Capitolo 20 - Riscatto

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Alexandra Woods's P. O. V.

Il suono dei nostri tacchi faceva eco attraverso i vari corridoi di quella fabbrica. Io camminavo davanti, con Anya e Echo dietro di me. Uno di quegli uomini ci stava accompagnando per i servizi che avevamo richiesto. Osservai le due donne appena ci fermammo davanti a una porta di metallo, loro annuirono brevemente e allora guardai l'uomo.

"Puoi aprirla." Ordinai.

"Sì, signora." L'uomo si avvicinò alla porta mentre prendeva un mazzo di chiavi dalla tasca, dopo aprì rapidamente la porta, la quale cigolava mentre io la spingevo lentamente.

"Puoi andare a fare un giro. Ti chiameremo se ne avremo bisogno." Mormorai all'uomo che alternò lo sguardo tra noi tre donne che eravamo davanti a lui.

"Come desidera." Disse prima di andarsene.

Anya entrò in quella stanza buia, seguita da Echo e me. La bionda era incredibilmente bella per quella situazione, come se per la mia migliore amica quel piano fosse qualcosa che si dovesse festeggiare ed essere rivelato nel migliore dei modi. Mi fece un segno col dito indice in mezzo alla penombra di quel posto, facendomi capire che dovevamo fare silenzio. Annuì lentamente e camminai fino al centro di quella stanza. Echo si avvicinò alla parete dove c'era un pannello. La donna lo aprì, e delicatamente premette l'interruttore accendendo il riflettore sul corpo dell'uomo legato a una sedia di ferro al centro di quella stanza fredda.

Heitor.

Il biondo era legato bene con le mani dietro la schiena e gli occhi bendati con una benda nera. Forse era incoscente, perché il suo corpo pendeva in avanti. Un sorriso vittorioso e soddisfatto apparve sulle mie labbra nel momento esatto in cui ebbi quell'immagine davanti a me. Camminai lentamente, lasciando che il suono dei miei tacchi fosse l'unica cosa che si potesse sentire in quel posto.

"Svegliamolo." Esclamò Anya.

Lei e Echo sarebbero state le uniche a parlare in quel momento, io avrei solo guardato lo spettacolo come uno spettatore che guarda perfettamente bene il suo programma preferito. Non potevo permettermi di partecipare, anche se era la cosa che volevo di più. Quindi presi un'altra sedia, mettendola davanti a lui, a distanza di qualche metro. Mi sedetti e accavallai le gambe gentilmente lasciando la mia arma dorata sul mio grembo.

"È ora di svegliarsi, tesoro." Anya parlò sarcasticamente prendendo i capelli biondi di Heitor. "È ora di parlare."

Appena la mano di Anya lasciò i capelli dell'uomo, la sua testa cadde in avanti, era ancora incoscente. Echo mi lanciò uno sguardo intenso, allora camminò dall'altro lato della stanza, forse verso un bagno. Mi permisi di analizzare il corpo dell'uomo davanti a me; era lì da qualche giorno, più precisamente dal momento in cui lasciai la Svizzera insieme a Clarke.

"Il bastardo è completamente incoscente." Anya ringhiò dando qualche piccolo schiaffo in faccia all'uomo.

"Che brutta cattiva che sei, Anya." Sussurrai, facendo si che lei mi facesse segno di stare zitta.

Prima che potessi protestare, Echo si avvicinò rapidamente e tirò un secchio d'acqua fredda in faccia ad Heitor, il quale si svegliò disperato tossendo.

"Svegliati, cazzo!" Esclamò Echo severamente, facendo si che un sorriso soddisfatto apparisse sulle mie labbra. "Il gioco è finito."

Indicai Echo e annuì come per dire "Così si fa". Anya si limitò a scuotere la testa e si avvicinò ad Heitor.

"Chi sei?" Gridò disperatamente, per il mio divertimento.

"Siamo il tuo inferno." Anya sussurrò vicino all'orecchio dell'uomo, il quale scuoteva la testa da un lato all'altro.

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