Capitolo 30 - Dichiarazione

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Alexandra Woods's  P. O. V.

Qualche ora dopo mi trovavo seduta sui sedili posteriori della Rolls Royce, giusto a qualche isolato dalla stazione di polizia. Sarebbe stata la prima volta che avrei parlato con le autorità dopo l'arresto di mio marito, il giorno prima. Le notizie dell'incidente si erano propagate come un virus; in quel momento tutta la stampa del mondo parlava dell'arresto del magnate del petrolio mentre io assaporavo un sorso di Champagne, uno dei più cari, comprato esclusivamete per quel momento. 

"Signora, ci sono molti giornalisti fuori dalla stazione di polizia."  Disse Carlos mentre frenava adesso che eravamo davanti all'edificio. 

Un sorrise nacque sulle mie labbra quasi automaticamente. Alzai la testa e guardai la folla di giornalisti e cameramen davanti a noi. Mi portai il calice alle labbra facendo un altro sorso di Champagne prima di rimetterlo sul supporto che offriva l'auto. 

"Non c'è problema, Carlos. Si fermi davanti alla stazione, scendo lì."

L'uomo mi guardò dallo specchietto retrovisore e annuì obbedendo al mio ordine precisamente. Più ci avvicinavamo alla parte anteriore dell'edificio, più giornalisti ci circondavano. Le grida accompagnate dall'euforia che c'era fuori mi fece rendere conto di quant'era stata grande la notizia. Collins Enterprise era in uno scandalo. 

"È Lexa Collins! Sua moglie!"

"Lexa! Lexa!"

Gridavano mentre io restavo nella stessa posizione, a testa alta guardando avanti. 

"Andrò a chiamare qualche agente per farla entrare nella stazione al sicuro."  Disse Carlos prima di uscire dall'auto. 

Presi la mia borsa dal sedile al mio fianco, da dove presi il mio rossetto, era di un colore rossiccio quasi sangue, lo stesso colore presente sulle mie unghie che contrastava perfettamente col tubino nero che copriva il mio corpo. Lo passai sulle mie labbra lentamente prima di controllarmi al piccolo specchietto sopra i sedili anteriori, i miei occhi possedevano la linea di una matita nera risaltando le mie pupille verdi che adesso erano lucenti. Sorrisi soddisfatta di ciò che vidi e chiusi lo specchietto rimettendo il rossetto nella mia borsa. Vidi Carlos fermarsi davanti alla mia portiera e rapidamente mi misi degli occhiali da sole. Dovevo trasmettere un'immagine colpita davanti a tutti gli occhi su di me. La portiera si aprì e il mio corpo venne bagnato dai flash di tutte le camere lì presenti. 

"Lexa, sapeva quello che ha fatto suo marito?"

"Conosceva la persona che ha ucciso?"

"Per favore, ci dia qualche risposta!"

"Signora Collins, lei ha fatto parte di tutto?"

Carlos e qualche agente mi portarono attraverso la folla e i fotografi che avrebbero dato la vita per qualche informazione privilegiata. Non li guardai nemmeno, non potevo permettermi nessun errore adesso. Il piano era stato messo in atto ma richiedeva una certa attenzione da parte mia. 

"Retrocedete!"  Gridò uno degli agenti mentre eravamo bombardati dai flash. 

Appena salimmo le scale davanti alla stazione di polizia alzai lo sguardo e mi incontrai con un paio di occhi azzurri che mi guardavano dall'entrata del dipartimento. Clarke era ferma lì che mi aspettava, meravigliosa come sempre, con un'aria di sfida imponente. Oggi sembrava ancora più bella, indossava dei pantaloni bianchi attillati, una maglietta di seta rossa e la sua tipica giacca nera di pelle, per non nominare i tacchi neri ai suoi piedi. 

"Grazie, agenti."  Disse agli agenti, i quali rapidamente si allontanarono.

"Buongiorno, signora Collins."

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