The Proposal

49 2 0
                                    

Le braccia calde mi rilassarono all'istante.

"Tesoro ora andiamo a casa si?" la voce calma ed avvolgente della donna mi aiutò a sciogliermi. La seguii fin dentro l'auto, il viaggio fu breve e tranquillo, c'era silenzio. Forse lei era preoccupata, ci pensai solo in quel momento che magari chiamarla in quel modo non era stata la scelta più appropriata. Ma poi, ancora, il coraggio non si sarebbe fatto vivo una seconda volta e avevo davvero bisogno di passare del tempo con lei. I pensieri tornarono solo una volta che l'auto fu spenta. Dovevamo entrare, dovevo parlare. Mi accarezzò la mano poggiata mollemente sul sedile, sembrava che sentisse la mia agitazione e cercasse di dissiparla attraverso il tocco circolare e gentile lungo il polso. 

Scendemmo lentamente, era un perfetto inizio da dramma, salimmo il portico e mamma aprì la porta con le chiavi. L'unico rumore il ferro che si spalancava piano e il rumore del tosaerba del vicino. Nemmeno le macchine passavano per la zona a quell'ora, erano tutti o a scuola o a lavoro. Oppure al bar infondo alla strada a guardare la replica della ventottesima partita di campionato. Rogers contro Dallas.

"Che dici vuoi stenderti? Faccio un tè?" chiese Anne togliendosi il cappottino blu scuro che giusto due giorni fa aveva trovato in quel negozio carino in centro. "Sì tè, ma magari possiamo sederci" risposi appendendo a mia volta il giubbino sulla sedia di legno all'ingresso. Non aspettai conferma, salii le scale per recuperare la copertina rossa morbida dalla camera dei miei genitori. Intanto riflettevo sul da farsi. Conoscevo l'obbiettivo alla perfezione, ma quale strada intraprendere per arrivarci? Anche non volendo sarei finito comunque a divagare, per cui qualsiasi strategia che non fosse seguire il flusso avrebbe fallito. Nemmeno per un secondo pensai di andare via, ne avevo la possibilità, certo, ma lo meritava. Meritava una spiegazione per l'agitazione e la chiamata e la corsa e il silenzio. 

Così sospirai l'ultima volta e poi annuii a me stesso.

Scesi gli scalini velocemente e trovai due tazze fumanti già poggiate sul tavolino e mamma china verso il lettore dvd mentre sceglieva tra The Proposal e Serendipity. 

"Oh eccoti, che ne pensi?" mi chiese indicandomi le due cassette. "La uno o la due" continuò "Uno" risposi neutro, ero convinto che non l'avremmo comunque visto quindi che importanza aveva.  Comunque sia lo inserì e venne ad occupare lo spazio affianco a me che avevo lasciato libero. Coprii entrambi con la coperta e lei avvio il video. Sapevo che non mi avrebbe messo pressione e se io non desideravo dirlo non mi avrebbe costretto, per cui se volevo ero obbligato a cominciare la conversazione per primo. "Allora...scusami se ti ho chiamato così di fretta" dissi cercando di smuovere la situazione "Tranquillo Har, ero già in giro a comprare delle cose e poi avevi bisogno di me, lo sai che lascerei sempre tutto per raggiungerti" rispose lei dolce.

Annuii perchè lo sapevo, me lo ripeteva sempre. "E poi se mai vorrai raccontarmi ti aspetterò" continuò voltando leggermente la testa guardandomi lateralmente con un sorriso. "Io, sì, ecco, vorrei parlartene" era arrivato il momento, il minuto, l'ora. "Preferisci che ti guardi?" chiese la donna, "No è perfetto così, tu fammi finire e poi ne possiamo discutere" dissi io deciso. 

"Allora, non era urgente in realtà, o meglio, sì lo era, ma solo perchè non ero sicuro di trovare più il coraggio. Quindi te lo dico. Sì, adesso te lo dico. Ora te lo dirò." e ovviamente zero suoni uscirono dalla mia gola. Nessuno, sul serio. Completamente nullo.  Mi ricordai quando due minuti priva avevo scartato l'opzione che ora a caratteri cubitali, rossa mi si era accesa come una spia nella mente: SCAPPA.

Eeeed eccomi di nuovo lì. Guardai la porta e mia madre alternando lo sguardo. 3-2-1- SCAPPA.

Camminai velocemente per raggiungere la maniglia fredda. L'abbassai di fretta e uscii respirando forte. Mi fermai un solo secondo prima di prendere a correre per le strade autunnali, avevo una semplice felpa e il clima non era adatto a quell'outfit. Sentii il vento scuotermi interamente, non sapevo dove andare. Continuai veloce. Per un breve attimo pensai di voltare e andare da Niall. Ma probabilmente non aveva ancora finito le sue lezione e poi non avevamo chiarito. Zayn oggi sarebbe uscito prima, ma abitava più lontano ed era sicuramente ancora in pullman. Jay era a lavoro, non se ne parlava. Louis...si stava sbaciucchiando con il suo nuovo fidanzato perfetto. Liam...beh non lo sapevo, magari aveva finito anche lui presto quel giorno, ma avrei dovuto sperare e aspettarlo fuori scuola, non sapevo dove abitava. No. 

"Sali subito H" una voce mi fece fermare, voltai il capo. Proprio lì, con la sua stupida macchina, il mio problema più grande. "No" era fermo, con sguardo duro continuai a guardalo. "Non fare il bambino, sali" insistette lui con quei sui maledetti occhi blu, ma non cedetti. "No Louis, grazie, ma no" risposi riprendendo a camminare. Louis mise in moto la macchina andando alla mia velocità cercando di parlarmi. "Così ti si bruciala frizione idiota" dissi,  ehi, non giudicate, non ci tenevo a sentire quella puzza orribile su tutti i miei vestiti. "Allora tu sali" era caparbio, molto, ma quel giorno lo ero anche io. "Ho detto no"

"Eddai sali"

"No"

"H"

"No"

"Harry" e ok questa non era la voce di Louis. "Har amore" no era decisamente qualcun altro. Vidi mia madre parcheggiare la macchina lungo il ciglio della strada a un metro da quella ancora in movimento dell'altro ragazzo. "Ti ho cercato sai" disse lei. Scese dall'auto trafelata e mi abbracciò con slancio. Un'altra volta le avrei detto di smetterla, ma pensai che non fosse il caso. 

Poi all'improvviso la donna si staccò e con gli occhi ridotti a due fessure si avvicinò all'auto di Louis. "Ragazzino, ha detto No e no vuol dire no. Vedi di stare lontano e ora vai, fila a casa forza" la mamma era spaventosa quando era arrabbiata, lo sapevo per esperienza e probabilmente lo pensò anche il ragazzino, perchè filò liscio lungo la via evitando per poco la macchina della donna, sistemata obliquamente. Gongolai dentro di me, in effetti non mi aveva fatto nulla, ma lo meritava comunque. 

"E tu, sali, ne riparliamo tra poco" sì, faceva davvero paura.

Just You and I [L.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora