capitolo 1

504 12 0
                                    

"i tuoi amici saranno qui a breve, fai in fretta, t/n!" disse mia madre.
"a-arrivo subito mamma!" le risposi io. scesi le scale per arrivare dalla mia camera al salotto, mia madre mi sorrise e con un filo di voce disse "hai preparato tutto?" feci cenno di si con la testa, ci guardammo per un po' di secondi e poi scoppiammo entrambe in lacrime. mia madre mi abbracciò ed iniziò a sussurrare "mi mancherai così tanto, t/n. sta attenta, d'accordo?" sentivo il suo respiro sul collo mentre l'abbraccio si faceva più potente. "mamma ho diciott'anni, starò attenta" le risposi dolcemente. ci staccammo dall'abbraccio, lei mi rivolse un sorriso ed io lo ricambiai.
passarono all'incirca venti minuti e poi udimmo il clacson di una macchina. guardai mia madre che andava verso l'auto per accertarsi che fossero i miei amici e, dopo essersi accertata che fossero loro, mi chiamò. presi la valigia e mi avvicinai anche io all'auto. salutai i miei amici, due ragazze, una mora con gli occhi scuri, anna, e una castana con gli occhi verde opaco, eva. alla guida dell'auto si trovava il mio migliore amico, davide, un ragazzo alto, biondo con gli occhi color nocciola.
i tre ragazzi scesero dalla macchina e, vedendo i segni del pianto sul mio volto, mi abbracciarono. non sono mai stata una tipa che ama gli addii, non li sopporto, quindi diedi un abbraccio e un bacio sulla guancia a mia madre e caricai la valigia nel porta bagagli dell'auto. presi posto accanto ad eva, nel sedile posteriore, mentre anna e davide erano seduti davanti. guardai fuori dal finestrino per tutto il viaggio e, sebbene eva non smettesse un attimo di parlarmi, non staccavo gli occhi dal vetro. pensavo a tutte le cose che avevo qui, tutta la mia famiglia, il parco dove andavo fin da piccola, tutti i bei momenti passati in questo piccolo paesino della toscana.
il viaggio fu abbastanza breve, dopo tre ore di macchina eccoci finalmente arrivati a roma. originariamente sono nata a roma, all'età di due anni però mi sono dovuta trasferire in toscana e di roma non mi ricordo praticamente niente.
"la casa è da questa parte, forza t/n sbrigati!" gridó davide.
entrammo in casa che sembrava essere di più una villa, c'era la piscina e un giardino gigante, mi piaceva, ma troppo grande per i miei gusti.
entrata in casa i miei amici mi mostrarono la mia stanza e mi fecero fare un giro della casa per "esplorarla" un po' talmente era grande. la mia stanza era la più piccola rispetto alle altre, ma era ben arredata e si affacciava su san pietro.

Dear Victoria- vic de angelisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora