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Non le sembrava vero di essere a Valencia con suo padre.
Alicia aveva sempre seguito la motogp da casa sul divano e poterlo fare lì sembrava surreale. L'atmosfera lo era.

Attraverso un contest era riuscita ad avere un pass e si era ritrovata a vagare per il paddock dalla mattina senza che nessuno la fermasse.
C'era molto movimento e non le sfuggì qualche volto noto di tutte e 3 le classi. Intravide Quartararo, Arbolino, Pol Espargaro e altri, ma non ebbe il coraggio di fermarli.
Pensava di non essere in grado di saper gestire la situazione e di fare solo pessime figure. Altre non si sarebbero fatte alcun problema a chiedere foto o autografi, Alicia temeva di non riuscire a formulare un pensiero.
Era strano vederli in carne ed ossa, dalla tv si imparano a conoscere persone in maniera distorta, quasi come se fossero di un altro mondo.

Riflettè proprio su questo mentre continuava a girare per magico posto sperando di vederne ancora uno dal vivo. Il pilota che tifava da quando aveva 15 anni : Marc Marquez.
Ricordava il suo primo titolo e tutti quelli successivi. Aveva la sua maglia e ad ogni gara la metteva per scaramanzia.
Aveva perso un po' del suo colorito originario ma era talmente tanto affezionata che non l'avrebbe mai buttata.
Era la stessa che aveva indosso quel giorno annodata in vita. Ne andava molto fiera nonostante si rendesse conto non fosse delle più recenti come quelle che aveva visto in giro.

Passando per le immense motorhome si rese conto di quanto di presenza fossero più grandi di quanto si percepisse dalla tv.
Era ferma davanti ad una nera quando sentì un motorino da lontano avvicinarsi. Quando si voltò per vedere chi fosse il cuore le si fermò.  Poco distante vide Marc Marquez che si era fermato per scambiare due parole con un membro dello Staff.
Non fece in tempo a riprendere il respiro che lui aveva ripreso la marcia passandole a pochi metri di distanza e già le dava le spalle.
Non seppe come spiegarsi quel moto di coraggio ma si ritrovò a chiamarlo senza pensare.
A quella distanza sarebbe stato impossibile non sentirla ma il pilota non si fermò e continuò per la sua strada.

Alicia rimase delusa ma in fin dei conti poteva anche aspettarselo: tantissime persone lo chiamavano continuamente e fermarsi con ogni ognuna sarebbe stato impossibile. Soprattutto in quel frangente e con tutti gli impegni dei piloti.
Per chi guardava era divertimento, per loro era lavoro.

Si girò per andarsene e ritornare sulla via principale quando sentì un leggero rumore di clacson e un motorino affiancarla.

" Ciao" disse lui semplicemente rivolgendole uno dei suoi classici sorrisi. A così pochi centimentri Alicia si stupì di quanto fosse molto più bello dal vivo.
Quello ed altri milioni di pensieri le frullarono per la testa e sentì le sue guance arrossarsi. Si vergognò perché non avrebbe mai voluto reagire in quel modo imbarazzante. Non era affatto così caratterialmente ma quel posto la irretiva oltre che entusiasmava.

"Ciao...scusami non ti volevo disturbare io..."

"Scusami tu, lo ammetto per un momento ho fatto finta di non sentirti  ma poi sono tornato indietro e ho fatto bene." Disse squadrandola e notando non solo il suo bellissimo viso ma anche la maglietta che aveva addosso. Ne riconobbe la capsule e non era di certo una delle più recenti.

"Io...scusami non so neanche io perché ti chiamato."  Rispose agitata non rendendosi neanche conto del suo sguardo su di te.

"Dammi il tuo telefono." Aprì una mano di fronte a lei aspettando che facesse quanto detto.
Alicia alla richiesta rimase interdetta, come se fosse assurdo, ma quando Marc aprì la fotocamera si sentì ancora più idiota di quando non si percepisse già.

"Ecco qui. Credo fosse questo quello che volevi chiedermi" riprese lui dopo averli immortalati in un selfie.

In quel momento Alicia ebbe però chiaro che in realtà quello che voleva fare era altro.

Amore a contrattoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora