You idiot

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"Cosa diavolo ti è preso". Non aveva smesso un attimo, da quando eravamo entrati della macchina di ripeterlo. Ora mi aveva fatto sedere in cucina intorno al bancone mentre si versava dell'acqua e allisciava i suoi capelli scuri. "Sei impazzito per caso?" chiese ancora, ma io non risposi, sapevo che non voleva lo facessi.

"Ma cosa, cosa, ho fatto di male" era un loop di frasi senza senso. "Dico io, chi ti ha cresciuto così" ancora... "Scappare come se nulla fosse"

"Per chissà quale motivo"

"Se scappi davanti a cose così stupide, cosa farai poi"

"Che poi a quest'età che hai d'importante da dire"

"Ma dico io, ti sembra normale?"

"E la proposta...Dio Santo cosa farai alla proposta"

"Scapperai così quando la tua ragazza ti dirà di essere incinta? Oh cielo. é questo quello che è successo?"

E andava bene tutto, ma ora basta. Basta sul serio.

"Tranquilla che non ci sarà nessuna donna incinta nè tantomeno una proposta...beh forse quella si, però non stiamo parlando di questo. Io ho cose molto importanti da dire, non sono scappato senza motivo" dissi indispettito. Era normale la sfuriata, ma sminuire quello che pensavo e dicevo era oltre qualsiasi linea della pazienza presente sulla Terra.

"Ah si? E cosa di grazia?" rispose sfidandomi. Beh aveva giocato male le sue carte. Se voleva la bomba, la bomba avrebbe avuto.

"Sono gay"

...Lei rise

Semplicemente avvicinò la mano alla bocca e cercò di nascondere le risate dietro il palmo. "Scus-scusami" ridacchiò. "Questa era bella, bravo" rise e rise e rise ancora. 

"Mamma" dissi serio "Mamma è vero" le lacrime iniziarono ad accumularsi agli angoli degli occhi. Non avrei immaginato una reazione del genere, non sapevo se fosse un bene o un male. Di sicuro risate era meglio di urla, ma quanto meglio?

Probabilmente vedendo l'immobilità del mio sguardo, e la prima goccia scivolare lungo la guancia capì davvero. Si fermò di botto e attonita fece scivolare la mano dalla bocca al bicchiere davanti a lei. Lo prese e sorseggiò. Colsi quel momento per continuare il mio discorso. "Non avevo programmato di dirtelo oggi, ma lo dovevo fare. Mi aiuterebbe molto se mi parlassi, grazie". Anne sbattè le palpebre più volte prima di girare il tavolo e raggiungermi. Prese la mia mano tra le sue, abbassò il volto sui nostri arti. Pian piano lo rialzo e delicatamente mi tirò a sè.

"Va bene amore" tre parole misero a tacere qualsiasi altro pensiero. Lacrime calde ormai scendevano come torrenti dai miei occhi verdi. "Va bene" mi cullò ripetendomi le stesse lettere, sempre più dolci. "Ti voglio bene" quello fu il suono tenero che mi fece addormentare sul suo petto.

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Al mio risveglio la casa era buia, l'unica luce il mio telefono poggiato sul comodino del letto matrimoniale decisamente non mio. Foto del matrimonio dei miei genitori mi aiutarono a comprendere maglio la situazione e mettere a fuoco la stanza. Allungai il braccio verso la lucina blu e lessi.

Da: Numero sconosciuto 

'Idiota'

Un singolo messaggio. Uno sconosciuto alquanto offensivo

Da: Te

'Chi sei?'

Da: Numero sconosciuto

'Tua mamma fa paura'

Ecco ora era tutto chiaro.

H: 'Hai toccato il suo piccolo, mai farlo'

L: 'Ti ho semplicemente offerto un passaggio'

H: 'Io ho semplicemente detto no'

L: 'Idiota'

Non risposi, ero di nuovo stanco e controllando il cellulare mi resi conto ce erano ormai le sette di sera. A questo punto decisi di riprendere il mio sonnellino di bellezza.




-Angolo me- 

DOPPIO AGGIORNAMENTO 

Just You and I [L.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora