I'm tired

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Era tutto caldo e bagnato e frenetico, almeno all'inizio, le sue mano erano intorno alla mia vita, mentre io me ne stavo dritto e fermo ancora in un misto tra shock ed eccitazione. Mi accarezzava i fianchi con poca delicatezza, mi accostava a lui facendo sbattere il mio petto contro il suo. Sembrava più una guerra che un bacio, ma nessuno dei due voleva fermarsi. Corsi ad accarezzargli le punte color caramello, passando le mani nei nodi sottili.

Sentivo tutto, sentivo i palmi pressati contro di me sentivo il rumore del suo respiro e la sua bocca frettolosa aperta contro la mia. La lingua umida bagnava ed accarezzava il mio palato mappandolo. Era meraviglioso, non ero mai stato baciato così e mi stava piacendo, molto più di piacendo. Le sue dita calde alzavano la mia maglietta dalla schiena, toccavano e sprofondavano nella mie pelle le unghie sottili, tracciavano scie immaginarie. Un sospiro uscì spontaneo dalle mie labbra ancora incollate alle sue. Quell'attimo di rilassatezza, quell'abbandonarmi per un secondo mi fece sbandare e fare qualche passo indietro, ma le mie mani dietro la sua nuca gli permisero di seguirmi senza separarsi nemmeno una volta. Adesso gli schiocchi erano più lenti, con la lingua stava assaggiando il mio labbro inferiore. Poi uno scatto forte, mi tirò contro di sè, i miei piedi instabili cedettero. Dovetti indietreggiare ancora per mantenere l'equilibrio, toccai con il retro delle ginocchia una superficie morbida, non riuscii a fermarmi prima di atterrarvici. Caddi scompostamente sul materasso appena fatto. Mi ritrovai fermo tra le lenzuola, la figura di Louis si avvicinava, poggiò un ginocchio vicino a mio fianco ed io spostai il mio sguardo dal soffitto al suo viso. Gli occhi blu erano scuri, erano ombrati e pieni di qualcosa che non riuscivo ad identificare. Ero preso dal scrutarlo che nemmeno mi accorsi della mano che si stava, per niente delicatamente, appropinquando verso la cerniera dei miei pantaloni. Il solo tocco però mi fece riscuotere, non era leggero, era duro e deciso, lui voleva quello. Ma io?

Diedi un'occhiata al suo palmo, poi alla sua faccia, non era rivolta verso di me come a chiedere permesso, no, lui si stava prendendo tutto e sapeva di poterlo fare. Cercai il suo sguardo, volevo che mi guardasse, volevo che ci capissimo, volevo capire. La cerniera fu abbassata, i pantaloni stavano scendendo, ma niente di quello andava bene. L'avevo sognato, ma non così. Questo non era dolce, era rude, era frettoloso. Non potei continuare. 

Mi alzai piano facendolo sollevare sorpreso, cercò i miei occhi come io avevo fatto poco prima con lui e allo stesso modo non li trovò. "H che succede?" si era alzato anche lui, non capiva, io cercavo di ricompormi, muovendomi per la stanza raccattando le mie poche cose. Con una mano riallacciavo i pantaloni, con l'altra prendevo dal comodino il mio telefono abbandonato. "Ho fatto qualcosa che non volevi?" parlava con voce preoccupata, ma ancora intorpidita. C'era un'atmosfera strana, come in un sogno, era sospeso il tempo, le nostre parole, i respiri. Andai verso la porta sentendo Louis camminare frettolosamente dietro di me, mi concentrai sugli squilli provenienti dal mio cellulare, la scritta la chiamata è in corso apparve brillante. "Har come stai? Lo so che hai tante domande, se ti sei ripreso magari posso passare, ti va? O forse vuoi stare con Louis ancora un po'-" 

"Zayn vienimi a prendere" 

"Cosa?" 

"Zayn" 

Parole chiare e ferme, la voce immobile.

"Arrivo, aspettami giù"

Chiuse la chiamata e scostai l'apparecchio dall'orecchio. 

"Perchè fai così?" la domanda di Louis non mi lasciò sorpreso, quello che lo fece, invece, fu il modo in cui la porse. Era arrabbiato, ma anche rassegnato. "Scappi di nuovo" disse ancora. "Non sto scappando" risposi non girandomi a fronteggiarlo, per cui forse era vero, stavo scappando, ma non potevo dargli ragione, non adesso. "Girati" comandò Louis, non ebbi la forza di contraddirlo, presi un respiro e mi preparai allo scontro. Alzai gli occhi dal pavimento e mi mossi. "Adesso che mi sono girato cosa cambia" chiesi stringendo i denti, potevo farcela senza voltarmi e andare via di corsa, dovevo farlo. "Niente, speravo in qualcosa però" disse il castano alzando le spalle.

"Io adesso vado" spezzai il silenzio

"Non ti rincorrerò" fu la risposta del maggiore "Sono stanco Harry, sono stanco che scappi sempre, sono stanco di non sapere il perchè. Non posso più rincorrerti" il continuo delle sue parole arrivò all'improvviso. Quando mai mi aveva rincorso, forse una, due volte. Quello era il massimo, lui stanco? E di cosa. Tutti questi discorsi enigmatici, non avevo idea di che cosa stesse parlando, forse aveva sbagliato persona. Era così melodrammatico, ma se la pensava in questo modo comunque gli avrei tolto un peso. 

"Non preoccuparti, non dovrai più" le ultime parole rimbombarono nel silenzio prima del rumore della porta che si apriva. Ma non ero stato io.

Just You and I [L.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora