Would you come and pick me up?

57 2 0
                                    


E così ero solo. Cioè non proprio, avevo mamma e Zayn e credo Jay. 

Ma ero solo comunque e dovevo tornare a scuola. 

Alzarsi fu la parte più facile in confronto a camminare fino al cancello grigio e attraversare le porte. Ero in ritardo, l'unico modo per vedere meno gente possibile. Passai per i corridoi quando la campanella era già suonata e picchiettai sulla porta chiusa dell'aula di storia, la prima lezione della giornata, fortunatamente di quella classe conoscevo solo Carly, dolce ma veramente appiccicosa, e Liam, anche se non avevamo più parlato da quella chiacchierata fuori scuola. 

"Styles, è in ritardo" le parole della professoressa mi accolsero lungo la passeggiata fino al terzultimo banco, vicino a quello che credevo si chiamasse Max. 

"Mi scusi prof, imprevisti" risposi gentile "Sisi, ora fatti indicare da Stellner dove siamo arrivati" mi disse lei scocciata. Mi girai verso Stellner(?) e lui come indicato mi spiego l'argomento appena iniziato. 

Passarono due ore. Affrontai tutti i problemi con calme, uno per uno. Ne ricavai 425 domande e 1 risposta. Troppe, troppe cose a cui pensare. Ma non era quello il momento, no. Perchè quell'unico riscontro positivo mi stava divorando e ora che avevo trovato il coraggio bisognava sfruttarlo. Non salutai nessuno, camminai veloce per chiudermi nel primo bagno disponibile. Composi il numero più in fretta possibile e spinsi il tasto verde luminoso. 

'Hei amore che succede?'

Stavo sbagliando, dovevo attaccare, che mi era preso non potevo. Però magari...no. No...sì. 

'Tesoro mi sto preoccupando ci sei?' 

La voce calda e tranquilla mi sembrava un tamburo, un peso sul cuore già pesante. Tum-tum aveva bisogno di sapere. Mentirle non serviva, lei mi amava. Mi avrebbe amato comunque? Mi avrebbe amato ugualmente? Mi avrebbe amato abbastanza? 

Doveva farlo. 

'Ehi Ma'

'Ciao, che succede?'

'Mi verresti a prendere?'

'Che succede?'

'Te lo spiego dopo'

'Certo, ok. Ma tu stai bene si?'

No. 

Pensavo di essere libero. Pensavo che averlo detto a Johanna mi stesse aiutando. Ma lei era un'altra cosa. Io l'amavo e lo avrei sempre fatto. Se davvero il suo amore, invece, non fosse rimasto così forte mi sarei trovato a terra. Questa volta da solo per davvero.

'Ti prego vieni'

La prossima classe era matematica, mi sarebbero venuti a cercare lì. Dieci minuti seduto in un angolo fingendo di capire le funzione non mi avrebbero ucciso di certo. Se solo non ci fosse stato Louis. Rallentai il passo dopo questo pensiero, i minuti diventarono due, erano ancora troppi in quell'infermo, ma era il massimo che potessi fare al momento. Arrivai alla lezione e per fortuna la porta era ancora aperta.  Appena messo un piede dentro capii che non era proprio fortuna. Tutti mi stavano guardando e se prima erano volti annoiati, dopo aver notato i miei occhi rossi erano decisamente più interessati.

"Ah eccolo, Harry devi uscire" disse la professoressa parlando con il bidello, che aveva in mano il mio permesso di uscita. "Conosci la strada ragazzo" disse quest'ultimo facendomi un cenno. Erano ancora tutti impegnati a scrutarmi, probabilmente si chiedevano perchè il ragazzo timido amico di Horan, avesse le guance rosse e rigate. Cercai di uscire senza guardare nessuno e soprattutto senza voltarmi verso il posto dove sapevo l'avrei trovato. Ma ero debole, così, quasi senza farlo apposta appoggiai il mio sguardo sul suo. Era preoccupato, o forse provava pena. Non potei reggerlo, mi girai e procedetti. Mi resi conto di essermi avviato come sospeso, non ricordavo più perchè stessi uscendo. Velocemente, però, la chiamata tornò nei miei pensieri una volta aver visto il volto della donna. 

Al resto avrei pensato un'altra volta. Avevo un obbiettivo.

Just You and I [L.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora