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"Ti prego non mi dire che ti stai preoccupando di lui!" La redarguì Letizia mentre era intenta a spalmarsi la crema su tutto il corpo.

"Mi dà fastidio il fatto che nella sua testa ora si stia dando ragione. Pensava che potesse c'entrare Fabio quando l' ho lasciato."

"Tipico, non si fanno nessuna analisi di coscienza e scaricano la colpa...uomini!" Commentò Alexandra.

"Pensasse quello che vuole, non ha saputo apprezzarti come avrebbe dovuto. Lo lasciasse fare a chi è in grado; Fabio ieri non ha lasciato dubbi" concordò Letizia.

"Dite? All' inizio pensavo si fosse avvicinato solo perché ero la ragazza di Marc, ieri però ci ho parlato di più e ...non lo so." Concluse poco convinta Alicia. Era diffidente di natura e con Fabio aveva subito messo le mani avanti. La sera prima però ebbe l' opportunità di approfondire e scoprì un ragazzo semplice e alla mano.

" Ad entrambe è sembrata la stessa cosa, non può essere un caso." Sentenziò Alexandra.

"Sarà, ma non vi fate strane idee. Non ho intenzione di trovare compagnia."

"Neanche per divertirti un po'..."

"No! Arrenditi, Ale" rise interrompendo l'amica.

"Ok. Mi arrendo, per un po'" disse mettendosi gli occhiali da sole e sdraiandosi facendo finta di aver concordato.

Alicia scosse la testa arresa, combattere con quelle due era quanto di più difficile ci fosse. Erano testarde ma riconosceva che lo facessero per lei; le volevano bene e c'erano sempre state. Quando aveva avuto problemi alimentari in adolescenza loro erano state la sua ancora di salvezza insieme alla famiglia.
Volevano che fosse felice e, sebbene non sapessero del contratto, percepivano che soffrisse.

"So come distrarti" se ne uscì di botto Letizia alzandosi dal lettino come se avesse trovato il santo Graal.

"Come?"

"Le moto ad acqua!"

"Sei un genio! Dove le affittano?" le brillarono gli occhi alla sola parola "moto".

"Allo stabilimento accanto, io però non guido" alzò le mani Letizia.

"Io vi guarderò dalla spiaggia, qualcuno dovrà pur vegliare su di voi mentre siete a largo"

"Ale hai così poca fiducia in me?" la prese in giro Alicia.

"Ma no, solo che mi fanno paura quegli aggeggi"

"Va bene, quindi Alicia guida, io dietro e tu vegli su di noi da brava mamma apprensiva." riassunse Letizia mettendosi il copricostume.

"Io vado a prenotare il turno, scuramente ci sarà da aspettare. " si affrettò Alicia che si incamminò.

Notò subito fosse molto più in del loro e i posti non erano tutti occupati. Un signore sulla cinquantina poco lontano stava gestendo i turni per le moto ad acqua e altri intrattenimenti. Un ragazzo lo aiutava a gestire le moto e come immaginava c'era un lista di attesa da rispettare dato il numero limitato di mezzi a disposizione.

"Deve aspettare una 40ina di minuti Signorina, mi dia il nome e la metto in lista se desidera."

"Certo, Alicia" confermò lei e lui appuntò il suo nome per uno dei turni successivi.

"Segnato, lei è nel turno dopo quei ragazzi lì." la informò indicando un punto imprecisato dietro di lei. Annuì e solo dopo si girò per capire a chi si riferisse.

Non fu una sorpresa graditissma. Poco lontano da lì c'era Marc con il fratello e i suoi amici. Ebbe voglia di volatilizzarsi nel nulla ma ormai era troppo tardi; il danno era stato fatto. L'avevano vista e non poteva risolvere in nessun modo se non facendo uno dei suoi migliori sorrisi e sperare che i convenevoli finissero il prima possibile. Era contenta di vedere Alex perché non avevano avuto modo di parlare dopo la sera a Madrid, ma per il fratello non poteva dire la stessa cosa.

"Ciao, Alicia. Come stai?" la salutò Alex calorosamente dandole due baci.

"Ciao, tutto bene. Tu?"

"Bene, anche tu con le moto ad acqua?"

"Sì, non potevo lasciarmele scappare. Marc non saluta neanche più?" Osservò stizzita e Alex non seppe come scusarlo.

"Io non...mi dispiace" scrollò le spalle il minore incapace di dire altro.
Non pensava si fosse offeso a tal punto da far finta addirittura che non esistesse. Avrebbe voluto prenderlo a schiaffi ma non poteva.

"Tranquillo, io vado. Mi ha fatto piacere vederti e sapere che almeno tu non farai finta che io non esista" rise lei cercando di trattenere il nervosismo.
Il fatto che Alex l'avesse salutata tranquillamente e con il sorriso le fece pensare che la sua scelta non le aveva fatto terra bruciata intorno e si sentì sollevata.

"Ha fatto piacere anche a me. Buona vacanza, Ali" augurò per poi congedarsi.

Alicia prese il numero del suo turno per la moto ad acqua e decise di ritornare al suo stabilimento. Mancava ancora del tempo e sarebbe stato inutile rimanere lì, soprattutto per chi aveva incontrato. Non averlo davanti le avrebbe fatto passare il nervosismo per il comportamento immaturo che aveva avuto.
Atteggiamento che le confermò quanto sospettava: pensava che Fabio c'entrasse qualcosa nella sua decisione. Come potesse essere così cieco non lo sapeva, ma era lo stato dei fatti.
Avrebbe voluto lasciarsi alle spalle dei ricordi positivi ma non ci era riuscita. Sentiva ribollire il sangue ed era delusa per l'immaturità che aveva dimostrato.
Sperò con tutta se stessa di non incontrarlo più per tutto il resto della sua permanenza e non solo. Speranze del tutto vane perché a metà strada il suo passo veloce fu interrotto.

"Aspetta un attimo" la fermò Marc con il fiato corto.

Per un secondo fu tentata di non voltarsi e far finta che non l'avesse chiamata ma avrebbe fatto peggio di lui e non voleva abbassarsi.

"Tuo fratello ti ha fatto notare la mia esistenza, che onore. Non pretendevo una chiacchiera ma un semplice saluto. " Esordì infastidita. Non riusciva proprio a fingersi calma.

Marc fece un lungo respiro, come se stesse trattenendo una furia "Dopo ieri avrei voluto cancellarti, lo ammetto"

Alicia scoppiò in una risata nervosa, non poteva essere serio pensò. Il paradosso la colpì a 200 km/h.

"Dopo ieri cosa? Cosa ho fatto che ti ha disturbato così tanto?"

" Lo sai"

"No, non lo so. Non so perché continui ad accusarmi di cose senza alcun senso; avevamo un contratto e ho rispettato le regole fino a quando non ho fatto l' enorme errore di innamorarmi di te e peggio ancora di venire a letto con te. Quale sarebbe la mia colpa?!" Esplose esasperata.

Sentiva tutta la tensione accumulata nei giorni esplodere dentro: era come una bomba ad orologeria e non ce la faceva più.
Marc dal canto suo rimase totalmente inebetito dalla reazione e soprattutto dalle parole dette da lei. Sentì come mille lame nello stomaco.

"Quindi sarei un errore?" Chiese attonito.

A quella domanda Alicia mancò di un
Battito. Le fece male sentire quelle parole perché mai avrebbe pensato a lui come ad uno sbaglio, almeno fino ad allora. Allo stato dei fatti tutto quello che aveva guadagnato era uno stato di inquietudine perenne e il pensiero di lui che la tormentava.
Le fece male rispondere; quella mattina si era svegliata e aveva preso la decisione più difficile lasciandolo lì da solo.

"Sì" rispose con voce tremante e quasi ebbe paura che se ne accorgesse. Non voleva fargli sapere quanto riuscisse a toccarle nervi scoperti.

Marc ebbe il colpo di grazia . Come lo ferì quel "sì" poche altre parole sentite in vita sua.
Nel profondo sapeva che avrebbe voluto sentirsi dire il contrario.
Per la prima volta avrebbe voluto essere il centro del mondo di una persona e ricordò quello che gli aveva detto tempo prima 《tutti meritano di sentirsi amati》.
Era invece finito per essere qualcosa da cancellare.

Ancora una volta si diedero le spalle legati a filo stretto dall'incapacità di comunicare tipica di chi ha paura di esporsi, probabilmente di amare.
Ma il silenzio rovina e corrode; e questo era quello che stava succedendo ad entrambi.
Non dissero più una parola e si allontanarono feriti l' uno dalle parole e l'altra dal silenzio.

Amore a contrattoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora