Everything

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"Sono felice che mi hai chiamato piccolo" disse con voce profonda sedendosi sulla sedia appositamente allontanata dal tavolo di fronte a me. Non risposi. "Non me l'aspettavo sai? Non mi hai dato nessun segno" continuò sorridendo furbamente ed appoggiandosi allo schienale con lentezza estenuante. "Già, non ero sicuro di scriverti nemmeno io" risposi sorridendo. In fin dei conti l'avevo trascinarlo di mia volontà fino a qui, dovevo almeno dimostrare un minimo di sicurezza. 

"Questa felpa ti sta molto bene, rispecchia i tuoi occhi" parlò in maniera affettata, cosa che non fece altro se non girarmi lo stomaco, anche se una parte di me molto evidente arrossì alle lodi. Il silenzio imbarazzato che ne segui non mi permise di sciogliermi, la postura rigida e il calore alle guance fecero accorgere anche lui del mio disagio. 

"Bambolina perchè siamo qui? Mi hai chiamato tu no?" sospirò e passò consapevolmente la lingua sulle labbra rendendole lucide e pur non volendo seguii lo sguardo con un certo interesse. Infondo aveva ragione, ero stato io a svegliarmi un venerdì mattina e chiamarlo chiedendo di vederci. Allora avevo ancora la collera bollente di quel bacio segreto che mi era stato nascosto, a dire il vero anche ora ne ero pieno. Rabbia per aver creduto a tutti, a Niall, a Zayn, perfino a Louis stesso con i suoi sguardi travolgenti e quel maledetto pomeriggio in casa sua. La fase: non gli piacerò mai, era stata superata dopo il mio breve ma intenso soggiorno nelle sue stanze. A questa era susseguita l'insolita (almeno per me) 'Gli piaccio ma non allo stesso modo'. Perchè era chiaro come il sole che gli sfioramenti del giovedì pomeriggio erano voluti da entrambe le parti in maniera eguale, ma era ancor più chiaro che i sentimenti di uno erano più forti e nobili rispetto a quelli del secondo. Ovviamente ero io a starci sotto come un cane per quei baci infiniti che mi avevano portato sdraiato a guardare negli occhi blu che si muovevano affamati tra le mie gambe.  

Così per colpa di quella folle botta di sicurezza ora ero qui con un ragazzo altamente fuori dalla mia portata che palesemente non vedeva l'ora di farmi cadere ai suoi piedi, senza saperne in realtà il motivo. Cosa cercavo da lui? Vendetta, probabile, dopo aver capito che solo il desiderio legava me e Louis la situazione era andata peggiorando scoprendo che quello stesso sentimento era stato provato con la stessa intensità, da quest'ultimo, verso il mio migliore amico. 

E forse a pensarci bene lo stesso avvenente giovane davanti ai miei occhi aveva un rapporto di desiderio con il ragazzo dagli occhi più blu che io avevo mai visto. 

Ma continuavo a chiedermi e mettere da parte risposte su questa vendetta. Se non c'era amore da parte sua, perchè avrebbe dovuto soffrire nel sapermi di un altro, perchè avrebbe dovuto essere infastidito. Lui mi bramava, ma non c'era del tenero, avrebbe potuto rosicare per non potermi avere , ma nulla di più. Cosa mi aspettavo o cosa volevo non era certo, anzi, cercavo proprio di eliminarla quell'insidiosa domanda. Cercavo di godermi il momento e gli sguardi di qualcuno che davvero era affamato di me e da cui io non volevo altro se non le identiche cose. 

"Beh mi hai dato tu il tuo numero, dimmi tu perchè volevi ti chiamassi" audace da parte mia, ma se volevo giocare, per la prima volta nella mia vita, l'avrei fatto alla grande. "Per vederti ovviamente" sorrise beffardo, senza aspettarsi risposa riprese "Vedendo l'attaccamento di Tomlinson per te avevo quasi pensato di tirarmi indietro prima di darti il mio contatto, ma infondo tentar non nuoce e infatti sono stato ripagato della mia sfrontatezza".

Mi teneva nelle sue mani, ero inesperto e non in gradi di controbattere, alla svelta avevo bisogno di farlo ricrede di poter avere il controllo. Prima di poter formulare qualsiasi pensiero il cameriere si avvicinò a noi. Ordinammo giusto quel poco che ci permetteva di stare ancora lì a conversare. Appena i passi furono lontani sfruttai l'unico elemento sorpresa in mio possesso. 

"L'altro pomeriggio a casa di Louis...ero sveglio" lo dissi con lentezza, prima di osservare il suo volto stupito e vacillante. Durò un secondo perchè subito si riprese "Ah si?" chiese curioso e con un cipiglio malizioso. "Quanto hai sentito?" domandò ancora ingrandendo il sorriso e appoggiandosi con i gomiti sul piccolo tavolino di ferro che ci separava. Seguii le sue mosse ed imitai la sua posizione "Tutto" bisbigliai assumendo lo stesso tono malizioso. 

"E cosa ne pensi?" sfarfallando le ciglia e spingendosi ancora più vicino, mi guardo in cerca di una risposta che non aspettai a fornirgli. Da questo sarebbe dipeso lo svolgimento delle cose, lo sapevo. 

"Non mi sarebbe dispiaciuto se fossi entrato".

Stan alzò l'angolo della bocca e sorrise. "Ti va di uscire da qui e fare un giro?" 

"Volentieri"


Just You and I [L.S.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora