che sono molto brava anche a fare biscotti" chiese lei. Non sapevo che rispondere, io nemmeno la conoscevo, ma quando "Le mie figlie grandi sono da amici, le gemelline a scuola e mio figlio non lo so. Mio marito è tornato dai genitori da una settimana. Ti sto solo chiedendo di farmi compagnia prima di tornare a lavoro, solo mezz'ora, Anne mi ha detto che sei un buon ascoltatore" continuò lei. Cazzo, mia mamma mi aveva mandato per fare da psicologo. Lei sapeva che era il mio sogno ed ero anche più tosto bravo a capire le persone, però mandarmi qui di proposito mi sembrava troppo. Johannah aveva addirittura fatto finta di non avere le medicine allo studio oppure era stato tutto casuale? Perchè non mi avevano semplicemente detto la verità? Così sembrava tutto molto inquietante...
"So che ti stai chiedendo se ti ho portato qui apposta e la risposta è no. Quando tua mamma mi ha detto di approfittare per parlare con te ho subito declinato l'invito. Non volevo crearti imbarazzo e non volevo sembrare una fallita. Le medicine non c'erano davvero, per questo siamo qui, ma stamattina ho riflettuto e forse ho davvero bisogno di essere ascoltata da qualcuno che non sia tua madre. Per carità, lei è splendida, ma è sempre dalla mia parte e parlando sinceramente non è molto brava con i consigli" Johannah era davvero un gran tipo, diretta e chiara, mi piaceva questo lato e poi per avere il coraggio di dire a mia mamma che i suoi consigli facevano schifo meritava almeno un po' della mia stima. "D'accordo, sono a tua disposizione, il tè verde ce l'hai?" risposi scherzando, lei rise, ora più tranquilla, e mi fece accomodare sulle sedie della cucina accendendo il bollitore e iniziando la storia della sua vita. O meglio, ci provò, ma neanche il tempo di dire "a" che dei passi veloci e una voce ci raggiunsero dalle stanze fino in cucina.
Angolo me
godetevi questo lungo capitolo
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Just You and I [L.S.]
FanfictionCosa succederebbe se Louis, gay dichiarato e promettente calciatore ancora liceale, si invaghisse di un piccolo e dolce Harry? Ve lo dico io: Il Caos Con un Niall consulente/psicologo, un Liam sempre troppo cortese ed uno Zayn gattino spaventato dal...