Sex and Love

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Mi piaceva il suo modo di ciondolare tranquillo, aveva un non so che di calmante. Ora che ci trovavamo all'aria aperta il disagio era notevolmente diminuito e provavo a raccogliere sul viso quel poco di sole che riusciva a passare attraverso le nuvole scure. Le mie mani in tasca erano congelate e provavo a riscaldare sfregandole contro la felpa calda. Vedevo il suo viso, con la coda dell'occhio, scoccarmi occhiate, non avevamo parlato molto una volta usciti dal bar e il fresco autunnale aveva portato con sè una leggera quiete. "Cosa ti va di fare?" chiese con voce calda continuando quello strano gioco che avevamo iniziato in quel caffè. Mi voltai verso di lui mentre continuavo a camminare e sorrisi alzando le spalle "Tu hai idee?" domandai in risposta.

Mi imitò sorridendo alzando anche lui le spalle. Continuammo senza meta per un po'. 

"Non pensavo sarebbe andata così stamattina" interruppe di nuovo quella strana aria pacata con la voce roca. "Ah no? E cosa immaginavi?" chiesi ponendo la testa di lato curioso. Sentivo quel brivido di eccitazione, che pian piano era sparito furi dal bar, tornare. Come piccole scariche le mie mani tremavano nel caldo del giubbotto, si aggrappavano al materiale mentre in attesa aspettavano risposta.

Fece un sorriso sbieco prima di rispondere ghignando "Non so se posso dirtelo". Scossi la testa ridendo, avevo capito come sarebbe finito tutto quello e il tergiversare della conversazione aumentava la smania di arrivarci. "E perchè no?" chiesi con finto tono confuso. Il suo sorriso si ingrandì mentre rallentando il passo invitò me a fare lo stesso. Ci trovavamo su una strada principale, le persone sbucavano da ogni angolo e i negozietti erano pieni di gente in agitazione. Ero quasi a contatto con un muro giallognolo, poi Stan si accostò al mio orecchio "Non vorrei dovessi cambiare opinione su di me" sospirò malizioso. Qualcuno lo spinse leggermente da dietro, stavamo bloccando la strada, le sue gambe cedettero prese alla sprovvista e lui si appoggiò sul mio corpo. Il mio cuore batteva forte, sentivo il corpo risvegliarsi dal tepore, avevo le sue mani aggrappate alle mie braccia per reggersi, il suo addome pressato contro il mio, il suo viso a una distanza ridotta e il bacino che sfiorava il mio fianco. 

"Ecco più o meno era così che me l'aspettavo la mattinata" rise affaticato dalla strana posizione, ma senza staccarsi. Girò leggermente lo sguardo verso il mio e così quando dissi "Anche io" glielo sussurrai sulle labbra sottili. Mi guardò immobile e specchiandosi nei miei occhi vi trovò tutto quello a cui pensavo. Trovò conferma delle mie parole.

Prese il mio braccio e mi scostò dalla parete, velocemente iniziammo ad incamminarci lungo il marciapiede. Aveva passo frettoloso e io spinto dalla sua forza sul mio corpo lo seguivo ubbidiente. Svoltò per diverse strade secondarie da cui ero passato solo poche volte, poi lungo una serie di vicoletti. Ci ritrovammo in un luogo meno popolato, una strada laterale, doveva essere non molto distante dalla scuola, mi ricordavo del piccolo labirinto di case color rosa pesco che si intravedevano dalla finestra del secondo piano, aula S3. Una volta l'anno scorso era entrato Louis mentre seguivo una lezione lì e aveva chiesto di far uscire Niall, prima però mi aveva sorriso facendomi un cenno di saluto. Ma adesso questo non c'entrava nulla, io era in giro con Stan e dovevo solo pensare alle sue gambe nervose che quasi correvano per poi- oh, fermarsi.

Ripresi fiato mentre cercavo di capire dove fossimo, guardavo il palazzo grigio alla quale si era addossato il mio accompagnatore. "Non chiedermi dove siamo" disse leggendomi nel pensiero "Ho pensato solo di trovare un posto più appartato" continuò poggiando la testa contro il muro e prendendo boccate profonde. Mi accorsi di avere il fiatone anche io, per cui mi avvicini a Stan ed imitai la sua posizione. Ci misi davvero poco a riprendere una frequenza cardiaca accettabile. Pensavo alla corsa, più che altro al perchè avessimo effettivamente corso. Lo guardai fissare il vuoto davanti a sè, pensavo a quanto fosse sicuro eppure mantenesse un certo rispetto per me cercando di darmi la possibilità di tornare sui mei passi. Anche adesso era fermo e cercava chiaramente un segno per una seconda mossa. 

Mi assicurai di fargli capire che non avesse frainteso. Mi staccai dalla parete e lentamente girai il mio corpo per fronteggiarlo, lui mi guardò negli occhi. I nostri sguardi legarono e un attimo dopo le sue braccia erano intorno ai miei fianchi e la mia bocca sulla sua. 

Mappava frenetico ogni angolo, mi stringeva prepotente fino a lasciare il segno sulla carne. Le mie mani si poggiarono sul suo petto stringendo la maglia tra le dita. Il tessuto ruvido strisciava sui polpastrelli mentre sentivo ogni centimetro di pelle estasiato. Mi toccava ovunque, mi toccava dove gli piaceva, mi toccava dove mi piaceva. Tracciava rude le pieghe della schiena, mi teneva come sospeso. Era selvaggio, era piacevole, era eccitazione. 

Adesso capivo sempre di più la differenza tra sesso e affetto. Adesso capivo la differenza tra i miei sentimenti e quelli di Louis. Non potevo non chiedermi se lui si sentisse solamente così con me.



Angolo me

MI DISPICE GIURO promise cambierà tutto.

fatemi sempre sapere se vi sta piacendooo

Just You and I [L.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora